Bilinguismo si o no?
La scelta di far studiare ai propri figli una seconda lingua, oltre a quella parlata nel paese in cui vivono, per i genitori rappresenta sempre più spesso un investimento sul futuro. Ma parlare due lingue ed essere bilingue sono due concetti differenti. Scopriamo cos’è il bilinguismo, fino a che età è possibile diventare bilingue, i vantaggi di una scuola bilingue e quali sono gli eventuali contro del bilinguismo.
BILINGUISMO COS’E’
Con l’espressione “bilinguismo” generalmente ci si riferisce alla capacità di comprendere, scrivere e parlare due lingue differenti ma “interscambiabili”. Essere bilingue quindi è diverso da saper parlare un’altra lingua.
Imparare una seconda lingua è alla portata un po’ di tutti: basta applicarsi ad uno studio dedicato e costante nel tempo. Diverso è il caso di un soggetto bilingue che tende a diventarlo naturalmente, quando i genitori parlano due lingue diverse. Generalmente i figli di queste coppie riescono a capire e a parlare i due idiomi allo stesso livello.
Ma si può diventare bilingue se entrambi i genitori parlano italiano? Sì, ma insieme ad alcuni altri fattori, l’età in cui deve iniziare il percorso del bilinguismo gioca una parte molto importante.
FINO A CHE ETA’ E’ POSSIBILE DIVENTARE BILINGUE?
Anche se non si nasce in una famiglia “mista” è possibile iniziare un cammino che porterà allo sviluppo di una persona bilingue.
Possiamo dire che ci sono due fasce o tappe evolutive legate all’apprendimento di una lingua.
Nella prima fascia che va dai 3 e ai 7 anni, l’acquisizione del linguaggio, avviene in modo intuitivo. Mentre nella fascia successiva, dopo i 7 anni, avviene in modo deduttivo. Il bambino comincia a riflettere sulla struttura dell’idioma grazie anche al ruolo della scuola primaria.
È evidente che l’esposizione al linguaggio, inteso come numero di ore durante le quali si è in contatto con la lingua, renderà prevalente o piuttosto equivalente l’uso di un registro linguistico rispetto ad un altro.
È per questo che una scuola bilingue frequentata sin dall’infanzia e nelle future tappe (primaria, secondaria di primo grado e così via) riveste un peso significativo nello sviluppo linguistico dei bambini.
Quali sono quindi i vantaggi della scelta di una scuola bilingue?
VANTAGGI DELLA SCUOLA BILINGUE ITALIANO INGLESE
Perché decidere di iscrivere i propri figli a un istituto bilingue? Lo abbiamo chiesto a una scuola bilingue emergente di Roma, nata nel 2014 ma già punto di riferimento nel panorama formativo bilingue della capitale, la St. Philip School. Ecco illustrati alcuni vantaggi.
- L’esposizione alla seconda lingua durante le attività sia didattiche – studiando le materie in entrambi gli idiomi – che pratiche, garantisce la comprensione e la padronanza su argomenti ampi e diversificati.
- La convivenza di più culture fomenta la cooperazione, l’intraprendenza, l’autonomia, l’apertura mentale e il desiderio di esplorare lingue, luoghi e culture.
- La presenza di insegnanti generalmente madre lingua, garantisce un alto livello di insegnamento.
- Il programma didattico che viene seguito è quello ministeriale, pertanto, da un lato, non si produce uno sradicamento della cultura italiana, e dall’altro, se la scuola è paritaria, il bambino può essere trasferito in qualsiasi momento in una scuola statale senza dover sostenere alcun esame.
POSSIBILI SVANTAGGI LEGATI AL BILINGUISMO
Qualche piccolo svantaggio potrebbe essere legato alla scelta di crescere un figlio bilingue. Tra questi si potrebbero menzionare:
- Il rischio di mischiare nella stessa frase le due lingue; ma questa possibilità si assottiglia man mano che il vocabolario di entrambe le lingue si arricchirà.
- La probabilità che subisca un ritardo nell’iniziare a parlare rispetto ad altri bambini della stessa età. Anche questa eventualità è generalmente solo temporanea. Quando il piccolo inizierà a parlare raggiungerà velocemente il livello dei suoi coetanei.
Questi pericoli sono però compensati dai benefici a lungo termine. Tra questi, vale la pena menzionare quanto è stato confermato da uno studio dell’Università di York: i soggetti che parlano più di una lingua riescono a mantenere l’agilità mentale per più tempo diminuendo il rischio di soffrire di demenza.