La suocera
Ad un certo punto nella vita ci innamoriamo. Se tutto va bene inizia una bella storia d’amore, che cresce, evolve, fino ad arrivare al giorno in cui si coinvolgono anche le famiglie.
Si presentano i partner ai genitori. Questo può essere un momento emozionante, difficoltoso, talvolta noioso, in certi casi un po’ critico. Tuttavia, finchè si permane nell’era del fidanzamento pre-matrimoniale o pre-convivenza, tutti, in genere, rimangono abbastanza al loro posto. Ciascuno ha la sua vita e la storia d’amore va avanti.
Se tutto procede positivamente si arriva al desiderio di costruire una vita insieme. Nasce una famiglia nuova che col tempo magari crescerà anche numericamente con l’arrivo di bambini.
Tutto questo genera nuove relazioni, nuove modalità di rapportarsi ai personaggi che ruotano attorno alla coppia.
Spesso, un comprimario di spicco e non sempre aiutante e positivo è la suocera.
Il rapporto tra la mamma del marito/compagno e la moglie/compagna è spesso difficile.
Proviamo a capire perchè.
Ci troviamo catapultate in un contesto nuovo, una famiglia nuova da costruire, una vita insieme che inizia. Questo richiederebbe una adeguata differenziazione dalla propria famiglia di origine da parte di entrambi i partner, affinchè i genitori non siano troppo presenti.
E’ vero che ci sono mamme per loro natura più invadenti ed altre più schive, ma il comportamento che i figli assumono ha un peso fondamentale nel comunicare fin dove le madri si possono spingere e quando è il caso invece di restare fuori dalla porta di casa della nuova famiglia.
Una cosa che può aiutarci è mantenere un pizzico di consapevolezza sul paradosso di dover intraprendere relazioni molto strette (parentali) con perfetti sconosciuti (i parenti del partner). Ci si aspetta di esser capaci ad andare d’accordo con qualcuno che conosciamo così poco, con cui condividiamo l’amore per una stessa persona, ma a parte questo siamo degli estranei. Sarebbe utile che i protagonisti di questa nuova e complessa relazione, la moglie/compagna e la suocera, riuscissero a darsi tempo e spazio.
Tempo per capire quali sono le cose che possono accomunare e aiutare a trovare magari argomenti che può essere piacevole trattare insieme. Si può trovare qualcosa di positivo sicuramente, dopo tutto le suocere hanno anche quegli aspetti positivi che abbiamo amato nei loro figli. Senza cercare di compiacere per poi frustrarsi per questo ma cercando un rapporto sano e veritiero, per quanto possibile.
Spazio di vita, lasciando ciascuna all’altra una propria sfera di azione.
Mi rendo conto che alcune scuoteranno la testa disperate, perchè certi rapporti suocera-nuora sono davvero complicati da tante variabili. Anche in questi casi aiutano lo spazio e il tempo: abitare lontano e vedersi di rado!
Tiziana
2 commenti
Serena V.
bellissimo articolo! io purtroppo la suocera non cè l’ho più e il rammarico più grande è quello di non averla potuta conoscere com’era veramente anche se nell’ultimo periodo della sua malattia ci siamo avvicinate tanto e le cose che mi ha detto qualche ora prima di andarsene le ricorderò per sempre…quello che vorrei dire è che ognuno di noi sia suocere che nuore dobbiamo capire che litigare non porta nulla di buono e che andare d’accordo x amore del figlio/marito è essenziale…e buona o “cattiva” che sia è sempre la persona che ha messo al mondo vostro marito/fidanzato…a me manca molto e se potessi vorrei averla qui! magari si starà facendo due risate leggendo quello che sto scrivendo…
Tiziana
Grazie per i complimenti e soprattutto per aver condiviso la tua esperienza ^_^