Sapore amaro, il romanzo di Anita Nair
Sapore amaro, viaggio nell’India delle donne
Sapore amaro è l’ultimo lavoro di Anita Nair, scrittrice indiana autrice di numerosi successi. Edito da Guanda, Sapore amaro è un vero e proprio viaggio nell’universo femminile.
Srilakshmi è la voce narrante
Il romanzo si apre con la morte di Srilakshmi, una docente di zoologia di trentacinque anni. Tutti si interrogano sul motivo che abbia condotto la donna al gesto estremo. Lo si scoprirà nel corso delle avvincenti pagine. Tutti parlano di lei, di quanto accaduto, tutti tranne Markose il suo amore che è riuscito a toglierle la dignità e ora cerca di sottrargli anche l’anima da morta.
Se la sua è la storia portante del libro a cui se ne intersecano tante altre, tutte al femminile, che raccontano un’India segnata da capitoli infelici.
C’è Urvashi, una donna sulla cinquantina, che si reca in un resort nel Kerala a sud dell’India, per sfuggire alle morbose attenzioni dell’amante con cui ha voluto interrompere la relazione. Qui incontra Najma, una insegnante costretta a diventare domestica nel resort sulle rive del Nila e costretta a indossare un burqa poiché sfigurata dall’acido. C’è anche la piccola Megha, che per scappare dalle “attenzioni” di un sottoposto del padre, riesce a trovare conforto dentro un vecchio armadio.
Tante altre sono le storie al femminile che si scoprono, leggendo Sapore amaro, sulla cui copertina compare l’immagine di una vespa su una bocca, un soggetto che descrive un momento della gioventù di Srilakshmi.
Verrebbe quindi da dire che il romanzo abbia una struttura circolare dal senso antiorario, visto che si apre con la morte di Srilakshmi parlando della sua vita per ritornare infine sempre al momento del suo suicidio.
Ma se è vero che si parla di storie tristi, difficili, queste donne sanno dimostrare che si può emergere anche nelle difficoltà. Un libro che consiglio proprio per la forza che riesce a trasmettere nelle declinazioni delle diverse storie al femminile, che dipingono purtroppo la condizione cui le donne indiane sono troppo spesso sottoposte.