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Cognome ai figli, ecco le novità

Oltre a scegliere il nome del nascituro ora i genitori sceglieranno anche il cognome.

Il tanto auspicato Principio di bigenitorialetà forse sta arrivando!

Cognome

La Corte Costituzionale con una sentenza storica ha stabilito che sono illegittime le norme che impongono di dare automaticamente ai figli il cognome del padre.
La sentenza non è stata ancora depositata, ma la Corte Costituzionale ha già di fatto
invitato il Parlamento a occuparsi delle nuove leggi sull’attribuzione del cognome ai figli, indicando chiaramente i principi che dovranno seguire ovvero:

I genitori potranno decidere se dare ai figli solo il cognome del padre, solo quello della madre, oppure entrambi e nell’ordine che preferiscono.

Non tutto però ancora è chiaro e per questo bisognerà aspettare la pubblicazione integrale della sentenza e soprattutto le apposite leggi che la recepiranno.

La sentenza, pertanto, abolisce l’automatismo dell’attribuzione del cognome paterno, sostituendolo di fatto con una nuova regola generale che prevede l’attribuzione dei cognomi di entrambi i genitori («nell’ordine dai medesimi concordato»).

Dunque dopo la pubblicazione ufficiale della sentenza i genitori oltre a scegliere il nome del nascituro – potranno scegliere anche sul cognome, decidendo eventualmente di assegnare
solo quello del padre oppure, è questa rappresenta la novità principale, solo quello della madre.

È opportuno chiarire ed evidenziare che dal 2017 in Italia era già possibile affiancare al cognome del padre quello della madre, per i figli, ma solo come secondo; mentre la sentenza della Corte stabilisce che, se i genitori vogliono trasmetterli entrambi, possono scegliere anche di mettere per primo quello della madre.

Nel caso i genitori non siano d’accordo sull’ordine, la sentenza delega la decisione al giudice: in quel caso «resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico» riporta il comunicato, rimandando di fatto la decisione al Parlamento.

In effetti, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime due norme:

–  Quella che non consente ai genitori, pur di comune accordo, di attribuire ai propri figli il solo cognome della madre;
–  Quella che, in mancanza di un accordo, impone automaticamente il solo cognome del padre anziché quello di entrambi.

Invero, secondo la Corte, queste norme non rispettano il principio di uguaglianza né l’interesse del figlio, di cui entrambi i genitori devono poter condividere la scelta del cognome, in quanto «elemento fondamentale dell’identità personale».

Le nuove regole si applicheranno ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi.

La discussione sull’automatismo del cognome paterno in Italia è in corso da 40 anni: ci sono state sentenze, richiami e raccomandazioni delle istituzioni europee, disegni di legge presentati e mai discussi e altri mai approvati in via definitiva.

Sul punto la Corte Costituzionale si era già espressa nel 2016 con la sentenza n. 286, con cui aveva dichiarato incostituzionale la norma che non permetteva ai genitori di dare ai figli«anche» il cognome materno, cosa che successivamente venne permessa con una circolare del ministero dell’Interno, senza però arrivare ad una legge vera e propria, per come richiesto dalla Corte anche in quell’occasione.

La questione di legittimità costituzionale che ha portato alla già tanto discussa sentenza, era stata avanzata dalla Corte d’Appello di Potenza e, si riferiva ad una coppia che per particolari motivazioni voleva dare al proprio figlio il solo cognome materno, e che però si era vista negare questa possibilità dagli uffici comunali della propria città.

Vi sono però, alcuni aspetti e dettagli che l’intervento legislativo del Parlamento dovrà chiarire:

1. L’eventuale moltiplicazione dei cognomi mano mano che le persone con il doppio cognome avranno figli.

A riguardo si è già espressa la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, (fonte Corriere della Sera):

 «una possibilità è che quando si arriva alla generazione successiva si debba far decadere un cognome con l’accordo di tutti e due i genitori», mantenendo la stessa scelta per gli eventuali altri figli.

Lo stesso vale per i figli delle persone che già attualmente hanno due cognomi.

2. Un altro aspetto da chiarire è se il cognome debba restare lo stesso per fratelli e
sorelle figli degli stessi genitori.

3. Ulteriore aspetto da chiarire è come funzionerà retroattivamente, ovvero se sarà possibile cambiare i cognomi assegnati in passato adeguandosi alle nuove leggi ed allo stato si può dire:

 «…salvo che la Corte dia indicazioni differenti nella sentenza, la regola sarà che quel bambino, e per lui i suoi genitori, dovranno rivolgersi al tribunale o al prefetto: questa sarà la via più agevole, perché sarà alla portata di tutti…».

Aspetti dunque, di cui dovrà occuparsi l’intervento legislativo richiesto al Parlamento italiano dalla Corte Costituzionale: allo stato ci sono cinque proposte di legge in discussione alla Commissione Giustizia, presentate da diversi partiti e gruppi politici.

La discussione in commissione dovrebbe portare all’adozione di un testo unico, che dovrà poi essere approvato dal Senato e dalla Camera.

 

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