In cosa consiste la diagnosi del tumore alle ovaie
1.000 sono i nuovi casi di tumore maligno che vengono diagnosticati ogni giorno in Italia.
Il tumore alle ovaie è una delle 5 cause di morte per patologia oncologica fra le donne under 69. Si definisce killer silenzioso poiché la sintomatologia si mostra solo in fase avanzata.
Le ovaie sono le ghiandole sessuali delle donne e hanno la forma di una mandorla delle dimensioni di circa 2-4 cm, dipende dall’età della donna e dalla fase del ciclo. Producono gli ovociti e gli estrogeni e progesterone (ormoni sessuali femminili).
La regione interna delle ovaie è detta midollare ed è costituita da fibre elastiche e muscolari lisce, mentre quella esterna si definisce corticale e ospita i follicoli oofori che producono progesterone ed estrogeni e che sono immersi nel tessuto connettivo ricco di cellule.
Quando la produzione di cellule che costituiscono l’ovaio diviene incontrollata, si sviluppa un tumore.
Esistono vari tipi di tumore ovarico maligno come quello stromale, che interessa il tessuto di sostegno delle ovaie, germinale, che riguarda le cellule produttrici di ovuli, e il tumore epiteliale, che riguarda il 90% dei casi.
L’età della donna è un fattore che incide sullo sviluppo del tumore ovarico.
Per fare una diagnosi del tumore alle ovaie occorre una visita ginecologica con conseguente valutazione delle dimensioni delle ovaie.
Inoltre, a volte è richiesto il dosaggio del marcatore CA 125, il cui valore elevato indica una neoplasia ovarica. Questo controllo si esegue spesso assieme a una visita transvaginale.
Con questi esami è possibile avere una diagnosi precoce di un tumore ovarico e di intervenire tempestivamente con un piano preventivo ad hoc.
Per indagare la reale diffusione della neoplasia, di solito si esegue una TC addominale oppure una RM oppure un clisma opaco con bario.
Le alterazioni ai geni BRCA ad esempio sono connesse allo sviluppo del cancro ovarico, ma anche di quello al seno.
Le donne over settanta hanno un rischio di sviluppare una neoplasia ovarica per mutazioni ai geni BRCA del 20-60%.
Invece, i casi di tumore ovarico causati da geni alterati ereditati sono circa il 10%.
Per intraprendere tempestivamente un piano preventivo personalizzato è importante conoscere la propria predisposizione genetica all’insorgenza di un cancro.
Esami di screening come il test genetico SorgenteBRCA, grazie alle analisi condotte su un campione di sangue prelevato dalla paziente, consentono di scoprire possibili anomalie a tali geni.