Giardini di Mirò
Cultura

Giardini di Mirò, il nuovo album: Different Times

Dal 30 novembre il nuovo disco dei Giardini di Mirò, vera e propria leggenda della musica indipendente italiana.

Un’attesa lunga per una band dalla discografia sterminata che non presentava un lavoro di inediti dal lontano 2012, con “Good Luck”.Giardini di Mirò

Ma ora il tempo è giunto, e “Different Times” è pronto.

Ed è un ritorno in grande stile, che mantiene solidi legami con il passato ma proietta i Giardini di Mirò ulteriormente in avanti, verso un futuro luminoso e ancora da scrivere.

Due anni di lavoro, la solita attenzione maniacale per i suoni, per ogni minima variazione, per ogni singolo dettaglio, il tutto finalizzato a ricreare quel mood oscillante tra post rock, psichedelia ed elettronica; tutto questo che da sempre rende i dischi dei Giardini di Mirò delle vere e proprie esperienze sonore, dei viaggi musicali che ogni tanto si mantengono su eccentriche forme canzoni, altre volte deragliano verso le direzioni più disparate.

Esattamente come per la title track: nove minuti in cui i Giardini di Mirò hanno voluto mostrare a tutti di essere più in forma che mai, più focalizzati che mai, sempre pronti a ipnotizzare le orecchie e ad incendiare i palchi italiani ed europei come fanno da almeno vent’anni.

Ma in “Different Times” c’è molto di più, ci sono nove brani incredibilmente densi e 50 minuti di musica, ci sono collaborazioni prestigiose.

E poi ci sono i cambiamenti di questi vent’anni, e così “Different Times” vuole essere anche una riflessione sulla durata del tempo.

Senza dare particolari giudizi, solo accettandone le regole e le sue conseguenze, con lo sguardo che si muove verso altre parti del mondo, su altre centralità, mentre inevitabilmente cambiano la geografia e l’importanza delle cose. Anche per questo lo scatto di copertina, ad opera di Simone Mizzotti, mostra un campetto da calcio sperso in una periferia qualunque. Solo che quella periferia è in Cina.

Ma dalla Cina si torna irrimediabilmente a casa, e allora ecco che le esperienze e le metamorfosi dei Giardini di Mirò, l’equilibrio tra il nucleo storico correggese e i nuovi arrivati che negli anni hanno influenzato il percorso della band rendendolo sempre originale e mai uguale a sé stesso, vengono raccontate anche nel libro omonimo (scritto da Marco Braggion e con la prefazione di Carlo Pastore), che è uscito il 29 novembre.

Insomma, c’è voluto parecchio tempo, ma in “Different Times”, nelle sue forme, c’è tutto quello che si potrebbe chiedere a un disco dei Giardini di Mirò, ai Giardini di Mirò.

Perché sono tornati, e sono tornati sul serio.

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