Il filo invisibile: una normalissima famiglia non convenzionale
Il filo invisibile, regia di Marco Simon Puccioni
E’ un film che racconta la vita di una normalissima famiglia non convenzionale che si trova a dover affrontare: tempeste amorose, pregiudizi, difficoltà burocratiche e non, con un unico intento: mantenere la famiglia sempre unita e compatta.
La trama
Leone (Francesco Gheghi) è un ragazzino di 16 anni che, per la realizzazione di un elaborato a scuola, decide di creare un cortometraggio.
Un cortometraggio dove racconta la vita della sua famiglia composta da lui e dai suoi due papà: l’architetto Paolo (Filippo Timi) e il gestore di ristorante Simone (Francesco Scianna).
A Leone piace raccontare di essere nato grazie ad un “cocktail” d’amore e grazie alla disponibilità di un’amica americana dei suoi genitori, che lui da sempre ha soprannominato come la sua “Dede”.
Come tutti i ragazzini della sua età, Leone sperimenta le prime volte (la prima cotta, il primo bacio, le prime festicciole, le prime canne); ma anche il doversi confrontare con alcuni pregiudizi delle persone esterne nei confronti della sua famiglia, diversa dalle altre famiglie cosiddette tradizionali.
Scoprirà di non essere gay ma di essere eterosessuale, con grande stupore di alcuni; mentre aiuterà il fratello della sua fidanzatina a fare coming out non solo con se stesso, ma anche con gli amici e soprattutto con la madre, che non accetterà questa rivelazione molto facilmente.
Una sera però, Stefano dimentica a casa il cellulare e Paolo scopre cose che mai avrebbe pensato potessero accadere, non a loro, non dopo tutto quello che insieme avevano vissuto fino a quel momento.
Scoperte che porteranno Leone ad affrontare dei momenti di sconforto profondo e che innescheranno una serie di dinamiche inaspettate; portando ad una conclusione del film non scontata.
Convinzioni verosimili o troppo acerbe?
La storia di Leone e dei suoi genitori ci illustra, senza troppo romanzare, molte difficoltà burocratiche e non che le famiglie Lgbtq+ si trovano ad affrontare quotidianamente, soprattutto in merito a genitorialità e adozioni.
Temi delicati e molto concreti narrati in modo leggero, non banale e assolutamente efficace. Permettendo allo spettatore di entrare perfettamente in sintonia con ciascuno dei personaggi, riflettendo su quello che si trova ad affrontare.
Novanta minuti in cui immergersi nella vita di questa famiglia che ci farà molto pensare e realizzare che abbiamo molte convinzioni in testa: sul mondo gay, sulle unioni civili, sull’adozione. Ma sono reali? Sono verosimili? O siamo semplicemente ancora troppo acerbi per affrontare questa realtà?
Il filo invisibile è un film da consigliare?
Sì, ad adulti e adolescenti, senza distinzione.
Il film è disponibile dallo scorso 4 marzo su Netflix
Valentina Artico
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