Una casa “a misura di bambino” grazie alla filosofia Montessoriana
Cosa significa esattamente ed in concreto trasformare la propria casa perché sia “a misura di bambino”?
Quando si hanno dei figli piccoli si sa bene che, per forza maggiore, sarà la casa a seguire il bambino e non il bambino ad adattarsi, è una regola che i genitori conoscono bene!
Ma c’è una bella differenza tra “limitare i danni” spogliando la casa di soprammobili o eliminando oggetti pericolosi perché non siano danneggiati dalla curiosità dei più piccoli, e far si che la casa diventi uno spazio in cui anche un bambino possa ritrovare la sua dimensione.
È questo il concetto base che ispira e guida da più di 100 anni la filosofia montessoriana, un modo molto preciso di condurre il bambino all’interno degli spazi, conferendo alla sua crescita un’importanza assoluta.
Come si può, dunque, trasformare una casa per adulti, in una casa per tutti, bambini compresi, lasciandosi ispirare dal messaggio di Maria Montessori?
Si parta da un concetto portante fondamentale: il bambino dovrà avere la possibilità di usufruire della casa in modo autonomo, servendosi di quello di cui necessita e imparando a muoversi accumulando esperienze, dunque crescendo. Se questo è lo spirito guida della filosofia montessoriana, vediamo nel dettaglio come plasmare la nostra casa perché questo si possa verificare.
Cameretta
La camera del bambino è lo spazio in cui si concentra buona parte di quello che è il suo mondo: il letto in cui dorme, la libreria in cui conserva i suoi giochi o i suoi libri, l’armadio in cui ripone i suoi abiti. Ogni struttura che sia realmente “a misura di bambino” deve essere “piccola”, cioè essere fruibile dal bambino in totale autonomia. Il letto, per esempio, non avrà le sbarre, sarà piuttosto una scatola priva di barriere posata sul pavimento e contenente il materasso. Il bambino potrà coricarsi da solo e alzarsi quando ne ha voglia senza chiamare la mamma.
Ogni struttura nella sua camera dovrà permettere al bambino di cimentarsi con il rimettere in ordine e con l’afferrare quello che cattura la sua attenzione, per questo, se si vorrà arredare la sua camera sulla scorta dei dettami montessoriani, basterà rivolgersi a ditte specializzate nella fabbricazione di piccoli mobili, bassi, che siano realizzati con materiali naturali, come il legno, e che sviluppino il gusto estetico del bambino. Un mobile montessoriano è un mobile semplice, colorato, che stimola la curiosità, che predispone alla scoperta.
La zona living
Se è vero che la cameretta è il luogo in cui il bambino ritrova tutto il suo mondo, è pur vero, soprattutto nei primi anni di vita, che il piccolo seguirà la mamma o il papà tentando di ripetere ogni azione che vede eseguire. Per questo c’è un’elevata probabilità che la maggior parte del tempo il bimbo giochi nella parte della casa più frequentata dalla famiglia. In questi nostri tempi è la zona living la parte più attiva della casa, quella che, solitamente in un open space, ospita cucina e area relax.
Come si può trasformare questa parte della casa perché diventi “a misura di bambino”?
L’area relax dei grandi deve avere uno spazio dedicato al bambino, dove anche lui possa distendersi, rilassarsi, giocare, creare e divertirsi. Solitamente quello che più di ogni altra struttura stimola la fantasia del bambino è la capanna, la casetta, quel luogo chiuso in cui rifugiarsi. Basteranno un tappeto, dei cuscini e un tepee indiano per catturare la sua attenzione. Il tepee è una classica struttura montessoriana, la si potrà costruire in casa con pochi e semplici elementi oppure acquistare in negozi qualificati.
E la cucina? Come si può adattare a un bambino?
Se la mamma cucina, il bimbo vorrà imitarla. E sappiamo bene che, se è nostra intenzione seguire il principio di Maria Montessori secondo cui il bambino deve autonomamente sperimentare per migliorarsi, crescere e acquisire autostima tramite l’esperienza, è allora vero che dovremo portare la cucina dal bambino. In che modo? In questo caso le strade percorribili sono due.
La prima è quella di acquistare una piccola cucina completa di tutto, preferibilmente in legno, che il bambino possa tenere nella cucina dei grandi. Potrà utilizzarla mentre la mamma prepara la cena, ripetendo esattamente le sue azioni, imitando cotture, infornate ed esperimenti culinari!
La seconda è quella di far avvicinare il bambino alla cucina dei grandi. Come? Acquistando la cosiddetta Learning Tower, una torre dell’apprendimento, ovvero uno sgabello da cui il bambino potrà salire e scendere in totale autonomia e sicurezza, raggiungendo così superfici collocate in alto. Grazie alla Learning Tower il bimbo potrà guardare la mamma mentre prepara la cena o provvedere da solo a riempire un bicchier d’acqua dal rubinetto.
L’autonomia del bambino, secondo i principi messi a punto dalla filosofia montessoriana, non deve mai spaventare. Le prime volte che il bimbo si approccia a una nuova esperienza non sarà mai solo, ci sarà un adulto a guidarlo. Quando il bimbo avrà acquisito sicurezza e avrà imparato le regole necessarie a svolgere ogni passo in sicurezza e autonomia, potrà essere lasciato libero di esplorare da solo.
Il bagno
Imparare a gestire la propria igiene è un elemento molto importante nell’educazione montessoriana. Il bagno diventa una parte della casa che va adeguata alla possibilità del bambino di arrivare a gestire tutto quello che gli serve al mattino. La torretta dell’apprendimento, solitamente realizzata in legno leggero, è facilmente trasportabile, si potrà portare in bagno perché il bimbo arrivi al lavandino e impari a lavarsi in autonomia. Ma c’è anche un’altra via.
All’interno del bagno sarà necessario allestire un angolo a lui dedicato, con un piccolo ripiano su cui poggiare tutto il materiale necessario a gestire la sua igiene personale. A sua altezza potrà essere applicato uno specchio alla parete, magari adesivo, in modo che il bambino si possa specchiare liberamente e ogni volta che lo desidera.
La presenza degli specchi in una casa che voglia ispirarsi alla filosofia montessoriana, è assolutamente fondamentale sotto molti punti di vista. Lo specchio riflette un’immagine che a partire dai primi mesi di vita il bambino impara a riconoscere come propria. Crescendo il piccolo sarà sempre più incuriosito dalla sua immagine, scoprirà che ad ogni sua azione corrisponderà un movimento ben preciso e imparerà a dosare la forza con cui alzare una mano, un braccio, una gamba. Lo specchio diventa fondamentale per vedere con i propri occhi questi movimenti verificarsi. Ma lo specchio è anche lo strumento tramite il quale il bambino inizia a riconoscere se stesso, a vedersi cambiare, a sviluppare un gusto estetico. Questo sviluppa l’autostima, stimola il gusto personale, spinge a ricercare tramite l’indagine del proprio volto la propria identità.
fonte: habitissimo
Denise