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Psicologia e moda

Psicologia e moda.

Vi starete chiedendo che nesso hanno moda e psicologia. Adesso ve lo spieghiamo noi.

Che cosa hanno in comune lo stile animalier, le lunghezze maxi, le fantasie geometriche e lo stile mannish? Sono le tendenze della moda del prossimo inverno.

“Sfogliando” riviste virtuali e blog modaioli ho iniziato a pensare agli abiti e alla psicologia. Quel che indossiamo è una parte importante di noi, potremmo considerare i vestiti un prolungamento del sé. Ci dicono qualcosa della persona che li indossa. A più ampio spettro, le tendenze della moda sono un aspetto della società in cui viviamo.

Psicologia e moda
fonte foto: web

Cosa raccontano le tendenze del prossimo inverno?

Le ho guardate una alla volta.

Quello che adesso usa chiamare “animalier” è in verità uno “stile” antichissimo. I primi capi con cui gli esseri umani hanno scaldato e protetto il proprio corpo sono state le pelli di animali. Un uso, fatto di necessità, andato avanti per parecchi secoli.

Che significato ha vestirsi con un stile “animalesco”?

Chi lo indossa può apparirci in un certo qual modo aggressivo, ma spesso accade che l’aggressività sia una sorta di “manovra difensiva”, alla base di attacco o fuga c’è sempre la paura, così nel coprirsi di fantasie animalesche non riesco a non vedere un fondamentale bisogno di proteggersi, di sentirsi più forti.

Le lunghezze e le larghezze ampie, presenti soprattutto in cappotti, maglioni e giacche, mi sono apparse anch’esse una forma di protezione, una coccola, un volersi avvolgere morbidamente come in un caldo abbraccio.

Alle fantasie geometriche non ho potuto non collegare il dominio della razionalità che le caratterizza e i momenti in cui in genere ci aggrappiamo ad essa. Ci vuole serenità interiore per lasciarsi andare al sentire della pancia e lasciarsi guidare dall’intuito. Quando, invece, ci sentiamo più indifesi, in difficoltà, in momenti di insicurezza capita di diventare più rigidi, di trincerarsi dietro la razionalità per proteggersi.

Lo stile mannish è lo stile che include capi e linee maschili. Questo modo di abbigliarsi se da un lato è lo specchio del dualismo maschile-femminile presente nella nostra società, o, per usare le parole di June Singer, una rappresentazione dell’androgino moderno, dall’altro lato non può che evocarmi anche in questo caso desiderio di mimetizzarsi e di proteggersi, sembrando un lui, con i capi di lui.

Sarà il freddo in arrivo che sempre impone bisogno di riparo, sarà lo stato delle situazioni sociali che ci circonda a destabilizzarci, ma sembra proprio che per l’inverno in arrivo, la moda soddisfi desiderio di protezione, non solo da freddo.

Certo, come sempre, in qualità di psicologa, sono soggetto e oggetto d’indagine, per cui, per correttezza, vi riporto le parole di Anais Nin: “Non vediamo le cose come sono, vediamo le cose come siamo” è quindi assolutamente probabile che sia anche, o forse soprattutto, il mio questo tema psicologico che ho riscontrato nei dettami della moda.

Voi cosa ci vedete?

 

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