L’equinozio d’autunno: Mabon, la festa celtica della gratitudine
L’equinozio d’autunno segna l’arrivo della celebrazione celtica di Mabon.
Il magico mondo dei Celti è governato dalla ruota del tempo che scandisce otto festività per lo sviluppo della vita dette Sabbat: ci sono Maggiori e Minori.
Questi antichi rituali erano strettamente legati ai cambiamenti stagionali: i solstizi e gli equinozi; ovvero i tempi della raccolta e della semina, della luce e delle tenebre, della nascita e della morte ma anche la crescita, il declino e il riposo della natura.
Il calendario celtico è solare-lunare ed era concepito per allineare le lunazioni al ciclo agricolo e quindi l’esatta posizione astronomica del Sole era considerata meno importante, prevalente quella della Luna.
Le lune piene che segnavano il punto medio di ogni trimestre dell’anno diviso dai solstizi e dagli equinozi chiamati Lesser Sabbats; quest’ultime segnavano l’inizio delle stagioni: Yule, Ostara, Litha e Mabon. Determinarono anche le date durante le quali sarebbero state celebrate le festività lunari: Samhain, Imbolc, Beltane e Lughnasadh consideravano i Sabbat maggiori quando l’energia della natura di ciascuna delle quattro stagioni è al suo massimo grado.
L’anno celtico inizia con la festa di Samhain.
I Celti contavano il tempo in base al numero delle notti, i mesi iniziavano con la luna piena e il cambio di data era il tramonto.
La festa celtica di Mabon
Si celebra dal 21 al 23 settembre. È una celebrazione per rendere grazie per i frutti che la terra ha concesso e per prendere coscienza della necessità di condividerli per assicurare le benedizioni della Dea e del Dio durante i mesi invernali.
Il nome deriva da “Mabon ap Modron”, personaggio della mitologia celtica e deriva dalla parola gallese che significa “buon figlio” e simboleggia il principio maschile della fertilità.
È il momento in cui il Dio si prepara a morire a Samhain, e tornare nel grembo della Dea, per rinascere a Yule nel suo grande viaggio di rinnovamento e rinascita.
I druidi lo chiamavano “Mea’n Fo’mhair”, che significa il secondo raccolto e onoravano il Dio della Foresta rappresentato come un uomo verde, offrendo libagioni di sidro e vino agli alberi.
Sebbene il raccolto abbia iniziato a essere raccolto ai tempi di Lughnassadh, è a Mabon quando è completato e hanno ringraziato per ciò che è stato raccolto, chiedendo un buon raccolto per l’anno successivo. Era ora di riposarsi dopo l’arduo compito.
È stato un momento di equilibrio: le forze dell’oscurità e della luce sono uguali. È l’equinozio e da quel momento in poi l’oscurità guadagnerà terreno fino a raggiungere il suo apice a Yule con il solstizio d’inverno.
Per i popoli celtici era tempo di guardare indietro, riflettere sugli sforzi passati e gioire per un lavoro ben fatto. Pensavano che insieme al raccolto si raccogliessero i semi che contenevano la promessa di una nuova vita in primavera. Secondo loro conteneva il mistero della vita nella morte e lo consideravano una fase di serenità.
Per le antiche culture celtiche, la natura muore di nuovo in autunno, la sua generosità diminuisce, preparandosi all’inverno e al suo periodo di riposo. È un momento di gratitudine, di riflessione, di raccoglimento interiore e di temperanza
La celebrazione
Era una data in cui i druidi erano strettamente imparentati e guidavano le cerimonie per la celebrazione.
I sacerdoti erano incaricati di presiedere i festeggiamenti e di organizzare i sacri riti. In quanto erano, oltre a capi spirituali, capi politici e strateghi militari.
I bardi, invece, che erano i poeti e i cantastorie che possedevano un’innata capacità spirituale sviluppata attraverso il druidismo, erano i guardiani della tradizione. Ma anche i guardiani della parola e insieme ai guaritori partecipavano alle cerimonie più legate ai coloni.
La festa di ringraziamento
Tra i riti venivano fatte offerte alle principali divinità dell’abbondanza, grandi cerimonie religiose e un immenso banchetto durante i tre giorni della celebrazione.
La cornucopia era uno dei suoi principali simboli in quanto rappresentazione dell’abbondanza dei raccolti. I colori di questa festa sono i colori autunnali come: rosso, arancione, oro, marrone e viola. Colori che permettono di entrare in sintonia con le energie di questa giornata.
La celebrazione del raccolto non era spirituale come altre cerimonie druidiche ma una festa gioiosa. Tradizionalmente si consumavano verdure, cereali e frutta dell’epoca, in particolare prodotti a base di mais.
I simboli di Mabon sono: foglie secche, ghiande, castagne, uva e mele e frutti autunnali.
Un’importante tradizione di questo periodo comprendeva anche la vendemmia, la raccolta e la pigiatura delle uve. Raccogli anche erbe e fai ghirlande di edera e nocciolo p