Cultura

Silenzio, si chiude il sipario

  1. E’ morto Robin Williams. Trovato in casa sua, soffocato, riportano i media. Potrebbe trattarsi di suicidio.
immagine tratta dal web
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Un artista di grande spessore. Capace di far ridere e commuovere profondamente. Una persona ricca di sensibilità e talento.

Il suicidio è sempre qualcosa che ci spiazza, che non ci aspettiamo. Una sentenza spietata, senza ritorno come solo la morte sa essere, spesso incomprensibile perchè autoinflitta.

Cosa porta una persona ha togliersi la vita? A rinunciare a darsi la possibilità di svegliarsi anche domani?

 

Spesso quando viene riportata la notizia di un suicidio si parla di una pregressa situazione di depressione.

La depressione è una psicopatologia che presenta una serie di sintomi precisi:

– umore depresso, tristezza marcata che dura nel tempo

– aumento o diminuzione significative dell’appetito, con conseguenti possibili variazioni del peso corporeo

– aumento o diminuzione del sonno, sonno disturbato

– difficoltà di concentrazione, difficoltà a mantenere l’attenzione

– senso di inutilià, senso di colpa

– pensieri suidici

L’organizzazione mondiale della sanità riporta che 121 milioni di persone al mondo hanno sofferto di depressione, le forme gravi di depressione sono la causa di 850mila morti l’anno.

Da uno studio basato su dettagliate interviste a 89.000 persone, il 15% dei soggetti che vivono nei paesi ricchi ha probabilmente sofferto di depressione nella loro vita contro l’11% degli abitanti dei paesi cosiddetti in via di sviluppo. Dunque, possiamo considerarla, come molte altre malattie, abbastanza democratica.

(fonte dei dati statistici: Lescienze.it)

L’aspetto fondamentale è il dolore psicologico e la percezione di non poterne uscire.

Un dolore che non fa più vivere, che rende incapaci di andare avanti, porre fine alla vita viene vista come unica possibilità di porre fine al dolore che si prova.

Le motivazioni possono essere tantissime, ad es, perdere una persona cara, o non riuscire a raggiungere un obiettivo che si considera fondamentale.

Non riuscire a concepire mentalmente una via di uscita, una sorta di visione a cunicolo portano alla disperazione. Una disperazione, che, protraendosi, diventa quel dolore insopportabile che può condurre fino al suicidio.

Non si trovano risorse per cambiare prospettiva. Questo è l’aspetto più pericoloso, per questo non dimentichiamo mai di cambiare prospettiva.

“Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare” – dal film “L’attimo fuggente”.

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 Tiziana

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