Interviste

Mo(n)stre, ovvero l’arte che fa sorridere

L’arte tra sarcasmo e ironia: Mo(n)stre si rivela in  un’intervista.

In questi anni grazie a Mo(n)stre l’arte è arrivata dappertutto, incuriosendo anche i più disinteressati: un modo di fare storia dell’arte e cultura in maniera pungente ed efficace. Il pubblico ride, ma al contempo si incuriosisce e arricchisce.

Mi è stato chiaro sin dal primo post come dietro quella pagina e al suo profilo Instagram ci sia una persona preparata, un addetto ai lavori nutrito tanto di Storia dell’Arte (quelle con le iniziali maiuscole) quanto di ironia.

Mo(n)stre

Il lockdown e la pandemia del nuovo Coronavirus stanno inoltre offrendo a Mo(n)stre una inesauribile fonte di spunti e credo di condividere sui social i suoi post almeno una volta al giorno. Le figurine animate dal suo ricco sarcasmo e la satira dei dipinti più famosi in questo momento fanno letteralmente impazzire me e impazzare il web.

La curiosità è donna, si sa, quindi WoMoms ha voluto andare alla fonte, parlare con Mo(n)stre per conoscerlo meglio e scoprire i segreti dei suoi post.

Mo(n)stre porta l’arte a tutti, per lo più facendo sorridere. SU FB risulta on-line dal 2012, ma in realtà, quando e con quali intenti è nata?

Ho aperto la pagina Facebook nel settembre 2012. Ero reduce dall’esperienza di coordinamento di un progetto che, in ambito universitario, si occupava di mostre e di musei, attraverso recensioni e approfondimenti. Mi ero così maggiormente interessato a temi quali le mostre, gli allestimenti, la comunicazione, il rapporto del pubblico con l’arte. Temi che ho voluto continuare ad affrontare sui social, da un punto di vista meno accademico e più pop. Con ironia, ma prendendo anche in considerazione tematiche serie, facendo riflettere sul mondo dell’arte e sul nostro rapporto con l’arte del passato. A Facebook si è poi affiancato, da un paio d’anni, il profilo Instagram.

Sei presente in diversi social. Qual è il tuo preferito e quali sono le differenze che trovi tra gli utenti?

La pagina è nata su Facebook e questo continua a essere il mio social preferito. Oggi se ne dice un gran male, o meglio se ne pontifica l’imminente scomparsa. Si dice che è un social da vecchi. Ma i vecchi non sono mica male, specialmente quando si deve parlare di cultura; spesso hanno un bagaglio culturale che li mette in grado di apprezzare e partecipare alle discussioni assai meglio dei ventenni (con rispetto parlando naturalmente per i ventenni preparati e svegli, ce ne sono tanti).

Paragonando ad esempio la risposta ai post su Facebook e su Instagram, noto che sul primo c’è molta più interazione, più partecipazione. In parte questo è dovuto anche alla struttura dei due diversi social, ma sicuramente anche la composizione del pubblico influisce.

Dico una cosa inimmaginabile dieci anni fa: Facebook, con il moltiplicarsi dei social, è andato incontro a una progressiva scrematura, che ne ha fatto una sorta di circolo erudito… Chiaramente esagero e sono influenzato dalla mia limitata esperienza personale. Sicuramente questo social pullulerà ancora di coglioni, ehm, leoni da tastiera assetati di odio e di gente che scrive “Sveglia!!!”. 

Mo(n)stre

Diciamo però che dal piccolo osservatorio di Mo(n)stre ho il privilegio di avere un pubblico di fedelissimi davvero preparati e spiritosi. Non si contano i “commenti memorabili”, le discussioni interessanti… insomma, bravi!

Quanto lo sviluppo esponenziale dei social ha influito sul tuo modo di “fare cultura” e divulgarla nel web?

Lo sviluppo di internet, ancor prima che dei social, e poi di questi ultimi ha cambiato profondamente il mio modo di vedere la divulgazione e la diffusione della cultura.
Vengo dal mondo degli articoli accademici, che hanno tutt’altri tempi di realizzazione e soprattutto di diffusione: sappiamo tutti quanto tempo passa dalla scrittura di un articolo alla sua pubblicazione, dalla realizzazione di un convegno alla pubblicazione degli atti -parecchi anni, a volte!
Con i social il riscontro è immediato, la discussione si può aprire subito. Per questa possibilità di divulgare in maniera rapida ho collaborato e collaboro con riviste on-line: in quel caso il discorso è più o meno lo stesso. Certo, il pericolo è quello dell’appiattimento, della superficialità.

La velocità non è, di per se stessa, un valore.

Penso ad esempio a tante istituzioni (italiane) che, tardivamente, stanno scoprendo la comunicazione social. Ci si lanciano imitando spesso lo stile di una pagina come Mo(n)stre e di tante altre: una cosa è però una pagina tra il serio e il faceto, un’altra è un profilo istituzionale.

Mo(n)stre

La comunicazione di un contenuto serio, accanto all’ironia e al sorriso, ci deve sempre essere. E ci deve essere una qualità visiva cui istituzioni illustri, di prestigio mondiale, non possono rinunciare. Penso ai primi video degli Uffizi apparsi su TikTok: bene indirizzarsi ai più giovani sulle nuove piattaforme, ma non si può solo per questo autorizzare uno spaventoso scadimento del livello.

Qual è la tua formazione? Nasci come storico dell’arte o comunque sei legato a questo mondo o sei un (espertissimo e preparato) amatore?

Sono uno storico dell’arte, con tutto il cursus honorum del caso: laurea (quando ancora ci si laureava in lettere moderne a indirizzo storico-artistico), dottorato, post-dottorati vari, disoccupazione -ma lo dico senza polemiche.

“Mostre, mostri e tutto quel che popola gli spazi espositivi italiani” è scritto tra le informazioni della tua pagina Facebook. Sono gli argomenti che principalmente tratta Mo(n)stre. In questo periodo, però, stanno facendo impazzire i post che ironizzano sul Covid-19 e, soprattutto, sulle reazioni che ha la gente durante il lockdown. Come nascono questi post? Sviluppi l’idea da un fatto reale, oppure prendi spunto da un’opera d’arte e lì maturi l’ironia?

Entrambe le cose. Di solito cerco di “essere sul pezzo”, di prendere spunto dall’attualità. Vedo che i post sui fatti del momento sono quelli che maggiormente coinvolgono i lettori. Spesso mescolo il sublime e la spazzatura, l’alto e il basso, anche come strumento per ottenere un effetto comico. Quando è possibile, cerco di far trasparire il lato storico-artistico dell’immagine che assemblo / discuto, mi piace che un contenuto storico-critico sia in qualche modo presente.

Mo(n)stre
Un accessorio irrinunciabile in questo momento. © Mo(n)stre

Insomma non come in altre e più fortunate pagine (senza far nomi  ) in cui l’opera d’arte funziona sempre e solo come puro pretesto, se invece del dipinto di una Venere ci fosse la foto di una donna nuda sarebbe la stessa cosa.

…direi che nell’intento Mo(n)stre sia perfettamente riuscito! Davvero, con i suoi post abbiamo imparato sì a ridere con l’arte e grazie all’arte, ma non solo. Ogni post ci arricchisce anche culturalmente, ci fa fare storia dell’arte. E non ci resta che ringraziarlo per condividere con noi arte e cultura in maniera leggera, ma tanto efficace!

 

Caterina Pascale Guidotti Magnani

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