Gina Barilla
Gina Barilla: il blog dei racconti di mamma Francesca.
Francesca, come nasce l’idea di aprire un blog?
L’idea del blog Gina Barilla nasce un po’ come nascono la maggior parte dei mommy blog. Ti ritrovi a casa da sola, a tu per tu con una creatura che non sempre comprendi e ci sono dei momenti (se non dei giorni) in cui non sai dove sbattere la testa. Da una parte ti racconto le (dis)avventure della mia famiglia, dall’altra condivido idee per gite, viaggi, lavoretti che faccio con i miei figli, a misura di famiglia. Ho cominciato ad aggiungere una nuova voce: quella di altre mamme, che hanno fatto scelte diverse, magari fuori dal coro, per far conoscere il loro modo di vivere la genitorialità. Il mio blog ha un nome particolare: Gina Barilla, che è il nomignolo con cui mio marito (e pian piano anche i miei amici) mi chiama: è il mio alter ego un po’ distratto e ingenuo, quello che prende vita con ironia e imperfezione.
Donna, moglie, creativa, lavoratrice, blogger e mamma di tre bambini, come riesci a conciliare il tutto?
Considerano il fatto che sono tutti e tre piccoli e con esigenze diverse…
Con una sana dosa di ironia, una nonna molto paziente, un po’ di improvvisazione e la capacità di accettare le giornate così come sono: rumorose e incasinate. Al supermercato vado con loro e li lascio liberi di muoversi (entro un ragionevole raggio di azione), oppure quando usciamo a piedi, loro spesso mi chiedono di andare in bici e se il percorso lo permette, perché no? Per il lavoro “sincronizzo” l’agenda con gli altri: il papà, i nonni e cerco di lavorare quando i bimbi sono a scuola. Uno dei vantaggi del libero professionista è quello di scegliere il tempo in cui lavorare, anche se non è sempre facile far conciliare tutto.
Come si svolge la tua giornata tipo?
La partenza della giornata è sempre faticosa. Tutti vogliono attenzioni e coccole. Hanno risvegli diversi e modi di approcciarsi alla giornata opposti. C’è chi saltella e ride da quando apre gli occhi e chi non deve essere disturbato per la prima mezz’ora. Ora che Margherita è piccola cerco di non lavorare per più di tre ore perciò prendo impegni brevi, in alternativa me la porto. Le sere in cui non c’è il papà sono un po’ incasinate e cerco sempre di essere in anticipo sui tempi, cucinando al mattino o facendo piatti semplici e veloci. Il caos, non manca mai, ma ormai hanno ci abbiamo fatto l’abitudine. La gestione della piccola è molto facilitata dal fatto che la metto in fascia: lei li sta tranquilla, addosso a me e protetta, e mi lascia le mani libere.
I pro e i contro di raccontarsi attraverso uno schermo?
Per come sono fatta io, il “contro” più grande è l’esporsi. Sono una persona riservata nella vita quotidiana. Da qui nasce la scelta di non sovraesporre i bambini mostrandoli troppo; preferisco lasciare la narrazione alle parole piuttosto che alle immagini. Dall’altro mi piace il dialogo che si apre e il confronto. A volte è una sorta di “pat pat” sulla spalla, che ti fa sentire meno sola, a volte è uno spunto di riflessione perché ci si trova con opinioni diverse. In generale non ho mai avuto grosse discussioni con qualcuno, sono una che non le ama nella quotidianità.
Dai tuoi post risalta la tua vena artistica e creativa. I tuoi bambini, riuscirai a tenerli impegnati con interessanti attivitá istruttive. Ne hai qualcuna da consigliare alle nostre lettrici?
Dipende un po’ dall’età dei bambini: per i piccolini i travasi e le manipolazioni (pasta al sale, didò e simili) sono divertenti e riescono ad attirare la loro attenzione per un periodo lungo. Per i più grandi vanno ascoltate le loro propensioni. Se amano disegnare o colorare va lasciato spazio a questo genere di creatività. Lasciamoci stupire dalla loro creatività. L’apprendimento migliore avviene quando loro sono lasciati liberi di scegliere come farlo. Il tutto va fatto all’interno di regole certe. Nessuno dei miei figli ha mai dipinto il muro o imbrattato di colla il pavimento.
Grazie Francesca per aver trovato un piccolo spazio di tempo anche per noi. Cosa auguri alle nostre followers?
Di andare a letto la sera, rilassarsi e accorgersi che comunque sia andata, si siano divertite con i propri figli! Prendere la vita con la giusta ironia aiuta ad affrontare anche le sfide più faticose con più leggerezza. Meglio un figlio che si è divertito e che ha tutti i vestiti sporchi, che uno che si è annoiato ma ha tutti i vestiti puliti.
Martina A.