Audrey Hepburn: un’icona intramontabile
Audrey Hepburn è il personaggio del passato che avrei voluto essere: una donna raffinata che ha lasciato il segno senza neanche accorgersene.
Audrey Hepburn ai miei occhi è stata una perfetta miscela di eleganza, timidezza, raffinatezza, fascino e carisma. Tutto in un corpo che è stato capace di mettere in risalto ogni piccola sfumatura di questi pregi.
”Da bambina, mi hanno insegnato che non bisogna attirare l’attenzione e ancor meno dare spettacolo di sé… e io mi sono guadagnata da vivere facendo questo.”
Audrey Hepburn nasce in Olanda il 4 Maggio del 1929 da padre inglese e madre olandese, vivendo appieno gli anni della seconda guerra mondiale. In questi anni si dedica alla danza, sua grande passione. Fino a quando però le viene detto che la sua altezza e la sua eccessiva magrezza non l’avrebbero portata molto avanti.
La forte voglia di esprimersi e di mostrare quello che sa fare, la porta a cercare disperatamente un modo che l’aiuti a farlo al meglio. E’ in questo momento che decide di intraprendere la strada del cinema e del teatro.
Nel 1951 Audrey Hepburn inizia a decollare. Gira Vacanze a Montecarlo dove viene notata e fortemente voluta per lo spettacolo teatrale Gigi a New York che le fa vincere il suo primo premio per l’interpretazione. Nel 1952 gira con Gregory Peck Vacanze romane in cui scalza la parte all’americana Elizabeth Taylor e le fa vincere il suo primo Oscar nel 1954. Sempre in quell’anno arriva Sabrina con Humphrey Bogart che le vale una nomination agli Oscar come miglior attrice. Nel 1957 è la volta di Cenerentola a Parigi in cui rispolvera tutta la sua bravura come ballerina accanto a Fred Astaire.
E’ proprio qui, a metà degli anni cinquanta che Audrey Hepburn diventa un’icona di stile. Anche se a detta sua, era soltanto “una buona mescolanza di difetti”. Il suo viso lineare e pulito, la sua figura magra e snella, la sua espressione perfetta anche negli scatti fotografici più improvvisi, la sua capacità di indossare un semplice tubino nero e renderlo il più elegante e raffinato, la rendono quell’icona che è tutt’ora: eterna.
Nel 1959 gira La storia di una monaca, il suo primo film drammatico in cui a detta di alcuni “la sua interpretazione chiude la bocca per sempre a quelli che pensavano a lei più come a un simbolo di donna sofisticata che a quello di attrice”. Ma è con Colazione da Tiffany nel 1961 e My Fair Lady nel 1964 che viene consacrata come una delle attrici più brave della storia del cinema americano.
Queste due ultime interpretazioni, le fanno vincere diversi premi come i David di Donatello e i BAFTA, oltre a ricevere diverse nomination agli Oscar e ai Golden Globe. Successivamente è protagonista di altri film in cui lavora con Cary Grant, Peter O’Toole, Shirley MacLaine e Sean Connery, oltre che essere diretta da grandissimi registi.
Audrey Hepburn, anche se ha alle spalle 15 anni di importante carriera, è sempre stata ed è rimasta una donna con i piedi per terra. Al primo posto ha sempre messo la famiglia, gli amici più cari e il tempo passato da casalinga in cui adorava cucinare. Così dal 1967 i suoi impegni lavorativi calano volutamente per lasciare più spazio ai figli. Sean, avuto dal primo matrimonio con l’attore Mel Ferrer, e Luca avuto dal secondo matrimonio con il medico italiano Andrea Dotti.
“Alcuni pensano che rinunciare alla mia carriera sia stato un grande sacrificio fatto per la mia famiglia, ma non è per niente così. È la cosa che più desideravo fare.”
Ritirata dalle scene e venendo nominata ambasciatrice dell’Unicef nel 1988, dedica tantissimo di sé alle azioni umanitarie che la portano in giro per tutto il mondo ad aiutare i bambini dei paesi più poveri.
“Mi si è spezzato il cuore. Non posso sopportare l’idea che due milioni di persone stiano morendo di fame. […] Il termine “Terzo Mondo” non mi piace perché siamo tutti parte di un mondo solo. Voglio che la gente sappia che la maggior parte degli esseri umani sta soffrendo.”
Audrey, a causa di un tumore al colon, muore il 20 gennaio del 1993 in Svizzera. Il figlio Sean fondò quello stesso anno la Audrey Hepburn Children’s Fund. Il figlio Luca nel 2015 invece, pubblica il libro Audrey mia madre. La protagonista è semplicemente una madre che ama uscire con le amiche, che lavora con passione al suo orto e che mette in valigia un pacco di pasta italiana quando deve partire.
Una dolcissimo pensiero del figlio Luca è: “Il profumo. La leggera sensazione di un odore. Scherzavamo spesso sul fatto che entrambi avevamo un olfatto molto sensibile. Perciò ci sono alcuni aromi, una torta, un fiore, cose del genere. E ogni primavera, specialmente qui a Roma, hai questo profumo di fiori d’arancio nell’aria. Arriva la primavera, che era la sua stagione preferita, e mi fa pensare a lei”.
Francesca Cirianni
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