I 4 passi per la comunicazione non violenta
Scopriamo i 4 passi per la comunicazione non violenta
Comunicazione Non Violenta, è un modello sviluppato da Marshall Rosenberg che cerca che le persone comunichino tra loro con empatia ed efficienza.
Ci aiuta a metterci in relazione con noi stessi e con gli altri in un modo che permette alla nostra naturale empatia di sbocciare.
Questi quattro passaggi ti permetteranno di ordinare e presentare sistematicamente ciò che devi trasmettere al tuo interlocutore nel momento in cui sono coinvolte emozioni che potrebbero offuscare il messaggio.
Esempio: immaginiamo la scena di due amiche rimaste sole e una di loro vuole raccontare all’altra un comportamento che l’ha fatta stare male.
Osservazione dei fatti
Il primo è descrivere obiettivamente cosa è successo. Si tratta che con la giusta inibizione e riflessione siamo in grado di esporre la nostra realtà, in modo che l’altro possa capire da dove viene la nostra reazione. Molte volte il focus del problema deriva da questo primo punto, poiché la stessa percezione della realtà non è condivisa e non sappiamo nemmeno come comunicare questa differenza fondamentale.
Espressione dei sentimenti
“Sai Elena, c’è una cosa di cui volevo parlarti. Ti ricordi che l’altro giorno eravamo con degli amici e abbiamo riso tanto a casa di Sara. In uno di quei momenti di gruppo, hai condiviso con tutti loro un segreto che io avevo confidato solo a te”.
La seconda parte è quella puramente emotiva. Questo spiega e coinvolge l’altro dicendo come l’episodio descritto nel passaggio precedente li ha fatti sentire.
In questa parte lasciamo la visione oggettiva e usiamo la nostra osservazione di sé per essere in grado di identificare e dirti in parole semplici cosa stiamo provando in questo momento. A questo punto entra in gioco la capacità empatica del nostro interlocutore, che non può essere data per scontata, ed è necessaria affinché la conversazione sia bidirezionale.
Espressione dei bisogni
“Questo mi ha fatto sentire piuttosto a disagio e imbarazzata. In quanto è stato esposto a tutto il gruppo e tutti lo hanno commentato liberamente. Da allora mi sento piuttosto deluso e triste con te”.
Il prossimo passo per esprimerci secondo la Comunicazione Nonviolenta sarebbe dire di cosa ho bisogno per non sentirmi in quel modo. Ho già spiegato come mi sento e ora vi dico come vorrei sentirmi in situazioni simili per il futuro. È fatto da una visione più globale e non presta molta attenzione ai dettagli di ciò che è accaduto di recente, ma piuttosto una proiezione a lungo termine.
Formulazione della richiesta
“Se te l’ho detto in segreto, è perché sei mia amica, e ho bisogno di sapere che posso spiegarti i miei problemi e i miei dubbi senza espormi al giudizio di nessun altro. Devo potermi fidare di te.”
Infine, facciamo una richiesta formale al nostro interlocutore come piano di azione e impegno per poter avanzare su questo aspetto e che non tutto sia lasciato in un semplice scambio di percezioni e convinzioni.
“Quindi, per favore, ti chiedo di non rivelare un segreto che ho detto solo a te davanti a tutto il gruppo.”
Se da questa comunicazione onesta l’amica saprà accogliere ciò che l’amica le sta trasmettendo, i due potranno godere di un’amicizia piena e forte.
Come puoi vedere nella Comunicazione Nonviolenta, l’assertività di se stessi è praticata per essere in grado di esporre la nostra posizione sull’argomento, così come l’empatia è richiesta dall’altro per essere in grado di comprendere e accettare altre percezioni e credenze.
Questi tipi di scene possono essere trovati sia nella tua vita personale che nell’ambiente organizzativo.
Quante volte quando si cerca di risolvere un problema lo si aggrava un po’ di più, rendendo ancora più difficile la convivenza? Iniziare a praticare questi I 4 passi per la comunicazione non violenta può fare molto per migliorare e consolidare le tue relazioni.
Ti consiglio di leggere anche Comunicazione Non Violenta di Marshall Rosenberg