Sara Vannini racconta Attraverso gli specchi
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Sara Vannini racconta Attraverso gli specchi

Sara Vannini racconta Attraverso gli specchi, il suo ultimo libro

Attraverso gli Specchi è parzialmente ispirato ad una vicenda accaduta all’autrice con un precedente libro. Il “Teatro delle Marionette Umane” era in uscita quando una persona, con la quale aveva conseguito una breve relazione amicale l’ha diffidata, sostenendo che quella fosse la loro storia.

Nonostante le rassicurazioni del suo legale, e nonostante l’autrice stessa avesse più volte negato ciò, il libro alla fine non è stato pubblicato per evitare ulteriori problemi con questa persona.

Ispirata da ciò che le era accaduto, l’autrice ha fatto uscire Sanders Mansion (2023) e Attraverso gli Specchi, entrambi il frutto di questa pessima esperienza.

Sara Vannini racconta Attraverso gli specchi, ho chiesto soprattutto di raccontare questa singolare vicenda.

Sara Vannini racconta Attraverso gli specchi

Come ti sei sentita nel ricevere una diffida di pubblicazione a romanzo ultimato?

Mi sono sentita come se qualcuno volesse venire ad uccidere i miei personaggi, proprio coloro che avevo creato nella mia mente e che nulla avevano a che fare con la realtà se non una sottile similitudine. Mi sono sentita come se la persona alla quale tenevo di più, e che mi aveva incoraggiata a scrivere, mi stesse tradendo. Come se lei volesse venire ad uccidere la mia protagonista e la mia creatività. È stato davvero spiacevole, oltretutto per un motivo a mio parare davvero assurdo.
Nessuno mi aveva mai diffidata prima e penso che sia una cosa che andrebbe fatta solo in casi molto gravi. L’idea di una possibile causa, il tribunale, considerando che non avevo fatto del male a nessuno, era intollerabile.
Io stavo solo provando a vivere la mia vita in tranquillità. Prima di mettere in guai simili una persona per nulla, bisognerebbe pensarci mille volte.
Ho deciso di non portare avanti la questione non perché avessi paura, ma perché non volevo assolutamente trovarmi davanti ad un giudice a svergognare una persona alla quale tenevo. Non volevo costringerla ad affermare che quelle cose erano vere. Volevo che di noi restasse qualcosa di bello, non una causa portata avanti per anni o l’immagine di lei che fa di tutto per mettersi in imbarazzo da sola.

Cos’era in realtà quel libro?

Era il frutto del mio dolore. Dopo una rottura tutti noi abbiamo modi di reagire diversi. Io scrivo. Mai e poi mai avrei messo a repentaglio la privacy di qualcuno. Mi ero ispirata ai miei sentimenti, questo è sicuro, e c’era all’interno una storia d’amore fra donne..in quale dei miei libri non c’è?
Ma non corrispondeva alla realtà. Ne portava solo delle similitudini non riconducibili a nessuno da parte di esterni.
Era un romanzo incentrato sulla manipolazione psicologica, sull’amore e sulla crudeltà della vita davanti ad un sentimento così forte.
In Attraverso gli Specchi ho riportato in vita alcuni di quei personaggi, e altrettanto ho fatto in Sanders Mansion. Mi sento realizzata lo stesso.

Quali sono gli autori in cui ti senti più influenzata a livello artistico, anche se, per Attraverso gli specchi, possiamo dire che l’ispirazione è venuta da te stessa?

Nomino sempre Stephen King. È il mio preferito sia per quanto riguarda le sue storie sia per il suo stile di scrittura.
Trovo ci sia moltissimo da imparare e in ogni suo libro c’è una grande lezione di scrittura.
Citando proprio lui, quanti dei suoi libri sono sottilmente ispirati alla realtà? Ricordo di aver letto un suo racconto che parlava di una lavanderia. Un macchinario prendeva vita e andava in giro ad uccidere le persone. Poi ho scoperto che lui stesso per un periodo aveva lavorato in una lavanderia…nessuno però lo ha mai diffidato per questo. Sarebbe stato folle.

Finora hai spaziato in più generi tenendo però sempre la costante dell’etichetta LGBT
Su cosa stai lavorando al momento?

È vero, finora la mia etichetta è stata quella, e continuerà ad esserlo. Mi sono però momentaneamente allontanata da questa corrente per dedicarmi ad un nuovo libro intitolato “Eco di un Addio”. È una storia d’amore eterosessuale che racconta di un uomo, felicemente sposato e con un figlio, che durante una vacanza in montagna si innamora di una cameriera. Inizia con lei un’intensa relazione extraconiugale che lo porterà a porsi numerosi dubbi.
È un progetto per me molto importante, sia perché è la prima volta che mi calo nei panni di un uomo, e sia perché rispecchia liberamente un mio amore adolescenziale. A tredici anni mi ero presa una cotta assurda per una cameriera di una località di montagna. Ovviamente neppure la conoscevo e lei non sapeva neanche il mio nome. Ho però voluto “dedicarle” questo libro. A lei e a tutti gli amori platonici e non corrisposti.
Mi piacerebbe che un giorno lo leggesse. È una storia del tutto inventata, sia chiaro, ma di recente ho avuto modo di contattarla e sarebbe bello se sapesse quanto importante era stata per me. Tutti noi abbiamo avuto degli amori adolescenziali. Quelle cotte impossibili che ti fanno chiudere lo stomaco. Provate a pensare come sarebbe, sedici anni dopo, tornare da quella persona e raccontarle cos’è stata per voi. Questo libro per me è stato un po’ questo.

Carla Zanutto

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