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Interviste

Viaggiatori Ecologici: Valentina ed Edoardo alla scoperta del mondo sostenibile

Viaggiatori Ecologici: Valentina ed Edoardo vivono la loro vita sostenibile in camper

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Valentina ed Edoardo meglio conosciuti come i “viaggiatori ecologici”, sono digital creator e green influencer. Autori del libro Siamo il Mondo (edito da De Agostini), condividono su Instagram la loro vita in camper, pubblicando contenuti sulla tutela dell’ecosistema.

Attraverso la loro vita itinerante sostenibile ci invitano a riflettere sull’impatto ambientale delle nostre scelte quotidiane.

Valentina ed Edoardo raccontateci qualcosa di voi, come vi siete conosciuti e, guardandovi indietro, quali erano i vostri sogni di allora?

Ci siamo conosciuti 9 anni fa sul nostro posto di lavoro. Mentre lavoravo in un negozio di telefonia Edo stava cercando lavoro a Torino.

Passó davanti alla vetrina e mi vide dentro, decise di portare il curriculum non tanto per farsi assumere, visto che quel lavoro non gli interessava, ma piuttosto nella speranza che leggessi il suo numero e lo chiamassi.

Nonostante non sia successo, Edo è stato assunto. Abbiamo iniziato a lavorare insieme e ci siamo innamorati. Dopo circa un mese siamo andati a vivere insieme.

Ho sempre sentito la necessità di spendermi per dare un contributo contro le ingiustizie del mondo. Tanto è vero che inizialmente ho studiato giurisprudenza con l’obiettivo di diventare giudice per combattere le mafie.

Tuttavia dopo aver capito che il percorso universitario non era la mia strada, ho cominciato a lavorare per mettere da parte i soldi necessari per cominciare un percorso di volontariato fuori dal continente europeo.

Poi ho incontrato Edo ed i miei piani sono cambiati.

Mi sono appassionata alla sostenibilità comprendendo quanto questo tema fosse sistemico e centrale rispetto alla maggior parte dei problemi sociali, economici ed ambientali.

Edo ha sempre desiderato vivere sentendosi libero ed ecco che dalle nostre necessità è nata l’idea di andare a vivere in camper. Così da poter viaggiare e cercare di trasformare la sensibilizzazione ambientale e sociale in un lavoro.

Come avete realizzato la vostra più grande avventura, quella di vivere in un camper? E  cosa vi ha spinto a fare questa scelta così insolita e affascinante?

L’idea di andare a vivere in camper è nata dopo circa due anni di lavoro insieme. Nel momento in cui mi sono resa conto che la vita che stavo facendo mi stava stretta in quanto avevo necessità di realizzare qualcosa che mi facesse sentire davvero utile nei confronti della società.

Avevo bisogno di fermarmi per avere il tempo necessario per conoscermi e comprendere quale strada avrei davvero desiderato intraprendere in quel periodo della mia vita. Edo mi ha assecondata e così abbiamo deciso di realizzare il nostro sogno di vivere in viaggio.

Siccome con noi avevamo la nostra cagnolina abbiamo cercato la soluzione migliore per permetterle di viaggiare insieme nel modo più comodo possibile. Di conseguenza abbiamo capito che il camper sarebbe stata l’opzione migliore.

Abbiamo messo da parte il minimo indispensabile per comprare un vecchio camper del 1990 ed una macchina fotografica e siamo partiti all’avventura. Fiduciosi di riuscire a trasformare la nostra missione (la sensibilizzazione) in un lavoro utilizzando i social network e di visitare piano piano più posti possibili.

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Ma com’è vivere in un camper? Finora è stato tutto facile, o ci sono stati momenti difficili, avete dovuto affrontare delle sfide che vi hanno messo alla prova?

Sicuramente la vita in camper deve piacere, soprattutto se si sceglie di vivere in un camper che ha più di 30 anni.

Lo spazio è ridotto e si ha ciò che è davvero strettamente necessario.

In estate fa più caldo che in una casa e in inverno non sempre si riesce ad avere l’acqua calda (essendo appunto un camper datato che ha le sue magagne).

Per noi non è mai stato un problema.

Viviamo letteralmente a contatto con il mondo sempre in posti diversi e nonostante i 6 metri di abitazioni abbiamo sempre enormi giardini in cui poterci parcheggiare e luoghi nuovi che possiamo visitare e questo ci basta per essere felici.

Raccontateci com’è nato il vostro progetto ecosostenibile.

Il nostro progetto nasce parallelamente al momento in cui abbiamo deciso appena partiti in camper di ripulire le zone in cui passavamo dai rifiuti. Eravamo diventati consapevoli che lo spazio intorno a noi, era casa quanto lo era il camper in cui vivevamo.

Scegliere di cambiare vita e di rallentare ci ha dato l’opportunità di avere il tempo per farci domande su temi che prima non avevamo mai nemmeno considerato e ci ha permesso di cominciare a vedere quanto il nostro comportamento come società ma anche come singolo individuo aveva un impatto importante sul circostante.

Così abbiamo cominciato dalla cosa ingiusta più evidente e semplice, liberare dai rifiuti abbandonati i boschi e città e ci siamo resi conto che non solo in questo modo stavamo dando il nostro piccolo contributo per ripulire, ma che le persone intorno a noi rimanevano stupite e si sentivano ispirate a partecipare a loro volta.

Ecco che abbiamo compreso come il nostro desiderio di un mondo in cui ognuno si impegnasse con le proprie azioni a comportarsi rispettosamente nei confronti del circostante (e di conseguenza anche di se stesso, perché su di un pianeta squilibrato dalle nostre abitudini non potremo mai vivere davvero una vita di qualità) poteva esser realizzato solo cominciando a dare l’esempio.

Da quel momento soprattutto in me è nata la curiosità di capire in che modo le abitudini quotidiane che avevamo, potevano contribuire negativamente sul pianeta, sui suoi abitanti non umani e sulla nostra salute.. così abbiamo iniziato a studiare i temi legati alla sostenibilità ed abbiamo scoperto che alla fine le conseguenze delle nostre piccole azioni erano molto più forti di quello che pensavamo e che come potevano contribuire in modo negativo potevano farlo anche in positivo.

Abbiamo compreso che alla fine le ingiustizie sociali sono collegate quasi sempre a quelle ambientali, abbiamo capito che non potevamo restare indifferenti ed abbiamo scelto di dare il nostro contributo divulgando tutto ciò che da quel momento avremmo imparato.

Viaggiate continuamente condividendo le vostre esperienze nei social, mostrando la bellezza della natura adoperandovi a ripulire i territori che necessitano di pulizia. Ci sono stati momenti speciali che vi portate nel cuore?

In realtà non ci sono momenti specifici che portiamo nel cuore, potremmo dire che in generale i momenti più emozionanti sono quelli in cui le persone intorno a noi, diventano consapevoli di come le loro scelte possano fare la differenza.

Abbiamo sperimentato questa cosa con le nostre famiglie che sono diventate molto più attente a ciò che consumano e a come si pongono nei confronti dell’ambiente che ci circonda e con la nostra community che ogni giorno ci racconta dei cambiamenti che porta nella propria vita per riuscire sempre di più a supportare le realtà che rispettano l’ambiente e gli esseri viventi umani e non umani che abitano il pianeta su cui viviamo.

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Quali sono le regole principali per aiutare l’ambiente viaggiando in modo ecosostenibile?

Di base, in viaggio è fondamentale applicare lo stesso principio che bisognerebbe applicare quando non si viaggia, quello di acquistare solo ciò che ci è davvero necessario da realtà più etiche e sostenibili che riusciamo a trovare.

Quando si tratta di oggetti e vestiti è sempre meglio optare per il second hand che ci permette di avere ciò che ci serve senza immettere nuova richiesta nel mercato, così da non alimentare nuove produzioni che inevitabilmente, nella maggior parte dei casi, passano da paesi in cui la legislazione sulla tutela ambientale e dei lavoratori è pressoché inesistente. Le conseguenze sono disastrose sia per le persone, che per vivere sono costrette a farsi sfruttare, sia per l’ambiente, che diventa vittima costante di crimini ambientali e si ripercuote sull’intero pianeta. Nonostante le conseguenze più gravi si riversino sui paesi “meno sviluppati”, che sono proprio quelli in cui le persone non hanno, anche volendo, i mezzi per andare via o mitigare la situazione.

Il principio è quello di acquistare meno e meglio, liberandoci dalla narrazione consumistica per cui abbiamo necessità di avere sempre nuovi oggetti per essere felici.

Su Viaggiatori Ecologici spesso ci domandano:

“che cosa devono fare per ridurre il loro impatto ambientale?”,

noi non diamo mai una risposta.

Pensiamo che ognuno debba cominciare ad informarsi ed a comprendere in modo autonomo quali sono i principi generali che è necessario seguire per supportare le giuste realtà. Altrimenti il rischio è quello di ritrovarci con persone che hanno bisogno di indicazioni e che non hanno compreso il motivo per cui un prodotto o una scelta è sostenibile ed un’altra non lo è, o lo è meno.

Un’altra questione importantissima è l’alimentazione. Io sono vegana e lo sono diventata inizialmente per una questione ambientale, poiché l’impatto dell’industria della carne e dei latticini è davvero enormemente negativo.

Quindi un consiglio può essere quello di prediligere un’alimentazione a base vegetale per ridurre drasticamente il proprio impatto ambientale che comprende il consumo di suolo, il consumo di acqua, l’utilizzo di valanghe di pesticidi e fertilizzanti, l’inquinamento diretto per il trasporto.

Non dimenticando quanto questo settore non solo alimenti il divario sociale. La maggior parte degli allevamenti del mondo sono posizionati in zone povere in cui le persone si ammalano a causa delle sostanze che respirano provenienti proprio dagli allevamenti. Che alimenta anche lo specismo, questione centrale legata a come ci approcciamo agli altri esseri viventi.

In generale quindi, consigliamo di tentare di mantenere le buone abitudini a casa come in viaggio!

Cosa vorreste dire alle persone che si sentono ispirate da voi e dalla vostra esperienza, ma che per varie ragioni non hanno la possibilità di replicarla?

Ci sentiamo di dire che sentirsi ispirati è importante ma non è fondamentale replicare il percorso degli altri per stare meglio. Ognuno deve seguire la propria strada e la vita può migliorare anche senza stravolgerla. Possiamo inserire alcune abitudini o la pratica di alcune attività che ci piacciono nella nostra routine quotidiana così da stare meglio.

Non c’è bisogno di comprare un camper e lasciare tutto. Tanto la felicità bisogna imparare a coltivarla dentro di noi a prescindere da ciò che accade fuori.

Carla Zanutto

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