Un libro ambientato negli anni ’20 del 900
Un libro ambientato negli anni ’20 del 900, ecco qualche suggerimento
Un libro ambientato negli anni ’20 del 900: ecco qualche idea bibliografica per tuffarsi in un momento storico particolare, che oscilla tra gli eccessi del divertimento e il moralismo discreto di una generazione ferma alla fine del secolo precedente.
Fiesta (Il sole sorgerà ancora), di Ernest Hemingway
Fiesta (Il sole sorgerà ancora – The sun also rises) è il primo romanzo di Ernest Hemingway. Il libro esce nel 1926 e racconta la vivace e disinibita atmosfera degli anni Venti.
Le vicende ruotano attorno a un gruppo di amici americani e inglesi che vivono a Parigi. La storia è raccontata in prima persona da da Jake Barnes, un uomo che praticamente s’inganna da solo: è innamorato di una donna di facili(ssimi) costumi, ma nega l’evidenza perché non può amarla come vorrebbe (è costretto all’impotenza da una ferita riportata in guerra). Galeotto sarà un viaggio in Spagna, prima separati, per poi ritrovarsi e disgregarsi a Pamplona.
La coscienza di Zeno, di Italo Svevo
Non è Italo Svevo, ma è Zeno Cosini in prima persona la voce narrante di questo romanzo, spinto dal proprio psicoterapeuta, il dottor S. a mettere nero su bianco i fatti salienti della propria vita per esorcizzare (e vincere) il proprio disagio. Egli prova un costante senso di inadeguatezza e di “inettitudine”, che interpreta come sintomi di una malattia. Il protagonista, carico di presunzione, si è sottratto alla psicoanalisi e il medico per vendetta ne pubbliche le memorie.
Memorie che non seguono un filo cronologico, ma si focalizzano sugli eventi principali della vita di Zeno: l’ordine dei racconti è basato quindi sui rapporti analogici tra gli episodi ricordati. La narrazione riflette il punto di vista del protagonista, che si lascia deviare da un’autodifesa inconscia che vuole renderlo migliore agli occhi del dottor S. (cioè del lettore).
Gli indifferenti, di Alberto Moravia
Un altro romanzo d’esordio che narra le vicende dei fratelli Carla e Michele Ardengo che vivono la noia e -appunto- l’indifferenza di una famiglia borghese ingabbiata in cliches di vecchio stampo. Essi sono totalmente incapaci di reagire alla condizione di fallimento economico e morale in cui versa la propria famiglia.
Un senso di angosciosa oppressione pervade l’intero romanzo: ogni vicenda è ambientata in spazi chiusi, dagli interni di una casa o ai finestrini di un’automobile. Questa atmosfera opprimente è simbolo della vacuità e dell’inutilità della realtà. I protagonisti non vogliono appropriarsi della propria vita e si abbandono agli eventi con indifferenza.
Il Malinteso, di Irène Némirovsky
Il Malinteso è una storia d’amore, una di quelle delicate e struggenti tra una giovane sposa e … e il suo amante.
Yves e Denise si incontrano nell’estate del 1924 in villeggiatura nella elegante cittadina di Hendaye. Lei è moglie e madre, innocente e inconsciamente sensuale; lui un (ex) ricco che conduce una vita sopra le righe, il fantasma dell’agio in cui è cresciuto. La passione che li travolge sulle spiagge di Hendaye non si sopisce nella frenesia di Parigi, ma prende un ritmo differente. Lui in città ha un impiego modesto, lei vive la noia della vita agiata ed è alla perenne ricerca delle conferme dell’amore di lui. Lui non tollera questa oppressione.
Yves vorrebbe che Denise parlasse di meno, Denise che Yves parlasse di più. E il loro amore, alla fine, subisce un’implosione che sfocia in un malinteso, cioè il mancato incontro tra due sensibilità profondamente dissonanti, tra due individui totalmente differenti che pure si amano sinceramente.
Senza dimenticare Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald
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Caterina Pascale Guidotti Magnani