storia
Cultura

La storia dimenticata di Giorgia Rossaro

La storia  narrata da chi l’ha vissuta: il racconto autobiografico di Giorgia Rossaro

La storia spesso dimentica. Chi la scrive stà ben attento a nascondere un fatto, una tragedia, un eccidio. Chi la vive ricorda tutto distintamente, nel dettaglio, con precisione come Giorgia Rossaro Luzzatto Guerrini.

96 anni portati con eleganza e allegria, una freschezza e una lucidità che sono l’esempio più prezioso che la nostra generazione deve assorbire da quella delle nostre nonne.

Giorgia Rossaro-la storia
Giorgia Rossaro con i nipoti Nicoletta, Francesca e Andrea, oggi

La Professoressa Rossaro affida le sue memorie a Laura Marangon, che le trascrive fedelmente parola per parola: Ricordi vivi di un passato lontano (Nuove Edizioni della Laguna, Gorizia 2019).

E così noi ripercorriamo insieme a loro la spensieratezza vissuta nella natìa Rovereto, l’eleganza riservata di Gorizia. Vediamo Sagrado, passando per Roma e Padova universitarie, fino a Valle Panera, rifugio selvatico e romantico. Parliamo della guerra e della pace, della famiglia e del silenzio.

Giorgia Rossaro-la storia

Alcune storie le avevo già sentite, raccontate dal nipote Andrea, amico di vecchia data. Erano però filtrate dall’affetto per la nonna. Qui, invece, sono narrate direttamente, dalla voce di chi la sofferenza l’ha vissuta sulla propria pelle e ne porta ancora le cicatrici.

Vivo questo dolore eterno nella mia solitudine e non passa giorno che io non versi le mie lacrime, ma la vita è bella e gli altri non possono capire.

Tra storia e autobiografia

Questo libro è un intreccio efficace di luoghi, fatti e persone. Racconta il vissuto.

Giorgia Rossaro
Giorgia Rossaro (a destra) con la madre e i fratelli, 1934

Il protagonista è il privato di una donna eccezionale la cui vita viene inevitabilmente segnata dalla Storia del Novecento. La sua famiglia, infatti, porta ancora oggi il lutto della guerra e di tutti i regimi che hanno insanguinato il secolo scorso: dal nazismo, al comunismo sovietico, al comunismo titino.

Ci fanno riflettere profondamente le pagine dedicate alla scomparsa del padre, deportato durante l’occupazione jugoslava dell’Istria e della Venezia Giulia.

Era il 1945, la Seconda Guerra Mondiale era appena finita. I partigiani di Tito occuparono Gorizia il 1° maggio e due giorni dopo un soldato bussò alla porta di casa Rossaro. Portò via il capofamiglia, Giorgio, Ufficiale sanitario. Quattro giorni dopo la nostra autrice e la sorella videro il padre affacciato a una finestra del carcere: le salutò con un sorriso triste. Quella stessa notte fu deportato nelle carceri di Lubjana. Da lì, il nulla.

Giorgia Rossaro
Giorgio Rossaro, Anni Venti del Novecento

Una sofferenza tangibile, tra le righe di questo struggente racconto.

Il dolore, le incertezze, le speranze hanno sempre accompagnato le famiglie degli scomparsi. Oggi, a distanza di tanti anni il silenzio copre questi avvenimenti.

Un silenzio eterno, un dolore condiviso da centinaia di famiglie private dei loro cari in quelle giornate. Un silenzio che solo recentemente è stato rotto dalla denuncia per questi fatti dimenticati e che trova in Ricordi vivi di un passato lontano una delle voci più forti ed emozionanti.

 

Caterina Pascale Guidotti Magnani

 

 

 

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *