70 anni di Carlo Verdone: i film da (ri)vedere
Carlo Verdone: comico, attore, regista, sceneggiatore
Romano doc, classe 1950, figlio di un professore emerito di Storia e critica del cinema presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza e critico cinematografico.
Ecco una classifica dei migliori film di Carlo Verdone da (ri)vedere:
Bianco, rosso e Verdone (1980)
Sono in viaggio per andare a votare: un emigrato lucano che rientra da Monaco; un borghese torinese pignolo e nevrotico che viaggia con moglie e bambini; un ingenuo giovanottone romano che accompagna la nonna.
Un sacco bello (1980)
Nella notte tra il 14 e il 15 agosto a Roma. Un bulletto sta per partire con la sua “sprint” in compagnia di un amico per la Polonia, in cerca di facili congressi carnali. Un capellone in tunica bianca distribuisce volantini dei Bambini di Dio ed è catturato dal padre, esuberante comunista, che lo trascina in un consiglio di famiglia. Un timido giovanotto mammone in partenza per Ladispoli è agganciato da una bella spagnola.
Borotalco (1982)
Un complessato venditore a domicilio di enciclopedie, scambiato da una collega carina per un uomo di mondo, si infila in un carosello di equivoci.
Acqua e sapone (1983)
Per guadagnare di più, giovane bidello con laurea assume l’identità di un sacerdote italoamericano e fa il precettore di una modella. Attratto dalla bellezza della ragazza, non riuscirà a reggere a lungo la maschera del cattolico fervente.
Troppo forte (1986)
Emulo borgataro di Sylvester Stallone, Oscar Pettinari ha un grande sogno: diventare attore o, per lo meno, cascatore. Dopo essersi sottoposto a innumerevoli, inutili provini, si fa convincere da un sedicente avvocato a simulare un incidente, facendosi travolgere con la moto dalla Rolls Royce di un produttore americano. Al posto di guida è però seduta una giovane e promettente attrice che, ferita al viso, perde la parte e si installa a casa di Oscar. Ci sarà lo spazio per un breve idillio fra due maltrattati dalla vita.
Compagni di scuola (1988)
Una bella bionda, mantenuta di lusso, invita nella sua villa sull’Appia antica i suoi compagni di scuola (quindici anni dopo la licenza liceale). Un pomeriggio e una sera per arrivare alla conclusione che quasi nessuno è riuscito a realizzarsi. Ma il più imbranato del gruppo trarrà, dall’incontro, la forza di ribellarsi al tran tran che lo stava annichilendo.
Maledetto il giorno che t’ho incontrato (1992)
Critico rock e aspirante attrice s’incontrano dallo psicanalista e nasce tra i due un’amicizia solidale. Si rincontrano a Londra e in Cornovaglia e,tra alti e bassi, il loro rapporto nevrotico si trasforma in amore.
Non possiamo dimenticare Carlo Verdone in Viaggi di nozze (1995)
Il borgataro benestante con una sua simile, entrambi un po’ maniaci sessuali. Il medico pedante con l’inibita e disperata moglie: suicidio di lei al Danieli di Venezia. Infine ecco la Mascoli alle prese coi tremendi problemi familiari del neomarito.
Sono pazzo di Iris Blond (1996)
Romeo è un musicista pop in piena crisi. La sua compagna lo ha tradito con un amico che, per di più, fa parte della band in cui lui suona. Per cercare di mettere un po’ d’ordine nella sua vita si rivolge a una santona napoletana la quale gli predice che una donna dal nome di un fiore, cantante e amante della poesia sarà il suo vero grande amore. Finisce col credere che sia così quando, ridottosi a fare il pianista entertainer in crociera, incontra la belga Marguerite, in là con gli anni e appassionata cantante dell’opera di Jacques Brel. Ma il ‘vero’ amore non sarà lei perché il caso gli farà incontrare Iris, cameriera (di origini italiane) in un fast food di Bruxelles. Le piace cantare, scrive poesie dozzinali e pota gli uomini come rami secchi.
Benedetta follia (2019)
Guglielmo Pantalei, proprietario di un negozio di articoli religiosi, non si rassegna all’abbandono da parte della moglie dopo 25 anni di matrimonio apparentemente felice. Ma nella sua depressione quotidiana irrompe Luna, giovane “borgatara” romana, che si candida per il ruolo di commessa nel negozio di Guglielmo nonostante il suo aspetto e i suoi modi facciano più pensare alla lap dance che alle navate di una chiesa.
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