Matrimoni Gay : L’italia al di fuori di ogni confronto
Matrimoni Gay: Venerdi’ 26 giugno 2015, la Corte Suprema ha legalizzato tutti i matrimoni Gay negli Satati Uniti d’America
Il passaggio piu’ bello e commovente (il primo) è stato quello del giudice Antony Kennedy che scrive:
“Nessuna unione è più profonda del matrimonio, dato che contiene gli ideali più alti di amore, fedeltà, devozione, sacrificio e famiglia. Unendosi in matrimonio, due persone diventano qualcosa di più grande rispetto a cos’erano prima, separatamente. Come hanno dimostrato alcuni dei querelanti in questo caso, il matrimonio implica un amore che può durare anche oltre la morte. Affermare che questi uomini e queste donne non rendono onore all’ideale di matrimonio sarebbe irrispettoso. Lo rispettano a tal punto che lo desiderano per sentirsi pienamente realizzati. La loro speranza è quella di non essere condannati a trascorrere la vita in solitudine, esclusi da una delle più antiche istituzioni umane. Chiedono di essere trattati davanti alla legge con la stessa dignità delle altre persone. La Costituzione dà loro questo diritto.”
Il secondo passaggio invece, del giudice Clarence Thomas, è invece contrario all’esito della sentenza, e scrive:
“Da molto prima del 1787, la libertà è stata intesa come possibilità di fare cose al di fuori dell’ambito governativo, e non di godere di privilegi garantiti dallo stesso. La logica conseguenza di questo ragionamento è che la dignità umana non può essere “sottratta” dal governo. Gli schiavi non erano meno “degni” solamente perché il governo li considerava schiavi. Le persone internate nei campi di concentramento non persero la loro dignità perché il governo li aveva confinati lì dentro. E le persone a cui il governo non concede alcuni privilegi non sono meno “degne” per via di questo rifiuto: il governo non può garantire dignità alle singole persone, e nemmeno può portarla via”.
Partiamo dal presupposto che sposare la persona che si ama deve essere un diritto, non un privilegio.
In tutto questo l’Italia si pone al di fuori di qualsiasi confronto giustificandosi con l’influenza di una “impronta religiosa” che determinerebbe l’impossibilità di celebrare matrimoni gay, ma anche per un divieto della normativa italiana sul diritto della famiglia.
Per la Chiesa, infatti, il matrimonio è solo tra uomo e donna.
Il matrimonio gay vuole essere un vero e proprio riconoscimento civile dell’unione di due persone dello stesso sesso che comporta l’acquisizione di diritti e doveri da parte della coppia (ad esempio, la possibilità di ereditare in caso di morte del coniuge, di prendere decisioni sulla salute del partner, di avere tutele in caso di separazione, di usufruire della pensione del coniuge e altro).
In realtà si è cominciato a considerare il matrimonio gay come una proposta alternativa di costruire una famiglia: famiglia non più legata alla esclusiva finalità procreativa, ma fondata essenzialmente sulla solidarietà e rispetto dei loro componenti.
Non sappiamo quale sarà la direzione che seguirà il governo del nostro Paese, tuttavia, non potrà non tenere conto del sentore dell’opinione pubblica, oramai schieratasi in favore del riconoscimento legale dei diritti e dei doveri delle unioni tra persone dello stesso sesso.
Fatto sta che nel 2015 c’è una separazione enorme tra chi è pro e chi è contro alle nozze gay.
Personalmente credo che sia giusto garantire a TUTTI la stessa estensione di diritti e doveri.
Se per la costituzione non bisogna fare diversità di trattamenti per sesso, religione e idee politiche, bisognerebbe percio’ garantire anche quei diritti negati a certe categorie di persone.
Non solo doveri ma anche diritti!