Il nuovo disco di Edda e Marok:Noio; volevam suonar.
Edda e Marok, il nuovo disco Noio; volevam suonar.
Noio; volevam suonar. è un album di canzoni di Edda arrangiate da Maroccolo, di canzoni di Maroccolo cantate da Edda, con l’aggiunta di cover, omaggi e bizzarrie varie.
Nel titolo e nella copertina cita il celeberrimo dialogo cinematografico fra i fratelli Caponi e il vigile milanese in Totò, Peppino e la malafemmina di Camillo Mastrocinque.
Spirito surrealista e attitudine punk per un disco lo-fi realizzato con un iPad, un Mac mini e un basso, durante le rispettive quarantene, come dono urbi et orbi. A distanza fisica ma in assoluta vicinanza ideale.
A partire dall’invettiva gratuita contro i Negramaro di Maranza – che in realtà è un inno da ballo truzzo in cui al centro della pista sembra materializzarsi l’antieroe Zanardi di Andrea Pazienza – subito seguita dall’omaggio a Marco Philopat e allo storico centro sociale Virus in Servi dei servi, brano che rievoca gli anni ’80 di una Milano antagonista a quella da bere, fremente di punk e cultura underground.
Noio; volevam suonar. si sviluppa in una serie di brani profondamente segnati dai giri di basso di Marok e dall’inconfondibile voce di Edda, che suona anche le chitarre.
Rock e post rock, ballad sghembe, schizzi psichedelici, suggestioni ambient, pulsazioni ipnotiche, frequenti echi del beat italiano anni 70 sono l’architettura sonora che accoglie testi a tratti stralunati, dolorosi, malinconici, ironici, nostalgici, intimi, con improvvisi momenti dedicati al divertissement e al non sense.
E se Noio è un (finto) plagio di una celebre canzone dei Baustelle, Stai zitta; mentre Madonnina è una ninna nanna sull’amour fou, ritmata da imprecazioni “colorate”.
Ci vuole del fegato a ispirarsi liberamente a una canzone del cantautore e pittore americano recentemente scomparso Daniel Johnston e tirarne fuori Bebigionson.
Ci vuole fegato. E Marok e Edda ne hanno da vendere.
Esce il sangue dalla neve è invece una vecchia canzone di Edda scritta insieme al poeta e musicista Alessandro Grazian che trova nuova vita nel nuovo arrangiamento di Maroccolo, con il prezioso intervento di Flavio Ferri dei Delta V.
Si arriva così ad Achille Lauro, che Edda descrive perfettamente così:
“Come la lettera dei fratelli Caponi a Teddy Reno, ecco la nostra al magnifico Achille. Una dichiarazione omo da cui Marok si dissocia ma anche un tributo ai Profeti: aveva gli occhi verdi dell’amore”.
In Sognando, la musica di Gianni e la voce di Edda compiono il miracolo di trasformare una canzone di Don Backy in una traccia dai toni dark che riesce a mantenere vivo sia lo spirito dell’autore, sia quello di Mina che ne fece una versione famosissima, lasciando intatta la nota malinconica dell’originale.
E dopo i due auspiciosissimi mantra di tradizione Vaisnava di Mantrino, arriva l’ultima botta di emozione/commozione pura con un’altra cover, Castelli di sabbia, straordinaria canzone dell’indimenticabile Claudio Rocchi.
Perché in fondo i brani di Noio; volevam suonar. sono tasselli di un mosaico dei rispettivi vissuti, di ricordi, riferimenti culturali, affetti, malinconie.
Un caleidoscopio che conferma l’indipendenza assoluta e la libertà creativa di Edda e Marok.
Due artisti in grado di aprire con una sincerità disarmante la propria sfera personale al pubblico; in una dimensione che restituisce davvero il senso di un regalo, del dono, del donarsi.
Ma al tempo stesso, dalla messa in scena della dimensione intima emergono squarci del tempo che stiamo vivendo, l’esperienza collettiva di una crisi che lascia sgomenti.
Esce il 30 giugno Noio; volevam suonar. L’album sarà infatti disponibile gratuitamente sia nella versione digitale che in quella fisica (cd o vinile) semplicemente effettuando il pre-order entro il 15 giugno ( a mailorder@contemporecords.it), sostenendo le sole spese di spedizione.