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Benessere & Salute

Ictus Cerebrale

Il 29 ottobre è la Giornata Mondiale Contro l’Ictus Cerebrale

Oggi 29 ottobre si celebra la 15° Giornata Mondiale Contro l’Ictus Cerebrale. Una giornata creata dall’Organizzazione Mondiale dell’Ictus Cerebrale – World Stroke Organization.

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L’Ictus Cerebrale ogni anno nel mondo colpisce circa 15 milioni di persone, rappresentando la terza causa di morte, la seconda di demenza e la prima d’invalidità.

In Italia circa 150.000 sono le persone colpite da un Ictus Cerebrale. Ad oggi sono circa 1 milione quelle sopravvissute, con esiti più o meno invalidanti.

Per la prevenzione, è importante essere consapevoli dei fattori di rischio che, da soli o combinati, incrementano le possibilità di essere colpiti da un ictus.

I fattori di rischio principali dell’ictus cerebrale sono fumo, obesità, diabete, ipertensione arteriosa, sedentarietà e alcune anomalie vascolari e cardiache.

Trombolisi e trombectomia meccanica sono le nuove terapie adottabili in fase acuta. Trattamenti in grado di evitare completamente o migliorare moltissimo gli esiti dell’ictus. Il loro impiego, però, rimane ancora oggi molto limitato per diversi motivi quali  la scarsa conoscenza dei sintomi, quindi il conseguente ritardo nel chiamare i soccorsi.

Una vita dopo l’ictus è possibile – Up again after stroke

L’Organizzazione Mondiale dell’Ictus Cerebrale, anche nel 2019, per la Giornata Mondiale Contro l’Ictus Cerebrale ha scelto come tema Una vita dopo l’ictus è possibile – Up again after stroke.

Con questo tema si vuole incoraggiare le persone colpite da ictus a non arrendersi. Ad affrontarlo, senza lasciarsi demoralizzare.

Chi viene colpito da ictus, può subire ripercussioni, più o meno gravi, alle normali funzioni motorie e/o del linguaggio.

In occasione di questa Giornata Mondiale l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale Italia Onlus (A.L.I.Ce.Italia Onlus) fornisce diversi consigli per sostenere i caregiver e i familiari, per affrontare i principali problemi quotidiani che una persona colpita da ictus si trova difronte.

E’ davvero importante l’approccio riabilitativo, che ormai non è più incentrato solo sul paziente, ma anche sulla comunità che gli ruota intorno.

La riabilitazione è variabile da paziente a paziente. Sicuramente il periodo più importante e in cui bisogna compiere la maggior parte del lavoro sono i primi dodici mesi dopo l’ictus.

Dopo il primo anno ci si concentra di più su una “riabilitazione sociale”. Un lavoro costante e sempre più adatto alle esigenze del singolo paziente, perché ricordiamoci che ogni paziente è differente, sia per il tipo di ictus che può averlo colpito, sia per la conseguente riabilitazione di cui necessita.

Per ora le principali terapie riabilitative sono fisioterapia, logopedia e terapia occupazionale, ma ultimamente se ne sta utilizzando una che sembra essere molto utile: la musicoterapia, che riesce ad aiutare ad attivare canali diversi da quelli verbali normalmente usati.

 

Margherita Pascale Guidotti Magnani

 

 

 

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