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Interviste

MAMMAMIA! Il Pesco: l’associazione che supporta le mamme

MAMMA MIA! l’esclamazione più usata che diventa il nome di un bellissimo progetto a supporto delle mamme

MAMMAMIA! Il Pesco è un progetto ideato da Valeria Scollo e Diana Nalesso. Uno spazio dedicato alle mamme in gravidanza, neomamme e neopapà con i loro bambini.

Diana cosa ti ha portato a diventare Operatrice della nascita?

Io sono Tecnico Erborista, e per circa 10 anni ho lavorato in negozio. Durante questi anni a contatto con le persone, l’aspetto che mi realizzava maggiormente era quello di sapere di essere stata d’aiuto alle persone che si affidavano a me, sia come efficacia dell’integratore consigliato, ma anche con l’accoglienza che dimostravo loro nei confronti dei loro bisogni.

Dopo la nascita del mio secondo bambino, avvenuta in pieno periodo Covid, con le relative restrizioni, mi sono accorta di quanto mancasse, nel nostro territorio, un luogo dover poter condividere gli aspetti che comporta l’arrivo di un nuovo bambino in casa. Fortunatamente con il primo figlio si era creato un bel gruppo con altre mamme del corso preparto dell’ulss, cosa più difficoltosa in periodo di pandemia, dove il corso si era svolto on line.

La mia fortuna è stata quella di aver trascorso la seconda gravidanza in stretto contatto con Valeria. Il supporto che ci siamo date l’un l’altra è stato fondamentale, soprattutto nel post parto.

Proprio la mancanza di questo supporto, a livello territoriale, ha fatto nascere l’idea di Mamma mia, e per poter essere un vero aiuto per le mamme che si sarebbero approcciate alla nostra realtà. Ho sentito necessario formarmi in modo specifico sugli argomenti che riguardano i primi 1000 giorni del bambino, dalla gravidanza ai primi 2 anni compiuti; contestualmente di fare il mio percorso personale per poter essere un valido supporto emotivo per coloro che si sarebbero poi affidate a me.

Ho iniziato il master in Arte del maternage, assieme al mio bambino. Quando lui aveva 2 mesi e finché è stato possibile è venuto con me.

Quello che mi ha spinto a questa professione, è stata l’idea di essere un porto sicuro per chi sta affrontando il grande cambiamento della vita. Che è diventare genitori.

Valeria cosa ti ha portato a diventare Psicologa e psicoterapeuta?

Per rispondere a questa domanda dovrei raccontarti la mia storia da 37 anni fa ad oggi!

Per evitare di occupare tutto lo spazio, posso riassumere che in fondo ho sempre saputo che questa era la mia strada.

Forse se dopo il liceo mi avessero detto quanto era lungo il percorso per diventare psicoterapeuta avrei pensato ad una alternativa, o invece più probabilmente sarei andata avanti per la mia strada. Ad oggi non vedo altro lavoro nella mia vita che aiutare gli altri, ed è per questo che quando ho conosciuto Diana in un momento così delicato e difficile non potevamo fare altro che unire le nostre forse, professionalità e peculiarità caratteriali per dare vita a Mammamia!.

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Diana come nasce l’associazione MAMMAMIA! Il Pesco e di che cosa si occupa?

Come dicevo prima, l’idea di aprire Mamma mia nasce proprio dalla necessità di uno spazio, nel territorio, per la condivisione di tutti quegli aspetti che derivano dalla neogenitorialità, di cui sia io che Valeria abbiamo sentito il bisogno dopo la nascita dei nostri secondi figli.

Ma l’idea nasce anche per supportare tutte quelle neofamiglie, soprattutto neomamme, che non hanno una rete di supporto.

Spesso al giorno d’oggi i neononni lavorano ancora, oppure abitano lontani. Può capitare che in un gruppo di amici si sia i primi ad avere figli, per cui si cambiano orari e necessità, e allo stesso tempo non si hanno delle amiche che possono dare consigli anche soltanto pratici. Il nostro scopo è quello di avvicinare le neofamiglie (molto spesso sono aspetti curati dalle neomamme) che stanno passando lo stesso complesso periodo, nello stesso momento, cosi da confrontarsi ed essere il sostegno le une per le altre. Inoltre abbiamo una rete di professioniste per ogni esigenza (ostetriche, esperte in allattamento, operatrice shiatsu, consulente babywearing…), e un servizio telefonico accessibile gratuitamente tutta la settimana, proprio per chi ne sentisse la necessità o volesse entrare in contatto con le altre professioniste.

L’associazione propone molte attività per le donne in gravidanza e le famiglie con i loro bambini e le loro bambine, dai 0 ai 6 anni. Come ad esempio: le attività motorie per gestanti o nel post parto (con la possibilità di portare con sé il neonato), la mindfullness in gravidanza, attività relazionali mamma bambino divise per fasce d’età, massaggio infantile, musicoterapia, letture animate con laboratori per i bambini ed infine percorsi per la rielaborazione del parto.

Organizziamo anche incontri informativi tematici. Come ad esempio: il portare in fascia i bambini, la disostruzione pediatrica a cura di associazioni qualificate, l’allattamento o lo smettere di allattare, lo svezzamento.

Noi siamo sempre in “fermento”, per cui stiamo lavorando anche su nuovi progetti che speriamo di presentarvi con l’anno nuovo.

Valeria nei corsi di accompagnamento al parto, quanto è importante che a partecipare siano anche i futuri papà?

Non è importante. È fondamentale! Lavorando con le coppie abbiamo scoperto quanto i papà si sentano esclusi dal grandissimo privilegio di dare la vita. Biologicamente parlando è così, ma il loro ruolo nella coppia e nella nuova famiglia è di enorme importanza. Una mamma ha bisogno di essere capita e sostenuta in primis dal suo compagno. Da qui parte anche la prevenzione alla depressione post partum, proprio dal senso di contenimento e affetto che una neo mamma sperimenta dalle persone più vicine a lei.

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Diana un papà partecipante e ben informato diventa un grande supporto nel periodo post parto. Può dare protezione, accoglienza, solidità e amore. Ai vostri corsi partecipa un buon numero di papà?

Esattamente, un papà ben informato può fare una sostanziale differenza nel periodo del post parto.
Un padre che sa quanto una donna possa essere fragile nel periodo del post parto, capisce anche quanta necessità di sostegno ci sia per la neomamma e per il neonato, questo può fare la differenza essendo più presente a livello fisico, ma anche occupandosi di chi può sostenere la mamma nei momenti i cui lui stesso non potrà esserci (ad esempio per impegni lavorativi). Aiuta a mettere confini per chi dà consigli non richiesti o diventa troppo invadente. Il neopapà dev’essere l’angelo
custode della neofamiglia. Negli ultimi anni molti papà hanno capito di essere di grandissima importanza in questo senso, per cui c’è un avvicinamento attivo dei padri, anche se, faticano a venire (più che altro di propria volontà) agli incontri preparto. Spesso sono imbarazzati e partecipano più che altro per far felice la propria compagna.

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Valeria, credo che più o meno tutte le mamme, nella fase post parto, provino un senso di inadeguatezza verso il proprio bambino. Perché ad alcune mamme succede di cadere in depressione?

La depressione post partum, come la depressione classica, è una terribile malattia che può affliggere chiunque di noi, nessuno escluso. Nei primi giorni dopo il parto è normale per una mamma sentirsi sotto tono, si chiama il fenomeno del “baby blues”: gli ormoni calano, la stanchezza aumenta, ed ecco che fisiologicamente ci si sente tristi ed inadeguate davanti a questa nuova incredibile esperienza. In poche settimane questa sensazione sparisce e lascia il posto ad un turbinio di nuove emozioni, tanto belle quanto spiacevoli, com’è normale che sia. Purtroppo per il 10-15% delle donne questo periodo sfocia in depressione post partum. i fattori che contribuiscono sono una scarsa rete sociale, solitudine durante il puerperio o, al contrario, un eccesso di presenza da parte di nonne/zie/figure esterne che non si limitano a dare una mano ma elargiscono giudizi e consigli non richiesti, aumentando il senso di inadeguatezza che una mamma inevitabilmente prova.

genitori

Diana, MAMMAMIA! Il Pesco oltre alle tematiche relative alla gravidanza, al parto e al post parto, all’ allattamento e alla genitorialità, offre varie occasioni di incontri che riguardano la crescita del neonato. Come si sviluppano?

Si può dire che l’argomento viene costantemente ripreso un po’in tutti i corsi o gli incontri che proponiamo, proprio perché lo sviluppo psicomotorio del bambino è davvero rapido nel corso, soprattutto, del primo anno di vita. Dunque in base al corso o all’incontro proposto viene affrontato da un punto di vista differente, ad esempio con il massaggio infantile, ma anche quando si parla di portare in fascia, oppure dello svezzamento, o ancora dell’interazione genitore bambino nei corsi relazionali o nei percorsi di musicoterapia. Direi che il momento in cui viene affrontato più spesso è proprio nello spazio gratuito del mercoledì mattina, dove lasciamo ampio spazio a dubbi e curiosità delle mamme, che spesso si trovano spaesate da scatti di crescita o modifiche nel ritmo del sonno del bambino.

Valeria, per chi non è del posto, il nome della vostra associazione è curioso: come è nato e qual è il suo significato preciso?

Mamma mia! Esiste un’esclamazione al mondo più significativa di questa? La diciamo quando siamo sorpresi, quando siamo felici, quando siamo arrabbiati e quando non ne possiamo più. Tutte emozioni che vogliamo celebrare col nostro progetto di supporto alle mamme!

Il Pesco invece è l’associazione “madre” (per rimanere in tema) che ci ha dato la vita, regalandoci un ramo del suo albero per permetterci di crescere.

Si occupa di malati di Alzheimer. In generale ha l’obiettivo di risvegliare e incoraggiare nei cittadini il senso di appartenenza e di responsabilità verso il proprio territorio, attraverso la partecipazione attiva della comunità con tutti i mezzi e le forze che si possano trovare.

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