Il Tabarro nella storia e dove trovarlo oggi
Attraversando secoli di storia oggi il Tabarro è un indumento di nicchia
Il Tabarro è un ampio mantello rotondo, composto da due semi ruote cucite tra loro.
Senza maniche, lungo fino al polpaccio e indossato sopra al vestito, è un indumento che ha percorso i secoli e la sua origine è riconducibile all’antica Grecia.
Inizialmente aveva la funzione di riparare dal freddo e dalla pioggia.
Lo troviamo anche presso gli Etruschi che facevano un gran uso di mantelli o cappe come la lucerna o la tabenna.
Il Tabarro nella Venezia del 1600, caratterizzava la classe dei semplici cittadini detti appunto “da tabarro”, mentre i nobili usavano la toga.
Succedeva poi che ai giovani patrizi, il Tabarro piaceva molto essendo pratico soprattutto per le loro avventure notturne.
Il governo veneziano però, avversava la moda e aveva posto esose sanzioni ai patrizi che ne facevano uso.
Solo nel 1762, venne sdoganato come indumento da indossare in ogni classe sociale.
Piaceva a tutti ed era diventato di gran moda, tanto che conquistò anche le dame.
Lo indossavano con eleganza, con le sue bellissime pieghe e i pittoreschi panneggi, esaltando di maestosa grazia la snella figura femminile.
Con l’andar del tempo, l’evoluzione dell’alta società, pone fine all’uso del Tabarro, diventando improvvisamente scomodo e nel XX secolo viene sostituito dai comodi cappotti.
Curiosità
Letteratura e storia sono piene di figure che indossavano il Tabarro.
Le famose “figure intabarrate” costituivano personaggi avvolti nel mistero, o per descrivere loschi figuri che si aggiravano per le calli veneziane e nella nebbiosa val padana.
Famosa è l’opera “Il Tabarro” di Giacomo Puccini
Oggi il Tabarro è diventato un capo di lusso, un indumento di nicchia e, chi lo indossa, si distingue per eleganza, raffinatezza e mistero.
Collezionista di memorie e custode del Tabarro è Tiziano Spigariol, uomo eclettico, artigiano, poeta, scrittore, attore, cultore della tradizione, che li confeziona da anni.
Nelle sue mani sapienti, il Tabarro prende vita con l’antico processo lavorativo e, a vederlo, sembra proprio che il tempo si sia fermato.
I suoi clienti sono persone di ogni genere, persone di una certa età che vogliono ricordare un tempo passato, ma anche giovani uomini eleganti, donne affascinate da una cultura antica e i bambini.
Il “Tabarrificio Trevisano” è una delle poche aziende che ha mantenuto nel suo genere una lavorazione di tipo artigianale e non solo, custodisce la memoria del nostro territorio e promuove eventi culturali.
“Questo lavoro è dedicato a Voi
perché,
in questo mondo che cambia,
dove il tempo ti sorpassa,
abbiamo cercato di restituirVi
il tempo delle memorie.
Noi siamo ciò che vogliamo essere;
non dimentichiamoci di
quello che siamo stati.
Anche per questa infinita poesia che è
comunque, l’esistere!”
Tiziano Spigariol
Un Tabarro è per sempre
Sorà i cavài col tabàro i omeni và,
come i spiriti i passa e vento i fa,
e el Vento…el
resto fa.
Solo indossandolo lo si conosce veramente, e a poco a poco affiora la consapevolezza che è nella sua storia, il valore aggiunto di questo indumento, per quell’ebrezza che riescono a darti tutte le cose che, in qualche modo, hanno sfidato il tempo, e il tempo è dentro a quella “voluta” creata da quella “grande ruota”, e il tempo è fuori, che spazia fra quei drappi così sempre diversi, a sviluppare effluvi di “cose fantastiche”.
Carla Zanutto