Addio ISAHO TAKATA
L’autore Isaho Takahata, famoso per essere uno dei migliori sceneggiatori e produttori di film d’animazione giapponesi degli anni ’70, si è spento ieri all’età di 82 anni.
La sua prima opera fu il lungometraggio La grande avventura del piccolo principe Valiant che vide anche la collaborazione, per la realizzazione dei layout e dei fondali, di Miyazaki.
Isaho Takahata e la collaborazione con Hayao Miyazaki e Yasuo Otsuka.
Con Hayao Miyazaki e Yasuo Otsuka, Isaho Takahata trasformò in animazione per ragazzi alcuni famosi titoli di letteratura per ragazzi. Nacquero così Le avventure di Lupin III nel 1973, Heidi realizzato nel 1974, Conan il ragazzo del futuro nel 1978 (uno dei miei preferiti in assoluto) Marco – Dagli Appennini alle Ande e Anna dai capelli rossi nel 1979.
Un anno prima della nascita ufficiale dello Studio Ghibli – nel 1984 – Takahata produce, con la regia di Miyazaki, Nausicaä della Valle del vento. Sarà il primo passo verso l’indipendenza che lo porterà appunto alla creazione con Miyazaki di una delle più importanti case di produzione cinematografiche di film di animazione.
Il primo lungometraggio diretto da Takahata per lo Studio Ghibli, nonchè il suo personale capolavoro, è il toccante Una tomba per le lucciole del 1988. E’ la storia di un ragazzino durante la Seconda guerra mondiale. Insieme alla sorellina è costretto a cercare la sopravvivenza tra il Giappone devastato dagli attacchi americani. Un film potente e commovente. Perchè Takahata era in grado di mettere la vita, per quanto dura, nelle sue opere.
Tra gli altri suoi lavori, Pioggia di ricordi (1991), Pom Poko (1994) e I miei vicini Yamada(1999).
L’ultimo suo film da regista è stato La principessa splendente. Basato sul racconto popolare Taketori monogatari, che nel 2014 viene nominato all’Oscar come Miglior film d’animazione.
Con la scomparsa di Takahata il mondo del cinema e dell’animazione perde uno dei suoi astri più splendenti e preziosi, folle e poetico quanto basta per aver fatto sognare generazioni intere dagli anni ’70 fino a noi.
Elisa Bucci