Naj-Oleari: lo status symbol degli anni 90!
Naj-Oleari è un’azienda di abbigliamento italiana che, negli anni Ottanta, ha acquisito fama in Italia e all’estero grazie agli originali tessuti a fantasia utilizzati per realizzare abiti e accessori
Azienda nata dall’idea di Riccardo Naj-Oleari nel 1916, che inizò l’attività producendo abiti sacerdotali. Fu il figlio Carlo a diversificare la produzione, incentrata sugli ombrelli in una fase iniziale, con tessuti dalle tonalità del grigio e del nero prevalentemente. I tre figli di Carlo, poi, decisero di aumentare la varietà di tessuti disponibili per le fodere, introducendo colori e fantasie di vario tipo.
Fiorirono negozi al dettaglio nel giro di qualche anno, ma l’apice del successo fu raggiunto intorno al 1985, quando Naj-Oleari diventò un vero e proprio status symbol per i paninari e per i teenager degli anni ’90.
Nei primissimi anni ’90 i negozi Naj-Oleari in Italia erano una cinquantina e una decina all’estero. La sede centrale era a Milano, dove avveniva la progettazione di tutto: dai singoli negozi, alla pubblicità, ai disegni delle stoffe.
Ma perchè il marchio Naj-Oleari ebbe così tanto successo?
Dietro al successo improvviso dei prodotti Naj-Oleari, c’era stata l’adozione di alcuni oggetti come status simbol da parte della generazione di paninari milanesi, una sottocultura giovanile nata tra gli anni 70 e gli anni 80 che, per combattere il grigio industriale della Milano del boom economico, aveva cercato uno stile divertente per evadere e differenziarsi. Questi prodotti avevano stoffe così colorate, romantiche, leggere, giocose e dall’aspetto primaverile. Fiorellini, cuoricini, ciliegine…Era tutto piccolo e delicato e ogni ragazzina dell’epoca impazziva dinanzi a tanta dolcezza!
Ogni teenager di quell’epoca, quasi sicuramente, possedeva la borsa a cartella o lo zainetto, moleplici orecchini di varie forme e diversi bracciali, tutti rigorosamente in fantasia coordinata. Chi non si augurava di ricevere per il proprio compleanno l’ennessimo accessorio Naj-Oleari? Non erano mai abbastanza!
Ti consiglio di leggere Moda anni ’80: ma come ti vestivi?
Oriana Leggio