Vulnerabile Bellezza, il film di Manuele Mandolesi
Vulnerabile Bellezza del regista Manuele Mandolesi vince come “Miglior documentario” alla 60esima edizione del Premio Globo d’Oro
Manuele Mandolesi dopo la laurea in Scienze della Comunicazione si trasferisce a Milano per partecipare al Master in Televisione e Cinema Digitale.
Ha iniziato la sua carriera da regista di documentari a Roma con il “Il Cammino di Santiago”. Successivamente ha poi raccontato conflitti ed emergenze sviluppando un percorso orientato al reportage-approfondimento su temi di attualità e di rilevanza politico-sociale.
Ha collaborato come filmmaker e regista per Raitre, La7, Mtv, Sky, Canale5, Focus; con il Corriere della Sera con cui ha raccontato, nel 2011, il periodo dell’emergenza immigrazione nell’isola di Lampedusa.
Nel 2014 ha trascorso 6 mesi su una nave militare per raccontare, con il docufilm “La scelta di Catia”.
La scelta di Catia”, è la vita della prima Comandante donna durante l’operazione “Mare Nostrum”, poi vincitore del premio Flaiano.
Nel 2017 ha vinto il Wales International Documentary Festival con il corto documentario “Far East”.
Dal 2017 ha sviluppato il progetto La Vulnerabilità della Bellezza, tre storie dal terremoto con diversi protagonisti e diversi linguaggi da distribuire su più piattaforme.
Vulnerabile Bellezza, ha vinto il premio Popoli DOC-CG Entertainment come miglior film italiano al Festival dei Popoli 2019.
E’ un documentario dove la macchina da presa scompare. Uno sguardo discreto che lascia lo spettatore “in quel momento e in quel luogo” con i protagonisti della storia, godendo di panorami mozzafiato. I tempi sono quelli della montagna, dilatati e lontanissimi dalla vita che molti di noi vivono ogni giorno. Questa famiglia di Ussita vive talmente in simbiosi con la natura che vede il terremoto come un cambiamento “naturale”, una rinascita sia per loro che per la loro terra che “rimarrà sempre bellissima”.
Una bellezza che, seppur vulnerabile, resiste insieme agli abitanti.
Già vincitore del Premio come “Miglior film italiano” al Festival dei Popoli 2019.
Il documentario è selezionato in concorso allo Sheffield Doc Fest, al Festival international du film de Nancy e al Trento film Festival.
Era il 2016 quando tre forti scosse di terremoto devastarono il centro Italia (Umbria, Lazio e Marche). Oltre Amatrice, Accumoli e Castelluccio di Norcia, famosa per la fioritura dei campi di lenticchie, nelle Marche oltre 87 paesi sono andati distrutti o lesionati, tra questi Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera.
La terra tremò come non aveva mai fatto, cambiando per sempre la vita di migliaia di persone. Tra loro c’è una giovane famiglia di Ussita, paesino in provincia di Macerata famoso per le sue montagne belle da togliere il fiato, che il regista ha seguito per più di un anno dal 2017 al 2018.
Michela e Stefano sono degli allevatori e insieme ai loro due figli Diego e Emma in quel terremoto hanno perso la loro casa, la loro fattoria e nonostante le difficoltà:dalla lunga attesa per una nuova casetta di legno alla ricostruzione delle nuove stalle per gli animali; con determinazione e dedizione lottano per ricostruire la loro vita sulle loro amate montagne, dove un giorno potranno tornare ad abitare.
Mandolesi entra nella loro intimità familiare in punta di piedi, pur rimanendo a un livello molto profondo di indagine, e mentre si continua a demolire e a ricostruire, con delicatezza racconta la loro storia nel momento più difficile della loro vita, scandita dal passare delle stagioni.
Durante il film la voce fuori campo di mamma Michela racconta la storia del soldatino di piombo che dopo tante peripezie riesce a tornare dalla sua ballerina lì dove la loro storia era iniziata, così come Michela, Stefano, Diego ed Emma che dopo 2 anni sono tornati nella loro Ussita. Ma non per tutti è stato così.
Oggi a distanza di 4 anni dal sisma la ricostruzione non è ancora iniziata e molte delle famiglie vive ancora lontano dalla propria terra o nelle soluzioni abitative d’emergenza.
Questo film è per tutti loro.
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