9 mesi insieme a te. Il parto.
A più di un mese dalla nascita di Edoardo, vi racconto il parto. La mia esperienza!
Il nono mese è durato più degli otto precedenti. Sarà stata l’impazienza di vederlo, l’insofferenza per la pancia sempre più voluminosa, la schiena sempre più sofferente e il fiato sempre più corto, ma l’ultimo mese è sembrato infinito e il parto non arrivava mai!
Il mio giorno X era il 20 febbraio, data arrivata tra la mia incredulità (la cosa era diventata improvvisamente reale, ci siamo, sto per partorire!!) ma senza purtroppo essere il giorno fatidico. Il giorno dopo l’adrenalina era a mille, mi sentivo una bomba pronta ad esplodere, genitori e marito mi impedivano qualsiasi movimento “mica che succede qualcosa!”. Come se il bambino venisse sparato fuori alla velocità della luce!!
In realtà, avremmo poi scoperto, che la magia della natura, avrebbe occupato 30 interminabili ore della nostra vita!
Il tutto è iniziato sabato mattina alle 5. Ero a letto e di colpo comincio a sentire i famigerati dolori tipo ciclo. Iniziano, aumentano, poi diminuiscono. Dopo 10 minuti eccoli tornare. Bene, ci siamo!
La situazione rimane immutata per tutto il giorno, i dolori continuano ogni 10 minuti circa, aumentano leggermente, ma niente di insopportabile! Da brava bimba diligente, come ci era stato spiegato al corso preparto, evito di correre in ospedale in preda al panico. Passo la giornata cercando di rilassarmi ma soprattutto di abituarmi a queste simpatiche contrazioni. Faccio un paio di bagni caldi, ma alle 8 di sera decidiamo di fare un salto in ospedale per vedere a che punto è la situazione.
Vi evito il racconto dettagliato della nottata, si può riassumere con un niente di fatto fino alle 3 di notte. Nel frattempo vengo ricoverata e dopo due monitoraggi infiniti, possiamo dichiarare ufficialmente aperte le danze del travaglio. Come ho sempre desiderato, trascorro il travaglio ( e poi il parto vero e proprio) in acqua. Nella vasca le contrazioni sembrano più sopportabili e mi sento a mio agio. Tre ore e mezza dopo, dopo che mio marito mi ha aiutata, spronata e “sgridata” (respira bene, spingi forte) è arrivato Lui.
Sono le 11.26 di una domenica mattina che ha cambiato per sempre la mia vita.
L’esserino più bello, morbido e incredibilmente uguale a mio marito mi viene appoggiato sulla pancia. Le 30 ore appena trascorse scompaiono improvvisamente. La stanchezza, la fatica e il dolore vengono annullati. Ci accompagnano in una stanza dove trascorreremo le nostre prime ore come una famiglia, solo noi: finalmente in tre!
Tamara Pallaro