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I libri più belli di Frances Hodgson Burnett

Frances Hodgson Burnett: i libri più belli da leggere

Il giardino segreto (1911)

Al centro della storia, la vicenda di una bambina orfana, Mary, affidata a uno zio indaffarato e sempre lontano da casa. La prima reazione della bambina, appena arrivata nella villa dello zio, è di rifiuto. Non le piace niente. È scontrosa, capricciosa, scontenta.

Ma a poco a poco grazie ai consigli di Martha, una giovane cameriera di origine contadina, la bambina scopre la bellezza dei luoghi intorno alla casa avvicinandosi così alla natura. Ed è sempre Martha a raccontarle una storia che colpisce la sua immaginazione.

Esisteva un tempo un giardino, dove l’adorata defunta moglie dello zio amava stare e che per una tragica fatalità fu anche luogo della sua morte, per una caduta dall’altalena.

Scosso dal dolore, lo zio decise di chiudere l’entrata del giardino, in modo tale che nessuno potesse più accedervi. Mary, a quel punto, si mette alla ricerca del giardino segreto. È vero, tutti i bambini hanno sempre un luogo segreto, accessibile solo a loro. E talvolta ai loro amici più intimi. Ma in questo caso no, il giardino segreto esiste davvero. È solo da trovare!

In questa ricerca, che evidentemente è metafora di una ricerca interiore, la bambina troverà una serie di alleati che l’aiuteranno, tra cui un vecchio burbero giardiniere e due altri bambini: il fratellino di Martha, Dickon, e Colin, anche lui orfano di madre, figlio dello zio e quindi suo cugino…

Frances Hodgson BurnettIl piccolo Lord (1886) di Frances Hodgson Burnett

La vita di Cedric trascorre spensierata a New York grazie all’amore della mamma e degli amici che si è conquistato con il suo carattere aperto e gentile.

Quando però il nonno paterno – un burbero conte che lui non ha mai conosciuto – lo convoca in Inghilterra per dargli un’educazione da aristocratico, Cedric deve affrontare un’impresa per niente facile: separarsi dalle persone più care e, soprattutto, sciogliere il cuore indurito del nonno...

La piccola principessa (1905)

Sara Crewe, arriva nella scuola londinese dove dovrà stare confinata aspettando il suo papà viaggiatore per affari, precipita dalla condizione di cocca della direttrice a quella di domestica tenuta per pietà quando il babbo muore e la sua fortuna sembra svanita.

Però è buona, è sempre buona, questa piccola Sara: sia quando è una pupa privilegiata, con tanti giocattoli e cibi da condividere, sia quando il freddo e le umiliazioni dovrebbero inacidirla.

È proprio nelle difficoltà che il suo carattere, se ne aveva bisogno, si tempra e si addolcisce ancora di più. E così quando giustizia sarà fatta, e Sara tornerà in possesso della sua eredità, sarà tutto meritato, fino all’ultimo diamante. I diamanti ce li ha negli occhi: prismi straordinari che le consentono di vedere colori dove c’è solo grigio, bellezza dove c’è lo squallore.

E a forza di impegnarsi a guardare, tornerà a vedere quello che desidera: se il papà non c’è più, perché così a volte va il mondo, ci sono tanti amici, guadagnati con l’attenzione, il garbo, la disposizione di chi non dimentica mai che la gentilezza è la forza mite che fa girare la Terra…

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