Federica Pepe: mamma in Svezia
Federica Pepe racconta su Instagram la vita della sua famiglia mista e trilingue in Svezia
Federica ha sempre sognato di vivere nel Nord Europa. Per una curiosa coincidenza incontra l’amore della sua vita e si stabilisce in Svezia. Questa è la sua storia.
Federica, parlaci di te e da dove vieni
Sono originaria di Peschiera del Garda, in provincia di Verona. Amo da sempre il freddo, la neve e le giornate uggiose che mi fanno sentire viva. Sognavo da sempre di vivere in Nord Europa. Sono laureata in Scienze Motorie con percorso elettivo educativo dove, come argomento di tesi, ho trattato lo sviluppo motorio da 0 a 3 anni. Lo sviluppo motorio dei bambini e l’educazione outdoor è da sempre la mia più grande passione e interesse. Ora la vivo in Svezia tramite il mio bambino Italo-svedese di 2 anni e racconto la nostra vita di famiglia mista e trilingue su Instagram @mammainsvezia
L’amore ti ha portata in Svezia, ci vuoi raccontare come hai conosciuto il tuo fidanzato e di come vi siete innamorati?
È una storia bizzarra, a volte non ci crediamo neanche noi. Nel 2019 vivevo a Manchester, in UK, e utilizzavo tinder. Joakim, il mio compagno svedese, era venuto proprio a Manchester in vacanza per qualche giorno con un amico e anche lui usava tinder, molto usato nei paesi del nord. Il giorno esatto in cui lui è arrivato a Manchester, io tornavo in Italia per la Pasqua. Per un’ora siamo stati in aeroporto insieme, ovviamente senza saperlo. Ma è bastato per far rilevare ai nostri tinder, quello dell’altro. Il match però, è avvenuto ben 10 giorni dopo. Non sappiamo bene come, ma i dispositivi ci hanno permesso di vedere l’altro nelle vicinanze, solo 10 giorni più tardi. Per cui pochi giorni dopo, ad aprile, quando è finalmente scattato il match su tinder, io gli ho mandato il primo messaggio. Da li sono iniziati i messaggi, che in poco tempo sono diventati chiamate, che sono diventate poi videochiamate. Ci stavamo piano piano innamorando, proprio io che a queste cose a distanza non ho mai creduto. Così dopo 4 mesi, ho deciso di prendere un aereo con un biglietto di sola andata per la Svezia, non sapendo quanto volevo rimanere. Il 24 agosto 2019, alle 21 circa, uscivo dall’aeroporto e Joakim era li ad aspettarmi. Come in un film, lui mi ha baciata. Posso dire davvero che è stato amore a prima vista. Sono rimasta ben 21 giorni prima di trovare il coraggio di separarci per iniziare una relazione a distanza.
E i tuoi genitori come hanno accolto il tuo trasferimento?
Bene, soprattutto mio papà. Diciamo che non era una novità, perché avevo già fatto i bagagli con una vita intera dentro per andare appunto in Inghilterra, quello è stato il vero distacco. Mi hanno sempre sostenuta e aiutata nella scelta. Certo la mancanza c’era, ma non me l’hanno mai fatto pesare, anzi, mio papà in primis era entusiasta della mia scelta. La mamma si sa è sempre la mamma: mi ha detto da subito che le sarei mancata tanto, ma di spiccare il volo e andare.
Ci sono delle differenze di usi e costumi che ti hanno maggiormente colpita, perché diversi da quelli italiani?
Si moltissimi direi, difficile anche dirli tutti. Quelli principali che mi vengono in mente su due piedi sono: il silenzio anche nei luoghi pubblici, l’ordine nelle strade e tra le persone, un altissimo rispetto di file e turni. È usanza abbracciarsi quando ci si incontra rispetto ai 2/3 baci a cui ero abituata in Italia e ci si toglie sempre le scarpe prima di entrare in casa di qualcuno. Ma come ho detto, potrei raccontarne davvero molte altre!
Secondo te c’è un tratto distintivo che contraddistingue le mamme italiane che non hai ritrovato nelle mamme svedesi e viceversa?
Credo che qui i bambini ricevano meno pressione, sono più liberi.
I genitori tendono a non essere molto ansiosi o apprensivi per esempio sul vestiario, sullo sporcarsi, sull’uscire a giocare al freddo, sotto zero o sotto la pioggia.
Trovo invece che le mamme italiane siano più aperte e facciano amicizia più facilmente.
Qui le persone sono molto riservate e spesso è difficile diventare amica di altre mamme appena incontrate. In Italia invece, mi basta poco per attaccare bottone al parco. Parlo però di riservatezza e non freddezza, termine che non mi piace proprio. Qui le persone sono molto gentili e, appena si crea un po’ di confidenza, diventano grandi amici, anche se, essendo appunto persone più riservate, impiegano un po’ ad avere un rapporto più profondo e stretto.
Federica, qual è la cosa che ti ha divertito di più della cultura svedese?
Credo il fatto che appena esce il sole, per loro è “estate”.
Bastano 5 gradi e sole che i ristoranti mettono a disposizione tutto il necessario per mangiare fuori e tutti, nei bar e ristoranti, si siedono all’aperto. Fanno il bagno appena si arriva ai 18/19 gradi ed escono in maniche corte con 10 gradi. All’inizio tutto ciò mi divertiva tanto, ora è diventata abitudine e capisco anche perché: dopo mesi e mesi di freddo, neve e -10°/-15°, anche solo 5 gradi con il sole si percepiscono caldi. Io stessa, che comunque non soffro il freddo, ho una percezione molto diversa, qualche grado sopra lo zero lo avverto come caldo. Ora capisco perché i turisti del nord in Italia, più precisamente al lago dove abitavo io, facevano il bagno ad aprile.
Quando siamo in Italia ad aprile, Joakim esce in maniche corte.
Infine che progetti hai per il futuro?
Ci piacerebbe comprare una casa più grande e allargare la famiglia.
Vorremmo continuare a vivere qui.
Lavorativamente parlando ho alcuni progetti che spero possano concludersi entro la fine dell’anno.
Carla Zanutto