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Liliana Segre, Giornata della memoria

Liliana Segre è una delle poche testimoni degli orrori dei campi di sterminio nazifascisti.

Liliana Segre è nata a Milano il 10 settembre del 1930.Liliana Segre

Fu deportata con il padre Alberto dal 1943 fino al giorno della liberazione il 27 gennaio del 1945

Viveva con il padre Alberto in corso Magenta 55, dove oggi c’è una pietra d’inciampo a lui dedicata. Liliana Segre

Nel 1943, dopo l’armistizio, quando Milano era sotto l’occupazione nazista, il padre cercò di scappare in Svizzera a Lugano con Liliana, 13 anni, e due cugini; ma purtroppo furono rimandati indietro dai gendarmi svizzeri, arrestati, chiusi in carcere per sei giorni a  Varese, poi a Como, poi a San Vittore a Milano per 40 giorni.

Nel gennaio 1944, consegnati alle SS, i Segre furono deportati in Germania in un vagone piombato dal binario 21 della stazione di Milano Centrale.

La ragazzina venne internata a Birkenau-Auschwitz, nella sezione femminile che contava 600mila donne.

Sul braccio, il numero tatuato che porta ancora: 75190.

Il padre resistette tre mesi: morì il 27 aprile del 1944.

Liliana invece sopravvisse, lavorando presso la fabbrica di munizioni Union, che apparteneva alla Siemens, facendo la fame, superando tre delle terribili ‘selezioni’ del campo, e poi nel 1945 la cosiddetta”marcia della morte”, quando le SS in fuga davanti all’avanzata sovietica sgombrarono Auschwitz spingendo verso il nord della Germania, a piedi, 56mila internati.

A Malchow, un sottocampo del campo di concentramento di Ravensbrück, Liliana venne liberata il 30 aprile del 1945 dall’Armata rossa.Liliana Segre

Aveva quattordici anni e un anno e mezzo di lager alle spalle.

Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni deportati ad Auschwitz, ne sopravvissero solo 25 e lei è una di quelli.

Nel gennaio del 2018 Liliana Segre fu nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.

Oggi è un testimone di quello che è stato e per non dimenticare.

 

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