Il Coronavirus perchè è pandemia
Pandemia, ecco perché il Coronavirus lo è
Il Coronavirus spiegato nella serie documentario Netflix: Il Coronavirus in poche parole
Il Coronavirus in poche parole nasce da una collaborazione tra Netflix e Vox Media: Vox è una piattaforma di notizie online che offre un accesso gratuito ed una comprensione delle notizie e degli affari di cronaca
LA VOCE NARRANTE DEL DOCUMENTARIO è QUELLA DI J.K. SIMMONS.
Perché una malattia diventi pandemia e si diffonda nel mondo in mesi, minacciando di morte milioni di persone, è necessario un equilibrio straordinario tra contagiosità e mortalità.
Le malattie si valutano in base a questi 2 parametri.
Ecco alcune delle malattie infettive, diventate nemiche giurate dell’umanità:
- Peste Polmonare
- HIV
- Peste Bubbonica
- Ebola
- Vaiolo
- Poliomielite
- Febbre Tifoidea
- Influenza Spagnola 1918
- Influenza Suina
- Colera
- Morbillo
Ecco l’influenza umana stagionale, è meno letale dell’aviaria.
Mentre l’Influenza Spagnola del 1918 è considerata abbastanza mortale. Era aereo diffusa, cioè il virus restava nell’aria infettando chiunque lo inalasse. Si stima che il virus dell’influenza pandemica 1918-1919 infettò una persona ogni 3 in tutto il mondo, uccidendo dal 3 al 20% di chi aveva contratto la malattia. I registri medici di allora non sono esaurienti.
Ma non fu nulla in confronto al vaiolo, il quale uccideva il 30% di chi si ammalava ed era molto più contagioso.
Questo virus terrorizzò l’umanità per migliaia di anni. Solo nel XX secolo, uccise centinaia di milioni di persone.
E poi c’è stato l’EBOLA, ancor più letale. Ha ucciso, però, molto meno, in parte per la sua elevata mortalità: chi lo contrae infetta pochi altri perché si ammala gravemente, resta a casa e molti non sopravvivono.
Dr. Peter Daszak (presidente di EcoHealth Alliance):
Ciò che stupisce dei virus è che, a volte, un virus con sintomi ovvi e un elevato tasso di mortalità non genera una pandemia. Non ci riesce.
Al contrario, malattie come il morbillo, molto meno letale dell’Ebola, uccideva milioni di persone ogni anno.
Dove si collochi precisamente questo virus ancora non è chiaro, ma gli esperti la collocano come più letale del morbillo, ma meno contagiosa. Molto meno letale dell’ebola e molto meno temibile del vaiolo.
Si avvicina alle stime più basse relative all’influenza del 1918, perciò poteva andare peggio.
Ma l’equilibrio che ha raggiunto rende questa malattia devastante.
Non per questo la storia deve ripetersi. Possiamo debellare le pandemie, come abbiamo fatto in passato.
Nel XX secolo abbiamo scoperto gli antibiotici, in questo modo, la peste bubbonica e altre malattie batteriche sono diventate molto meno letali.
Ma gli antibiotici sono inutili contro questo coronavirus e i virus in generale.
Disponiamo di cure efficaci, per alcuni di essi, come l‘HIV, che ora sono diventati molto meno contagiosi e letali.
Ma è molto difficile sviluppare farmaci antivirali, perciò il modo migliore per debellare un virus è con l’immunità.
Quando alcuni virus si diffondono in una popolazione, alcuni malati muoiono, ma altri sopravvivono.
Il loro sistema immunitario impara a riconoscere il virus e a combatterlo.
Quando ciò succede a parecchie persone, il virus non può diffondersi facilmente. È la cosidetta immunità di gregge. Il tasso di infezione rallenta e il virus viene debellato.
Ma nel caso del COVID19 se il mondo avesse atteso di sviluppare immunità di gregge, sarebbero morti a milioni.
Per giunta, altri coronavirus non danno immunità a vita:
- HCoV-OC43 circa 1-2 anni d’immunità
- HCoV-229E circa 1-2 anni d’immunità
- HCoV-NL63 circa 1-2 anni d’immunità
- HCoC-HKU1 circa 1-2 anni d’immunità
- MERS-CoV non chiaro
- SARS-CoV non chiaro
- SARS-CoV-2 non chiaro
Il che rende ancor più cruciale lo sviluppo di un vaccino.
Vaccinando molte persone, otterremo l’immunità di gregge in modo sicuro salvando molte vite.
Il primo vaccino mai creato fu quello contro il vaiolo.
E, nel 1980, in seguito a una campagna di vaccinazione globale, il vaiolo è stato il 1° virus a essere dichiarato debellato nel mondo.
Il Coronavirus è pandemia e sarà ricordato come tale.
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