La partita di scacchi a personaggi viventi di Marostica
La partita di scacchi a personaggi viventi di Marostica
La rievocazione storica, giocata a piazza degli Scacchi del paese vicentino, è ideata negli anni ’50 da un gruppo di cittadini su un brogliaccio scritto e proposto da Ernesto Xausa, assessore comunale alla cultura del Comune.
La trama è successivamente scritta e drammatizzata per la messa in scena da architetto, scenografo e regista bolognese Mario Mirko Vucetich (1898-1975). Quest’ultimo nel 1954 la realizzò quale rievocazione storica, scrivendo anche il testo teatrale.
Ogni due anni, oltre 600 figuranti in costume medioevale, cavalli, armati, sbandieratori, guitti e sputafuoco, dame e gentiluomini, fanno da cornice a questa rievocazione.
Storia della partita di scacchi
La leggenda della Partita a Scacchi risale al lontano 1454. Quando Marostica era una delle fedelissime della Repubblica di Venezia ed il suo governo era retto da un podestà nominato direttamente dalla città di S. Marco.
Si racconta che in quell’anno due valorosi guerrieri, Rinaldo D’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono della bella Lionora, figlia del Castellano Taddeo Parisio. E per la sua mano si sfidarono a duello, come era di costume di quei tempi.
Taddeo Parisio, che non voleva perdere nessuno dei due valenti giovani, impedì il cruento scontro rifacendosi a un editto di Cangrande della Scala di Verona, emanato poco dopo la tragica vicenda di Giulietta e Romeo, e confermato e aggravato dal Serenissimo Doge.
Decise quindi che Lionora sarebbe andata in sposa a quello tra i due rivali che avesse vinto la partita al nobile gioco degli scacchi. Lo sconfitto sarebbe divenuto ugualmente suo parente, sposando Oldrada, sua sorella minore, ancora giovane e bella.
L’incontro si sarebbe svolto in un giorno di festa nella piazza del Castello da basso. Con pezzi grandi e vivi, armati e segnati delle insegne di bianco e di nero, secondo le antichissime regole imposte dalla nobile arte. Alla presenza del Castellano, della sua affascinante figlia, dei Signori di Angarano e di Vallonara, dei nobili delle città vicino e di tutto il popolo.
Inoltre decise che la sfida doveva essere onorata da una mostra in campo di: uomini d’arte, fanti e cavalieri, fuochi e luminarie, ballerine, suoni e danze.
E così avvenne.
Sfilarono arcieri e alabardieri, fanti schiavoni e cavalieri. Il Castellano e la sua corte con Lionora e Oldarda, la fedele nutrice, dame, gentiluomini, l’araldo, il comandante degli armati, falconieri, paggi e damigelle, vessilliferi, musici e borghigiani. E poi ancora i meravigliosi pezzi bianche e neri con re e regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni.
Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara ordinarono le mosse ed al termine della disfida un tripudio di fuochi, luci e grida festose salutarono il vincitore.
Lionora, trepidante perché segretamente innamorata di uno dei due, aveva, con discrezione, fatto sapere al contado che il Castello da basso sarebbe stato illuminato di candida luce qualora la vittoria fosse conquistata dal cavaliere che faceva battere il suo cuore.
Questo perchè così tutti potessero partecipare alla sua gioia.
I comandi alle milizie sono ancora oggi impartiti nella lingua della “Serenissima Repubblica di Venezia”.
La Partita a Scacchi a personaggi viventi è giocata sulla Piazza di Marostica, ogni secondo weekend di Settembre degli anni pari.
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