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Coronavirus: limitare il virus

Questo è il periodo di limitare il virus il più possibile.

Il Coronavirus spiegato nella serie documentario Netflix: Il Coronavirus in poche parole

Il Coronavirus in poche parole nasce da una collaborazione tra Netflix e Vox Media: Vox è una piattaforma di notizie online che offre un accesso gratuito ed una comprensione delle notizie e degli affari di cronaca

LA VOCE NARRANTE DEL DOCUMENTARIO è QUELLA DI J.K. SIMMONS.

 

Le malattie per le quali è stato realizzato un vacino, come la poliomielite e il morbillo, non causano più tanti morti come prima. Ma anche i vicini sono difficili da sviluppare.

Dottor Anthony Fauci (immunologo statunitense,capo dell’istituto statunitense National Institute of Allergy and Infectious Diseases, NIAID):
Ci vorrà da un anno a un anno e mezzo per sapere se (il vaccino) funziona davvero.
E, nell’attesa, il virus continua a diffondersi e a uccidere.
Per questo, bisogna rallentare i contagi usando un metodo molto antiquato. Risale a ben 7 secoli fa, all’epoca della Peste Nera: è la quarantena o, per usare un eufemismo, il distanziamento sociale. Si evitano assembramenti e contatti ravvicinati per rallentare la diffusione del virus.
Durante l’influenza del 1918, una città americana, St Louis adottò subito questo approccio, chiudendo scuole e luoghi pubblici, mentre Philadelphia agì con più ritardo permettendo lo svolgimento di una parata.
St Louis appiattì la curva del tasso di mortalità, il che significa che la malattia uccise per più tempo, ma meno gente morì.limitare il virus
MENTRE A PHILADELPHIA CI FU UN GRANDE PICCO.
Come l’Italia ha capito a marzo, gli ospedali faticano molto di più a salvare vite se troppi s’ammalano insieme.
Dottor Fabio Arrigoni (Coordinamento AAT 118):
Le dico che io praticamente vivo in ospedale, ma nel vero senso della parola in se: dormo in ufficio e vivo in ospedale.
Gli operatori sanitari:
Una sofferenza così concentrata e così intensa non credo di averla mai vista.
La situazione è critica. Arrivati a questo punto, l’apporto del singolo non basta più.
Ovviamente noi vogliamo evitarlo. Ecco perché molti leader mondiali hanno lanciato un unico appello
Justin Trudeau (Primo Ministro Canadese):
Andate a casa e restateci.
Boris Johnson (Primo Ministro del Regno Unito):

Dovete restare a casa.

Narendra Modi (Primo Ministro Indiano) il 22 marzo 2020:
In questo periodo, nessun indiano deve uscire di casa.
Centinaia di milioni di persone nel mondo sono in paziente attesa e cercano di reagire.
Dr. Peter Daszak (presidente di EcoHealth Alliance):
E’ necessario che i Paesi applichino una rigida quarantena nazionale per appiattire la curva. Poi, a un certo punto, sarà possibile uscirne in modo graduale e controllato.
Guardiamo la Corea del Sud. Da inizio aprile, lì hanno frenato l’epidemia senza quarantena, con test su larga scala e ricostruzioni degli spostamenti delle persone infette.
Per applicare lo stesso modello, altri Paesi dovrebbero fare più test.
Andrew Cuomo (Governatore di New York) il 29 marzo 2020:
A che punto della fase di discesa si può tornare al lavoro?
Non c’è risposta. Suppongo che la risposta sarà nei test.
Se fosse possibile testare milioni di persone oggi, domani potrebbero tornare al lavoro, giusto?
Dr. Peter Daszak (presidente di EcoHealth Alliance):
Il problema è che, se non stiamo attenti,  la pandemia potrebbe durare molto a lungo.
Ricordate St Louis?
A novembre di quell’anno, la città decise di porre fine al distanziamento sociale. Il tasso di mortalità si riacutizzò e la città si fermò di nuovo.
Con una pandemia come questa, finché non esisterà un vaccino, le scelte saranno limitate, perchè il virus è partito in vantaggio.
Gli esperti hanno sempre temuto una situazione simile.
Per limitare il virus ecco cosa ha fatto  e cosa fa:Il gruppo ECOHEALTH ALLIANCE e Coronavirus

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