Fast fashion
Fashion

Fast fashion ma non troppo!

La moda passa, la qualità resta: fast fashion ma non troppo.

La fast fashion quanto può essere giusta?

Ormai le catene di abbigliamento low cost sono raggiungibili ovunque e se non fisicamente sono raggiungibili online. Quante di noi fanno shopping facilmente e soprattutto velocemente con un’app? I prezzi sono abbordabili, le mode cambiano velocemente e comprare con un click è un gioco semplicissimo.

Sapevate che una catena low cost sforna fino a cinquanta microcollezioni l’anno? Se diversi anni fa erano solo due collezioni annuali, ora ben cinquanta! La domanda ha superato l’offerta. E poi, inevitabilmente, l’offerta ha superato la domanda.

 

Fast fashion

 

Tutto questo però ha uno spiacevole tornaconto. Sì, i prezzi sono modici ma quantà qualità c’è in un prezzo così basso? Quanto può durare nel tempo un capo costato così poco? Ma soprattutto, sapevate che la maggior parte dei tessuti low cost inquinano?

Ognuno di noi nel suo piccolo può contribuire. Come? Semplicemente facendo attenzione al modo in cui acquista e utilizza i capi. 

La fast fashion inquina.

Nella fase produttiva e nella fase di utilizzo. Pensate che ad ogni lavaggio di un capo sintetico vengono rilasciate nello scarico dell’acqua migliaia di particelle di microplastiche che vanno a finire direttamente e soprattutto continuamente nei nostri mari. Infine e ancor peggio nella fase di smaltimento. 

Ma allora cosa possiamo fare noi?

Ho cercato di riassumere dei brevi punti che possono aiutarci a stare più attenti al nostro modo di “consumare”. Piccole attenzioni quotidiane che se facessimo tutti potrebbero sensibilmente ridurre l’inquinamento: 

  1. HO DAVVERO BISOGNO DI QUESTO CAPO? 

Troppe volte compriamo solo per il basso costo. Troppe volte torno a casa e scopro che ‘ah, ma io avevo già una maglia nera di paillettes!” e quindi ora stazionano tutte e due nell’armadio. Cerchiamo di essere più oculati sugli acquisti, è la prima regola per il benessere del pianeta oltre che del conto in banca.

  1. COMPRARE MENO QUANTITÀ, PIÙ QUALITÀ 

Facciamo attenzione ai tessuti e alla fattura. Cerchiamo di riutilizzare i capi più volte. 

  1. LAVARE SOLO QUANDO È REALMENTE NECESSARIO 

Il lavaggio dei capi sintetici va ad inquinare i nostri mari. Ricordiamoci di non abusare troppo della lavatrice e, usandola, preferire lavaggi ecologici e/o a basse temperature. 

  1. VINTAGE, CHE PASSIONE! 

Il mercato del vintage (quello selezionato ovviamente) è sempre un’ottima risposta. Sia per acquistare che per vendere. Si possono trovare capi e oggetti che qualcun altro non usa più, di qualità ottima, e sicuramente più originali della fast fashion!

  1. PREFERIRE LE FIBRE NATURALI A QUELLE SINTETICHE

Anche in fase di smaltimento, fibre naturali come il bambù o il lino hanno un impatto ambientale decisamente inferiore rispetto a quelle sintetiche. 

  1. ATTENZIONE A COME SMALTIAMO I CAPI

Al contrario delle aziende che smaltiscono tonnellate di invenduto negli inceneritori, generando anidride carbonica in quantità, cerchiamo di buttare via gli indumenti il meno possibile. E sempre negli appositi contenitori di raccolta. 

Avete altri suggerimenti al riguardo?

Flavia La Grotteria

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