Yves Saint Laurent, un genio della moda
Nato nel 1936 a Orano, nell’Algeria francese, Yves Henri Donat Mathieu Saint Laurent, meglio noto come Yves Saint Laurent, non ebbe mai alcun dubbio in merito al suo destino. Il suo primo approccio con la moda avviene proprio tra le pareti di casa, creando bambole di carta prima e abiti per la madre e le sorelle.
A 17 anni vola a Parigi e fa un incontro destinato a mutare per sempre il corso della sua vita (e della sua carriera): quello con Monsieur Christian Dior. Lavora al suo fianco, ne assorbe voracemente stile e tecnica, diviene il suo braccio destro.
Alla morte di Dior, Saint Laurent, appena ventenne divenne il suo successore.
Nel 1960 è costretto ad arruolarsi nell’esercito francese per prendere parte alla guerra d’indipendenza in Algeria.
Dai dorati atelier parigini agli aridi terreni di guerra lo shock è troppo grande. Il giovane e delicato Saint Laurent viene ricoverato all’ospedale militare Bégin di Saint-Mandé. È qui che gli giunge la terribile notizia di essere stato sostituito alla direzione creativa della maison Dior.
Lo stato clinico di Saint Laurent si aggrava e l’enfant prodige della moda francese viene sottoposto a severi trattamenti psichiatrici.
Rientrato a Parigi fa il secondo incontro più importante della sua vita: quello con Pierre Bergé. È insieme a lui che nel 1961, grazie al denaro del risarcimento ottenuto da Dior, fonda la sua maison.
Nelle sue creazioni osa lo smoking femminile. Per la prima volta le donne sono libere di indossare un completo giacca-pantalone.
Inaugura anche il nude look facendo sfilare in passerella abiti trasparenti. Una vera e propria rivoluzione della moda!
Suoi anche gli abiti grafici Mondrian e gli abiti a sottoveste con stampe che si ispiravano alle opere di Andy Warhol.
Sempre provocatorio si fa ritrarre nudo per promuovere la sua Eau de Toilette pour Homme.
La sua carriera prosegue tra brillanti successi e ricadute nella depressione, il collezionismo d’arte e la dipendenza dalla droga. Continua tra alti e bassi fino alla sua morte, avvenuta il 1 giugno del 2008 a Parigi.
Oggi nel mondo ci sono due musei a lui dedicati: uno a Parigi e uno a Marrakech, le due città simbolo della sua vita.
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Federica Donati