It’s Milly, copricapi glamour per teste speciali
Natale è quel periodo in cui tutto diventa magico e si vuole osare un po’ di più. Per chi non fosse avvezza a sfidare le formalità il mondo degli It’s Milly è forse agli antipodi, ma la verità è che risulta impossibile non innamorarsene.
Ma cosa è un It’s Milly? Chi lo crea?
E’ Milena Calestani, un uragano di creatività milanese, madre di copricapi e turbanti frutto dell’incontro tra le sue idee e le richieste più disparate.
Come è iniziata la tua avventura con It’s Milly?
It’s Milly è un’idea nata durante il tumore al seno che ho avuto qualche anno fa, a seguito del mio rifiuto della parrucca e di nascondere qualcosa che non aveva nulla da essere nascosto, ossia la malattia e la perdita dei capelli. Su di me l’alternativa alla parrucca è stata quella di personalizzare il mio modo di essere creando una differenza, una curiosità, non creando una certezza.
E come ti sentivi quando indossavi i tuoi primi It’s Milly?
I miei It’s Milly sono partiti da cravatte o turbanti da indossare con un orecchino grosso e vistoso. Ora sono normalissimi, tre anni fa non lo erano. La gente mi osservava ma perché avevo qualcosa di diverso e questo mi ha sempre dato una grande forza. Cercavo una chiave ironica in quel percorso, io penso che chiunque possa far qualcosa in queste circostanze.
Sono proprio cambiati i tempi allora…
Basti pensare anche a come la moda abbia aiutato questo percorso. Dieci anni fa esisteva solo la parrucca, o poco altro. Chi non aveva i soldi per acquistarla andava in giro con quei copricapi appositi per chi perdeva i capelli, io ci ho provato ad acquistarlo ma sembravo veramente ammalata. Non hai una lettera scarlatta, il cancro non è la caratteristica più importante che hai. Sei tu importante. Ognuno ha la propria unicità.
Quando hai iniziato a pensare che It’s Milly potesse essere per te una forma di sostentamento?
All’inizio non ci ho pensato, mi ci ha fatto riflettere una mia amica che ha un negozio storico a Milano. Lei me ne chiese alcuni per la primavera del 2015 in concomitanza di alcuni eventi come comunioni, feste… ci ha creduto prima lei di me! Era il periodo del Salone del Mobile, da lì ho iniziato a crederci ancora di più anche perché intanto l’azienda per cui lavoravo (ero all’ufficio stile) mi ha licenziata.
E cosa ti è accaduto?
Tornare alla manualità mi è servito come terapia. Tornare a impossessarmi di questa manualità e creatività mi ha portato a riappropriarmi di me. È stata una terapia importante. Nel frattempo la mia azienda ha chiuso, mi sono detta “Milly quindi vuol dire che tutto era scritto”, ci è voluto un cancro per farmi avere questo effetto shock di “taglio di cordone ombelicale” dal mio lavoro di prima per rimettermi in gioco, credere in me stessa, darmi un valore perché fino ad allora permettevo alle strutture intorno di vivere di riflesso delle mie capacità e non essere considerata nel giusto modo.
Oltre It’s Milly c’è di più. In cosa ti impegna questo progetto?
Volevo poter essere d’aiuto a qualcuno, dopo la malattia rimani più sensibile. Potrebbe essere anche quella una cosa di cui la ringrazio, forse è arrivata anche per avermi fatto capire questo. In quei giorni mi avevano invitato ad un evento in Triennale, sono andata con tutte le amiche a cui ho chiesto di indossare un It’s Milly, così ho spiegato a una relatrice il mio progetto chiedendo loro se potessi essere d’aiuto. Quel progetto era “Salute allo specchio” (presso l’ospedale San Raffaele si supportano le donne in cura oncologica con iniziative estetiche volte a non far perdere di vista il benessere nel periodo delle terapie ndr.)
Ora racconto ai gruppi di pazienti la mia storia, li faccio divertire con i miei It’s Milly. Questo vuol dire che tu sei arrivata a loro.
In questi anni, ti è capitato di ricevere una richiesta particolare?
It’s Milly è un prodotto che può essere messo in testa in tante situazioni. Molte clienti mi commissionano cerchietti per matrimoni, dalle testimoni alle damigelle. L’ultima una cliente che doveva andare a Parigi alla festa di Natale di Prada con tema piume. All’inizio era titubante, poi si è lasciata consigliare, così per lei ho realizzato un copricapo con delle piume verdi e una renna glitterata! Un’altra mi ha contattata per avere un copricapo da indossare ad Ascot.
Cosa ti ha inorgoglito particolarmente?
Ad esempio che in neanche un anno sono riuscita ad esporre alla Fashion Week di Milano. Penso che sto credendo in una cosa che sta andando nella direzione giusta. Sono dell’idea che quando le cose le fai con il cuore qualcosa viene fuori!
Come è possibile avere i tuoi copricapi?
I miei copricapi li trovi sui social come Facebook e Instagram dove ci sono foto, mail e tutti i contatti. Gli It’s Milly sono tutti pezzi unici così come ogni essere umano è diverso dall’altro, mi piace l’idea che ogni testa abbia il suo It’s Milly. Perchè tutti siamo unici e non diversi.
E nel tuo futuro cosa vedi?
Mi piacerebbe fare qualcosa per i bambini ammalati e non solo, magari portando i miei It’s Milly nei reparti ospedalieri a loro dedicati.
Manuela