La verità sul caso Harry Quebert
La verità sul caso Harry Quebert, il romanzo giallo che ti lascia col fiato sospeso fino all’ultima pagina!
La verità sul caso Harry Quebert è un giallo uscito nel 2012 scritto dal ventottenne svizzero Joel Dicker. Giovanissimo scrittore che al suo secondo romanzo è già andato incontro a fama e successo. Proprio come il protagonista de La verità sul caso Harry Quebert. Il ventottenne (anche lui?!) Marcus Goldman, dopo il successo mondiale del suo primo romanzo, si sta scontrando con la crisi tipica della professione: il blocco dello scrittore. Cosa poco grave se non fosse che l’editore per la quale ha firmato un contratto milionario per l’uscita di 5 romanzi, gli sta decisamente col fiato sul collo. Per non parlare del suo agente! Cosa fare dunque? L’unica soluzione è allontanarsi da Manhattan e rifugiarsi dal suo storico amico e saggio professore universitario Harry Quebert.
Cosa succede però se Harry Quebert si ritrova nei guai a causa del ritrovamento del cadavere di una ragazzina nel suo giardino e viene accusato di omicidio?
Da qui partono dei salti temporali. 1975, scompare Nola Kellergan di quindici anni sconvolgendo la tranquilla comunità di Aurora, cittadina del New Hampshire. 2008, Marcus Goldman, per scagionare il suo fedele professore, inizia a indagare con l’aiuto di un bisbetico poliziotto. E scrivere il suo tanto atteso secondo romanzo!
Prima di entrare nel fulcro delle indagini, l’autore dedica molte pagine alla fama e al successo che hanno avuto sia Goldman che Quebert. Il primo fin da adolescente cercava di eccellere, aveva questo desiderio di affermarsi ed essere assolutamente qualcuno agli occhi degli altri. Il secondo invece, famoso grazie al primo romanzo e non avendo più scritto nulla di simile, è comunque agli occhi del suo alunno un personaggio pieno di fascino e intelletto che ha avuto successo nella vita. Questa voglia di scrivere un qualcosa che diventi un best seller, questa necessità di acquisire un ruolo di gloria mondiale si scontra in realtà con la grande solitudine dei due personaggi. Si vuole forse trasmettere qualche morale?
Poi perché scrivere per avere successo? Scrivere non dovrebbe essere una forma creativa per esprimere al meglio ciò che si vuole trasmettere?
Oggigiorno molti si mettono al pc per reinventarsi scrittori e magari auto pubblicarsi… una volta invece scrivere derivava da passione per la scrittura e dopo anni di studio. Michelangelo non si è svegliato una mattina con la capacità di fare un affresco. La sua bravura nella pittura è nata dopo anni passati a studiare con i migliori maestri!
Se ci soffermiamo a pensare però, questo potrebbe avere una logica. L’autore Joel Dicker ha soli ventotto anni cresciuto tra i social media. Tra mini e very big influencers si cerca a tutti i costi di primeggiare e avere visibilità. Forse è naturale che il protagonista del romanzo sia stato un po’… influenzato?
Dopo questa mini critica negativa (o forse no?) posso dire che La verità sul caso Harry Quebert lo si legge con foga fino all’ultima pagina. L’arma vincente del romanzo, a mio avviso, sono due: la ricchezza di avvenimenti e storie intrecciate che coinvolgono tutti i personaggi e la capacità di illudere il lettore davanti alla scoperta dell’ipotetico assassino. Infatti più si va avanti con la lettura e più il lettore si illude, svariate volte, di aver capito chi sia l’assassino! Questo “scherzo” dell’autore dura fino alla fine tanto che, nel momento in cui si scopre davvero il colpevole, io stessa pensavo di essermi illusa per l’ennesima volta!
Altro dettaglio da evidenziare è l’ironia che Joel Dicker dedica a due strambi personaggi. Con i loro dialoghi, vanno a mettere in pausa la serietà di tutto il romanzo per strappare una risata: la madre e l’editore di Goldman.
Entrambi sono personaggi talmente esasperati che è davvero impossibile non ridere di gusto davanti alle conversazioni telefoniche col protagonista. La madre non fa altro che chiamare il figlio per dirgli di lasciar perdere le indagini e pensare ad accasarsi, a dare suggerimenti e combinargli appuntamenti al buio. E’ talmente preoccupata nel non vederlo fidanzato che arriva a domandargli se sia omosessuale e perché non glielo abbia ancora detto! L’editore invece, venale fino al midollo osseo, si rivolge al protagonista in modo sempre burbero e cinico. Gli suggerisce in continuazione di mettere un po’ di pepe erotico nel romanzo perché non farebbe che aumentare le vendite!
La verità sul caso Harry Quebert è un romanzo che consiglio a tutte. Anche a quelle che come me non sono abituate a leggere i gialli. Sono sicura che arriverete all’ultima pagina in pochi giorni. D’altronde se è un libro che ha avuto successo, ci sarà pure una ragione no?
Buona lettura!
Francesca Cirianni