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Le Meraviglie del Viaggio Pengo

Le Meraviglie del Viaggio Pengo. Il safari!

 

 

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Pengo e le sue meraviglie: il Safari nel dettaglio. Un’esperienza incredibile che ancora oggi fatico a spiegare. La tappa a Nairobi con il fascino e la meraviglia del David Sheldrick mi aveva catapultato in una sorta di altra dimensione. Così lontana da tutto quello che è il mio ambiente di vita! Qui invece sono stata travolta da un mondo ancora più lontanissimo, dove la natura comanda su tutto!
Avevo giurato che in vita mia non sarei mai salita in un aereo così piccolo. Aveva ragione la mia mamma quando mi diceva: “Ricordati che per le strade dove non vuoi andare, invece ci corri!”. O qualcosa del genere! E così quando sono salita in quel “trabiccolo volante” non sapevo più se la mia era fifa blu, o grande emozione. Perché da lì a poco sarei stata nella Terra dei Masai, nel Masai Maara, nella savana.

Fino ad allora, savana per me significava documentari, qualche film, libri, foto e Hakuna Matata. Ebbe sì, il Re Leone! Invece eccomi lì, dopo poco più di una mezz’ora di volo, atterrata in un Paesaggio sterminato dove la natura è la vera protagonista!

Tre giorni di intense emozioni, in un susseguirsi di immagini incredibili. Mandrie di zebre, gnu, bufali e poi struzzi, dik dik, antilopi, facoceri, manguste e le iene. E ancora impala, gazzelle, uccelli dall’incredibile piumaggio variopinto, alcuni (ai miei occhi ignoranti) di fattezze improbabili.

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Le meraviglie del viaggio Pengo continuano con la forte emozione provata nel trovarsi a tu per tu con una mandria di elefanti. Camminavano non curanti di noi, proteggendo i loro cuccioli! Lì per lì ho rivolto un pensiero di gratitudine per averli incontrati e nello stesso tempo ho rivolto un pensiero di speranza che mai nessuno potesse far loro del mal
Poi ancora giraffe dall’incedere elegante e sinuoso, babbuini. Dalle sponde del fiume Maara ho visto successivamente i coccodrilli, gli ippopotami. Questi ultimi vivono tutto il giorno in acqua e alle sei del pomeriggio escono, si inoltrano nella savana per mangiare. Poi ritornano al fiume alle sei del mattino, con il loro buffo incedere lento e pesante, si tuffano in tonfi pazzeschi.

Eravamo lì ad osservarli in uno scenario incredibile di un nuovo giorno che nasce acceso da un’alba mai vista.

Nei tre giorni di safari a bordo di una jeep è stato tutta una rincorsa di emozioni. Incontrare i leoni è stato memorabile. Ricordo che ci siamo attardati a contemplare una coppia “innamorata”, uno spettacolo della natura. Lei sinuosa e ruffiana, lui distrutto dopo ogni accoppiamento.  Perché dovete sapere che i leoni si accoppiano per 15 giorni ogni 20 minuti, potete dunque immaginare che nei nostri andirivieni per la savana, li abbiamo potuti incontrati più volte.

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Siamo stati assistiti dalla fortuna per aver incontrato il Leopardo… ah, uno spettacolo! Ci siamo avvicinati con cautela, perché è capace di salire in jeep con un solo balzo!

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Tre giorni in cui capisci, travolta da una realtà così primordiale, dove vige la legge della sopravvivenza, che tutto nasce da qui. Lo ravvisi in ogni punto il tuo sguardo si posa, lo pensi, lo respiri, lo vivi!
Abbiamo dormito in un bellissimo campo tendato gestito dai Masai e gustato i loro cibi. L’ultima notte, abbiamo dormito in un fantastico lodge, dotato di tutti i comfort. Sembrava inverosimile, così, in mezzo alla savana, paesaggio incredibile con tramonti mozzafiato, mentre dall’interno del bush, pulsava una vita segreta. Prima di andarmene non ho potuto fare a meno di pensare che cosa deve essere stata la savana negli anni venti o giù di lì. ,Quando per percorrerla, dovevi farti spazio perché popolata da tanti e tanti animali. Ci metto sempre di questi pensieri, considerando quanti scempi ha fatto, e fa, l’uomo.

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Ma per me il viaggio finiva qua, era tempo di ritornare a Nairobi e da lì rientrare in Italia. Sono bastati pochi giorni vissuti in Africa a lasciare il segno e capire, al mio ritorno, che il mal d’Africa esiste davvero!

Per cinque persone invece, le “Meraviglie del Viaggio Pengo” continuavano, beati loro, con la seconda parte del Viaggio Pengo. Perché, se la prima settimana del viaggio è stata dedicata all’incontrarsi con gli elefanti e a conoscere la loro vita da cuccioli orfani ed il loro habitat naturale, la seconda per i cinque viaggiatori, è stata un immersione fisica, emozionale e mentale nel loro percorso per tornare liberi (Ithumba) reso possibile dalle diverse squadre umane che vegliano su di loro quotidianamente.

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Uomini forti, di sani principi che hanno a cuore la salvaguardia del loro patrimonio naturale e che sono contro qualsiasi forma di crudeltà verso gli animali. La dott.ssa Francesca Pina del direttivo Pengo che ha proseguito il viaggio, mi ha raccontato che è stato un vero onore incontrare e condividere la missione della squadra anti-poaching. Dell’unità cinofila e dell’unità veterinaria che operano principalmente nello Tsavo mettendo a repentaglio la propria vita. Guardare i loro occhi illuminarsi per una vita salvata e spegnersi tristi per una vita persa.
E ancora mi racconta come è stato speciale entrare a Humani Kibwezi, la comunità di elefantini diventati disabili fisici in seguito ad incidenti o traumi inflitti dall’uomo per ottenere le zanne dei loro familiari e trovare un gruppo solidale, unito, felice, formato da “amici per la pelle”.
Una prova che l’unione fa la forza e che le avversità della vita si devono combattere. Per vincere.pengo

Carla Zanutto

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