Vaccinare perché farlo
Vaccinare perché: esistono molte ragioni per cui è importante farlo.
Innanzitutto perché grazie alle vaccinazioni è possibile proteggere questa popolazione, particolarmente fragile, da infezioni gravi o che, in alcuni casi, possono avere gravi complicanze.
Inoltre, le vaccinazioni consentono di prevenire la comparsa di infezioni che, se contratte in età adulta, possono causare serie conseguenze.
Grazie alle vaccinazioni dell’infanzia è possibile produrre un vantaggio sociale, cioè la progressiva eliminazione delle malattie che sono oggetto di vaccinazione.
I vaccini sono prodotti efficaci e sicuri che, come tutti i farmaci, devono seguire un rigoroso iter di valutazione, prima di essere messi in commercio. Studi scientifici ne valutano l’efficacia e gli eventuali rischi. Una volta resi disponibili, poi, sono oggetto di una attenta sorveglianza degli effetti collaterali.
La tempistica e l’elenco delle vaccinazioni offerte attivamente e gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale sono contenuti nel calendario vaccinale.
In Italia, nel passato, si è inteso garantire il diritto alla prevenzione vaccinale per tutti i bambini nati in qualsiasi parte del nostro territorio. Tale garanzia è ottenuta con l’introduzione dell’obbligo vaccinale, che, al pari dell’obbligo scolastico, ha imposto la creazione di sedi vaccinali presenti in modo capillare sul territorio e l’offerta gratuita delle vaccinazioni.
Tutti i vaccini indicati nella tabella possono essere fatti gratuitamente presso qualsiasi Asl del territorio nazionale o presso gli ospedali.
Dopo ogni iniezione viene rilasciato un apposito libretto dove segnare tutti i vaccini e i richiami, un utile promemoria da portare con sé ad ogni vaccinazione, visita pediatrica, viaggio all’estero o durante le visite ospedaliere.
In Italia i vaccini obbligatori sono quelli contro: la poliomielite, difterite, tetano ed epatite B.
Inoltre alle quattro vaccinazioni obbligatorie, il Ministero della salute raccomanda le vaccinazioni per prevenire:
- pertosse
- meningite (attraverso i vaccini contro l’haemophilus influenzae tipo B, lo pneumococco e il meningococco C)
- morbillo
- parotite
- rosolia
- varicella
- infezione da papillomavirus.
Gli effetti collaterali sono abbastanza leggeri e possono durare uno o due giorni senza conseguenze.
I più ricorrenti sono leggera febbre, torpore e gonfiore nel punto dell’iniezione.
Per garantire una sicurezza immediatamente dopo il vaccino, si consiglia di permanere nell’ ambulatorio fino a 15 minuti dopo l’iniezione. Se si verificano episodi di febbre alta e incessante, vomito o altre forti reazioni è necessario contattare il proprio pediatra.
Che cosa succede se un genitore non vaccina il proprio figlio?
Se un genitore si rifiuta di far vaccinare il figlio, verrà chiamato per un colloquio informativo presso la ASL di appartenenza.
Un tempo i bambini non vaccinati non potevano frequentare le scuole e i genitori venivano segnalati ai Tribunali dei minori per una verifica dell’idoneità genitoriale.
Oggi non è più così. Il rifiuto non compromette la scolarità del bambino, anche se il genitore è richiamato periodicamente dalle autorità sanitarie nella speranza che abbia cambiato idea. Al compimento del diciottesimo anno di età, il ragazzo non vaccinato è invitato ad attuare di sua spontanea volontà le misure di prevenzione.
Si ricorda però che, in caso di epidemia o contagio favorito da comportamenti pericolosi per la collettività o per coloro con i quali si è venuti a contatto, il giudice può decidere di procedere penalmente contro chi non ha fatto tutto il possibile per evitarlo.
Tale evenienza è più teorica che reale, anche se a questo principio di sono appellati alcuni processi per diffusione del contagio da HIV.
Vaccinare perché è un vantaggio sociale!