noia tra le lenzuola
Interviste

La noia tra le lenzuola, un racconto di una coppia solida

La noia tra le lenzuola. Cosa succede quando il sesso in una coppia si è perso? Ecco il racconto di una coppia solida.

noia tra le lenzuola

Anna e Giorgio, due amici che conosco da tempo, la chiamano così, da sempre, da quando ancora erano fidanzati e compagni di università. Perchè prima di sposarsi, hanno trascorso un periodo di convivenza, chiamandola proprio “fatta famiglia”! Loro sono una coppia simpatica e solare e, nonostante siano molto innamorati, stanno attraversando un momento di noia tra le lenzuola. Così hanno deciso di raccontarlo.

Premetto che noi ci amiamo moltissimo -racconta Anna- e dopo dieci anni di matrimonio e due figli in età scolare, provo per Giorgio lo stesso slancio d’amore di quando gli ho detto “Si, ti sposo!”.

Per me Anna è tutto il mio universo, senza di lei e i bambini non potrei vivere. I primi anni di matrimonio, dopo una romanticissima convivenza, sono stati complicati, perchè sono arrivati subito i “teppisti”. Noi li chiamiamo amabilmente così. Le nostre vite sono cambiate, trasformate da un paradiso a due, a una rocambolesca gim-kana. Tra poppate, pannolini prima, vasetti poi, pappe, scuole d’infanzia, sedute dal pediatra, notti insonni e molto altro. Bhè, in questo molto altro, però, ci sta tutto l’amore del mondo!     

Si guardano e sorridono e io ravviso in loro tutta la complicità di essere la mamma e il papà dei due adorabili “teppisti” che conosco bene e so di che cosa parlano.

I figli ti responsabilizzano -riprende Giorgio– ti fanno entrare inesorabilmente nell’età adulta. Anche se ci sei già da un pezzo e ancora non lo sai, a quasi quarant’anni dovresti  avere tutta la maturità in testa. In realtà, quando ti nasce un figlio ti accorgi da subito, come le priorità cambiano e si sposta la tua centralità. La si mette dunque improvvisamente da parte e accogli questa nuova consapevolezza della vita, ti senti veramente grande, un uomo, un papà.   

Bhè ora mi intrometto io per fermarlo, altrimenti continua per ore. -interviene Anna con la praticità che la contraddistingue- Ora che i “teppisti” sono cresciuti, respiriamo un po’ e abbiamo voglia di noi. Siamo affamati di noi ma, c’è un ma.

Non riusciamo più a trovare la strada di prima.

Sono sempre molto attratta da Giorgio, il nostro rapporto non è cambiato. Mi sono innamorata di lui per tante cose, tante belle qualità che possiede, una fra tutte è la sua gentilezza d’animo. Certo, non posso elencarle tutte, ma ammetto che per me Giorgio è bellissimo e, tutt’ora, esercita un fascino che mi travolge.

Quando non siamo insieme, ognuno al proprio lavoro, ho dei flash su di lui, ho voglia di lui, di noi, dei nostri momenti d’amore. Ci penso tantissimo e mi sento sconvolgere dentro, quel rimescolio quasi doloroso che parte dal basso ventre e mi fa battere forte il cuore. In questi momenti mi riprometto che la sera stessa, con i “teppistelli” finalmente addormentati, sicuramente farò sesso con mio marito.

La mia testa ne è convinta e le intenzioni sono delle migliori. Capita poi, che dopo una giornata pesante di lavoro, mi addormento pensando che lo farò sicuramente domani”.

“Ammetto che anche a me succede un po’ la stessa cosa. Lavoro tutto il giorno, ma ho la fortuna di rientrare a casa per le 6 del pomeriggio e la mia priorità sono loro, Francesco e Claudio. Certo, due sere alla settimana pratico attività fisica, corro, un po’ di pesi e pretendo che anche Anna dedichi del tempo per sè stessa, lei è patita di zumba. Insomma abbiamo trovato un buon equilibrio entrambi. Trovo che Anna sia ancora bellissima e che le due gravidanze abbiano aggiunto più splendore alla sua femminilità.

La desidero molto, ma quando ci troviamo al dunque, tra le lenzuola, mi sento bloccato.

Compiere gesti, rituali dettati dalla passione improvvisamente impigrita e annoiata, mi appare complicato. Eppure la desidero, ne sono follemente innamorato. E’ la mia donna!”

Un giorno abbiamo preso coraggio –continua Anna– mi ricordo perfettamente, era domenica mattina, fuori pioveva a dirotto e la casa era ancora silenziosa. Ti ricordi? Ci siamo parlati, confessati a cuore aperto. Con tutto l’amore che ci restava ancora appiccicato addosso e con quella inesorabile e insoddisfatta voglia di noi che ci pesava come un’armatura. Abbiamo cercato di sviscerare il nostro disagio, realizzando che quando facciamo l’amore, siamo meno irritabili.”  

“E comunque, non ci soddisfa più il modo in cui lo facciamo!”. Aggiunge Giorgio.

Anna esordisce di colpo – “E la paura cresce, che prima o poi uno di noi possa stufarsi che possa guardarsi intorno” -e con caparbietà aggiunge- “Voglio riprendere la mia sensualità, la mia femminilità, la mia sessualità, ma con Giorgio. Voglio fare sesso con lui!”.       

E io voglio una vita sessuale appagante con Anna che è la donna della mia vita!” -esplode Giorgio- “Dopo aver riconosciuto ad entrambi questa noia tra le lenzuola, ci siamo rivolti a un terapeuta. Abbiamo così scoperto che, come noi, ci sono altre coppie motivate a riprendere in mano le redini della propria sessualità di coppia. Questo ci ha fatto sentire meno soli.”

Stiamo imparando tante cose importantissime che ci hanno aperto gli occhi sull’evoluzione del genere umano anche tra le lenzuola! Dal ribaltamento dei ruoli, al potere delle donne. Tante cose ci sono state sfatate, come la convinzione diffusa che in una relazione tra uomo e donna, sia sempre quest’ultima a vedere scemare il desiderio, mentre lui resta sempre bramoso.

Falso, le donne vogliono fare sesso in modi differenti, più degli uomini.

Priorità di lui, penetrazione e orgasmo, mentre lei tante cose in più. L’appetito sessuale della donna è più forte, ma l”uomo, per cultura, purtroppo, lo chiama in un altro modo. E quando le donne chiedono di più le relazioni vacillano.       

L’intervento di Anna ora è disteso, si capisce che è serena nell’affrontare questo percorso e aggiunge – “Intanto ci stiamo allenando all’intimità, a sintonizzarci e a fidarci. Abbiamo stilato una lista dei propri desideri, la mia è un po’ più lunga. E’ un percorso appena iniziato e dobbiamo fare un bel po’ di strada prima di imboccare la via principale. Ma sapere che comunque siamo sulla strada giusta per arrivarci, ci conforta. Ci dicono che siamo stati bravi nel riconoscere e ammettere a noi stessi la sofferenza del nostro disagio.                                                                                  

“Noi siamo convinti” – conclude Giorgio – “che comunicarlo a noi stessi, sia stato un grande atto di amore, anche nei confronti dei nostri figli, perchè se stiamo bene insieme, possiamo garantire loro una vita piena di amore”.

Noia tra le lenzuola, ecco come sconfiggerla!

 

Carla Zanutto

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