La scrittura come chiave di lettura
Il gesto grafico accompagna l’uomo da sempre, è un’espressione del sé per comunicare.
La scrittura è da secoli anche un’importante oggetto d’analisi per la grafologia.
Si tratta di una metodologia finalizzata la descrizione delle caratteristiche della personalità dell’individuo attraverso l’interpretazione della sua grafia.
Gli studi, che hanno dato corpo a questa disciplina, si basano su indagini empiriche e pratica clinica.
Esistono diversi orientamenti che, pur partendo da denominazioni diverse, giungono comunque a poter descrivere lo scrivente.
Ciò è possibile poiché il gesto grafico, che diviene automatico e inconscio una volta superato l’apprendimento iniziale, assume determinate qualità quanto a forma, pressione e ritmo, in base alle caratteristiche neurologiche di chi lo produce, è pertanto in grado di descrivere il temperamento e le peculiarità di una persona.
La grafologia può diventare un valido strumento per la psicologia, aiutando il terapeuta a capire in poco tempo alcune importanti caratteristiche della persona che richiede la sua consulenza e fornendo un valido strumento alla persona stessa per conoscersi meglio.
Nel caso dei bambini, la cui personalità è ancora in via di sviluppo, la grafia non potrà consentirci di valutarne il carattere come negli adulti, ma può fornire, sorpassato il periodo dell’apprendimento iniziale, degli spunti interessanti sui piccoli scriventi.
Ci sono scritture lente e scritture veloci.
Così come ci sono menti più lente e riflessive e menti più veloci e impulsive, ci sono scritture che rivelano un pensiero più pratico, e grafie che ci parlano di un pensiero più analitico.
Il tipo d’intelligenza di ogni alunno ne determina il modo di approcciare all’apprendimento.
Sternberg ci parla della teoria triarchica dell’intelligenza.
Una descrizione dell’intelletto basata sulla modalità di elaborare le informazioni per svolgere un compito.
La cosiddetta intelligenza analitica include la capacità di analizzare cogliendo i dettagli, il saper fare confronti tra elementi diversi.
Un alunno con questo tipo d’intelligenza sarà molto bravo se gli chiediamo di descrivere ad es. le differenze tra le balene e i pesci (un compito di analisi e confronto).
L’intelligenza creativa è la capacità di scoprire e di immaginare.
Gli alunni con intelligenza creativa riuscirebbero molto bene in un compito che richieda ad es. di fare un disegno e scrivere una storia sulle balene (un compito creativo).
L’intelligenza pratica è propria di coloro che sanno capire di che cosa concretamente c’è bisogno in una data situazione.
Sono in grado di utilizzare gli strumenti a loro disposizione per realizzare ciò che serve.
Alunni con intelligenza pratica potranno dare il meglio ad es.nel pensare ad alcuni modi per salvare le balene dal pericolo dell’estinzione (un compito pratico).
In alcuni bambini emergerà maggiormente un tipo d’intelligenza in altri un altro.
Capire quale sia il loro stile cognitivo può essere un valido aiuto per chi si occupa del loro apprendimento.
Naturalmente, non si può e non si deve considerare solo i punti di forza dei ragazzi, è anche necessario compensare i punti deboli.
Gli insegnanti possono aiutarli mantenendo flessibilità nei propri metodi didattici e valutativi.
Tiziana