4 settembre 1998: nasce Google!
Quanti di voi conoscono la storia della nascita di Google?
I protagonisti sono due amici, Larry Page e Sergey Brin, all’epoca studenti venticinquenni dell’Università di Stanford, California (USA).
Insieme cominciarono a credere in un sogno: creare un motore di ricerca che potesse semplificare la vita a chi navigava sul web, facendogli trovare facilmente le pagine più inerenti a un argomento d’interesse. Così, nel settembre del 1998 fondarono l’azienda Google. La partenza, tuttavia, non fu facile poiché ai ragazzi mancava il denaro necessario per l’acquisto di nuovi PC e di altro materiale.
Presi dallo sconforto, cercarono di vendere l’azienda per un milione di dollari a diverse società finanziarie, oltre che ai diretti concorrenti, come Altavista e Yahoo, ottenendo rifiuti da tutti. In realtà, erano tutti concordi nel ritenere innovativo il metodo messo a punto dai due studenti, ma non credevano che l’azienda valesse così tanto!
A seguito di questi rifiuti, Larry e Sergey decisero di abbandonare l’Università di Stanford per dedicarsi completamente alla loro azienda e al sogno in cui credevano fermamente.
D’altronde, a loro non interessava il guadagno, ma solo risolvere un problema sentito da loro e dai loro colleghi universitari.
In che cosa Google si differenzia dagli altri motori di ricerca?
La prima novità è stata l’invenzione del “PageRank”, un metodo per stabilire l’”importanza” di una pagina web.
Mentre i motori esistenti, per indicizzare e posizionare i siti web nei loro database, contavano quante volte si ripetessero i termini cercati dagli utenti, e quindi mostravano ai primi posti siti web non sempre pertinenti con le informazioni desiderate, Page e Brin ebbero l’idea di contare e controllare non solo le ripetizioni delle parole ma anche i link che provenivano da altri siti e che puntavano ad una determinata pagina. Il loro ragionamento era semplice: se un sito è citato e consigliato da molti altri significa che ha dei contenuti interessanti e quindi è giusto farlo vedere prima di altri.
Dunque, Google mette nelle prime posizioni le pagine web che hanno in ingresso un elevato numero di link.
In realtà, il metodo adottato dai due studenti per calcolare il PageRank tiene conto anche della “qualità” dei contenuti, dell’importanza dei siti da cui provengono i link, dell’anzianità del sito, del numero dei visitatori, e di molti altri fattori.
Ciò che conta è che gli utenti, usando Google, si rendevano conto che era più facile e richiedeva meno tempo trovare le informazioni desiderate, cosicché abbandonavano gli altri motori e consigliavano agli amici e conoscenti di fare altrettanto.
La crescita esponenziale di Google è avvenuta proprio grazie al “passa parola”. L’azienda non ha mai fatto pubblicità ed è, forse, una delle poche società al mondo a non averne bisogno.
Oggi, l’azienda Google, che all’inizio non aveva soldi nemmeno per comprare nuovi PC, vale più di 100 miliardi di dollari e il patrimonio personale di Larry Page e Sergey Brin supera i 10 miliardi di dollari a testa.
Ma, se l’utilizzo di Google è gratuito, da dove piovono tutti questi miliardi di dollari? Chi paga? Ebbene sì: Google non fa pubblicità a se stesso, ma incassa molto per la pubblicità che fa agli altri!
Un’altra delle idee brillanti di Google è stata la pubblicità contestuale o mirata.
Mi spiego: state guardando un programma di cucina in TV e c’è un’interruzione pubblicitaria con uno spot che parla di un fascicolo con DVD allegato in edicola da domani; il titolo è “mangiare bene e sano”! In quanti cambierebbero canale per evitare questa pubblicità? Pochi, secondo me. Questa si chiama “pubblicità contestuale”.
Google fa la stessa cosa: se state cercando, ad esempio, “abbigliamento bambino 0-3 anni” vedrete sulla parte destra della pagina alcuni link pubblicitari di brand da bambino. Le probabilità, che questa pubblicità dia fastidio, sono minime e, nello stesso tempo, le probabilità, che qualcuno clicchi su questi link, sono alte.
Il tuo sito come è posizionato in Google?
Se il tuo sito web non appare nelle prime 20/30 posizioni di Google (prime 2 o 3 pagine) difficilmente avrai molti visitatori.
A questo punto, chi fosse interessato a saperne di più sulla storia di Google può leggere il libro di David Vise e Mark Malseed dal titolo “Google Story”: è scritto come un romanzo e si legge in maniera scorrevole.
Morale della favola: se hai un sogno, non lasciarlo nel cassetto, inseguilo!
Laura