Addio Avicii
Il nostro omaggio al dj svedese Avicii.
Il mondo della musica (e non solo) è rimasto senza fiato alla notizia della morte di Tim Bergling, famoso come Avicii. Egli ha lasciato un “vuoto incolmabile” come ha detto Ben Cryde, giovanissimo produttore italiano.
Enfant prodige della musica elettronica, aveva esordito a soli 16 anni producendo canzoni nella propria camera da letto.
Due anni dopo iniziò a calcare le scene come dj, usando lo pseudonimo Avicii, che nel buddismo rappresenta l’ultimo livello dell’inferno e che in sanscrito significa “senza onde”.
Senza onde è stata anche la sua carriera, in ascesa continua dal 2010, quando Tiësto riconobbe in lui la Miglior Promessa DJ/Produttore dell’anno.
Il resto è storia.
Tre album, diversi EP e numerosi singoli creano la sua discografia.
Collaborazioni con artisti del calibro di Madonna, David Guetta e Zucchero Fornaciari lo hanno inserito a pieno titolo nel panorama della musica internazionale prima di compiere 25 anni.
Singoli come Levels/LE7ELS, I could be the one, Wake me up hanno dominato le classifiche per mesi. E ancora oggi le ascoltiamo con la stessa freschezza dei primi giorni in cui le sentivamo. Perché la musica di Avicii è questo: una novità continua, un’esperienza sempre nuova.
I premi che ha vinto in questi anni ne sono la prova: due MTV Music Awards, un Billboard Music Award e due nomination ai Grammy. Pochi giorni fa, inoltre, era arrivata notizia della nomination per i prossimi Billboard Music Award.
Alla fine di marzo 2018 è stato rilasciato da Netflix un documentario dal titolo Avicii: True Stories. Il produttore/disc jockey racconta del suo ritiro dalle scene per motivi di salute e si fa conoscere attraverso le interviste di alcuni colleghi. Rimane così vivo il ricordo di una delle stelle più brillanti della storia della musica.
Addio a un grande artista, addio Avicii.
Caterina Pascale Guidotti Magnani