Come ci si può perdonare per le scelte sbagliate
Come ci si può perdonare per aver scelto al proprio fianco un uomo sbagliato?
Come ci si può perdonare per aver fatto un figlio con un uomo totalmente diverso da te? Che anche lasciandolo rimarrà comunque parte della tua vita fino alla fine dei tuoi giorni?
O meglio ci si perdonerà mai? Riusciremo mai ad accettare di aver fatto un errore cosi grande che ha segnato la nostra vita in un modo indelebile?
Quante donne sento che vivono questa difficoltà nell’accettare di aver fatto valutazioni sbagliate. Di aver fatto scelte dettate dall’età, dall’immaturità, dalla voglia di quel momento senza però pensare al dopo.
E cosa succede a queste donne quando si ritrovano da sole di notte in camera e ricevono un messaggio dal loro ex marito che ancora una volta mostra superficialità, stupidità, tutte quelle caratteristiche da cui si cerca di scappare ma da cui non si riesce?
Diventa un agonia, un tormento continuo legato a non detti, a sensazioni di impotenza, di sconforto che si legano anche ad un dispiacere relativo a quello che un giorno potrà pensare il figlio chiedendosi “a cosa stava pensando mia madre quando se l’è sposato?”.
Bisogna Perdonarsi. Diventa importante ripercorrere la strada della scelta per poter arrivare al perdono e al lasciar andare, consapevole che tanto nessuno è in grado realmente di cambiare se non attraverso un lungo percorso su di sè.
L’importanza della pazienza, del silenzio, di quella forza che forse un tempo si pensava di non avere, ma che oggi è la forza principale che ti permette di andare avanti.
A volte quella manca, la pazienza, il contare fino a 10, il non rispondere a provocazioni, il non rispondere alla propria impulsività, ma il silenzio permette all’anima di elaborare; lavorare su informazioni che arrivano e che hanno bisogno di essere immagazzinate per poter poi decidere cosa farne.
Conosco donne che si sono prese carico emotivo di sbagli matrimoniali, che anche se tradite e prese in giro, hanno continuato a pagare emotivamente per questo errore di valutazione, arrivando a ricoprire il ruolo di colei che ha fatto realmente l’errore.
Si capovolgono i ruoli quando non si vive di pazienza e di silenzio, si permette all’altro di attaccarsi a parole, emozioni, reazioni che non sono funzionali, ma pienamente disfunzionali.
Diventa quindi importante, amarsi, tutelarsi, sostenersi, sapersi sfogare con chi si può, sapersi coccolare e quindi rigenerare, ricarburare. La sensazione di “fallimento” è sempre dietro l’angolo, e più ci insegniamo a vivere in maniera distaccata il passato, più riusciremo a vivere il presente in modo centrato ed equilibrato.
Scagli la prima pietra chi non ha mai fatto un errore di valutazione.
Per questo diventa ancora più importante accettarsi e amarsi, perchè in questo modo possiamo tutelare noi stesse e i nostri figli, mostrandogli degli strumenti molto importanti come l’ascolto dell’altro, ma soprattutto di se stesso nella relazione con l’altro.
Si sbaglia, ma questo non significa che bisogna flagellarsi per una vita.
Significa solamente che ci possiamo dare un altra possibilità sperando che sia migliore e che ci permetta di curare le ferite che sono triggers per chi ancora non si è riuscito a perdonare.
Alla fine ci sono tante donne che stanno su una barca dove molte emozioni sono: lo sconforto, la rabbia, l’impotenza, la frustrazione.
Cerchiamo di vederci come esempi per motivarci a uscire da queste emozioni e permettere al nuovo di entrare e al vecchio di essere accettato per quello che è.
Perché in fin dei conti solo con l’accettazione possiamo non provare più il fastidio, solo con l’accettazione possiamo ricevere quel messaggio che ti ricorda l’errore che hai fatto e viverlo con distacco e indifferenza.