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Wildlife Photographer of the Year a Forte di Bard

Wildlife Photographer of the Year a Forte di Bard, Valle d’Aosta dal 1° febbraio al  2 giugno 2020

Wildlife Photographer of the Year, il più importante riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica promosso dal Natural History Museum di Londra.

In esposizione oltre cento emozionanti immagini vincitrici nelle 19 categorie del premio selezionate tra 48.000 scatti provenienti da 100 paesi del mondo; scatti valutati da una giuria internazionale di stimati esperti e fotografi naturalisti.

Vincitore del prestigioso titolo Wildlife Photographer of the Year 2019 il fotografo cinese Yongqing Bao con lo scatto “The Moment”.

L’immagine ritrae lo scontro tra una volpe e una marmotta, uscita dalla sua tana dopo il letargo, sull’altopiano del Qinghai, in Tibet.

Wildlife Photographer of the Year
La foto cattura il dramma e l’intensità della natura: il potere del predatore che mostra i suoi denti, il terrore della sua preda, l’intensità della vita e della morte scritte sui loro volti.

Il quattordicenne Cruz Erdmann, Nuova Zelanda, invece, ha ricevuto questo premio per il suo scatto “Night glow”; scatto fatto durante una immersione notturna al largo di Sulawesi, in Indonesia. L’immagine raffigura un calamaro durante un corteggiamento.

Tra i vincitori anche due italiani.

Il giovane Riccardo Marchegiani con “Early riser”, categoria 15-17 anni, e l’altoatesino Manuel Plaickner con “Pondworld”, per la categoria Behaviour: Amphibians and Reptiles.Wildlife Photographer of the Year

Protagonista dello scatto di Riccardo Marchegiani una femmina di babbuino Gelada con il suo cucciolo all’alba su un altopiano nel Parco Nazionale del Simien in Etiopia, dove era andato con suo padre e un suo amico.

La foto di Manuel Plaickner, invece, immortala delle rane comuni in uno stagno durante il periodo dell’accoppiamento. Il fotografo ha seguito ogni primavera, per oltre un decennio, la migrazione di massa delle rane in Alto Adige.

Presenti in mostra anche le foto Little Leapers di Stefano Unterthiner, The Frozen Spires di Roberto Zanette e Migrant Megamoths di Lorenzo Shoubridge.

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