Puglia: la street art diventa legge
Da oggi in Puglia la street art è legge. Oggi, 19 giugno, è una data da ricordare per il mondo della street art.
Il consiglio della Regione Puglia ha approvato la proposta di legge:“Disposizioni per la valorizzazione, promozione e diffusione della street art”, sottoscritta dai consiglieri Enzo Colonna e Sabino Zinni.
Questa è sicuramente una grande svolta nel mondo della street art arrivata dopo l’annuncio fatto qualche giorno fa degli investimenti, pari circa a 4 milioni di euro, per finanziare i progetti artistici dei singoli Comuni pugliesi.
La legge, prima in Italia, che va ad individuare le azioni di sostegno della Regione, con la previsione di contributi da assegnare attraverso specifici avvisi annuali, a favore di enti pubblici che promuovano iniziative di realizzazione, valorizzazione e diffusione della “Street Art”.
Riservando particolare attenzione alle amministrazioni pubbliche che sapranno avviare percorsi partecipativi nella individuazione degli interventi da realizzare o che assicureranno una elevata qualità delle proposte in termini di valenza sociale e artistica del messaggio veicolato dall’opera da realizzare.
Inoltre la legge prevede anche che i singoli Comuni redigano un elenco di spazi – pubblici o privati – che nel loro territorio sono a disposizione dei writer.
Infine la Regione istituirà un premio annuale “Best Street ArtWork” attribuito alle migliori opere di Street Art realizzate nel territorio pugliese.
La notizia di questa mattina mi riporta alla mente Fame, uno dei più grandi festival interamente dedicato alla street art, nato nel 2007 a Grottaglie.
Dopo gli studi universitari a Bologna, Angelo Milano decise di tornare nella sua terra natia; invitare street artist da tutto il mondo, tanti ancora sconosciuti all’epoca, offrendogli cibo e ospitalità in cambio di opere sui muri degli edifici della cittadina.
Tra il 2008 e il 2012 Blu, Momo, Conor Harrington, EricailCane, Vhils e tanti altri artisti, per cinque edizioni, hanno reso il festival famoso in tutto il mondo.
Il festival era nato con un approccio anarchico e senza alcun permesso istituzionale, infatti moltissime opere,specialmente nei primi anni, sono state cancellate. Anno dopo anno però la manifestazione ha portato sempre più interesse in questo mondo.
La portata del successo, la risonanza mediatica e il definitivo consenso dell’amministrazione locale hanno privato Fame della sua stessa ragion d’essere: dare una scossa, provocare una presa di coscienza nei confronti del contesto politico e sociale di Grottaglie.
La progressiva normalizzazione dell’evento ha avuto come effetto collaterale la sua stessa morte; al termine dell’edizione del 2012 Angelo decide di chiudere definitivamente il festival, in accordo con gli artisti coinvolti. “Ciò che era nato per dividere, interrogare e provocare metteva ormai tutti d’accordo. Continuare il festival non aveva più senso, la migliore delle ipotesi era anche la peggiore, trasformare Fame in un lavoro. Fame è morto.” – spiega Angelo.
Chissà oggi cosa pensa Angelo di questa legge. Se vuoi saperne di più, FAME è diventato un documentario disponibile su Sky Arte.
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Mary Scavetta