Ritorno all’isola delle donne di Molly Aitken
Ritorno all’isola delle donne di Molly Aitken, la recensione di un romanzo di formazione insolito
Ritorno all’isola delle donne è il libro d’esordio di Molly Aitken, scozzese classe ’91, edito da Garzanti.
Decenni dopo aver lasciato la piccola isola di Inis su cui è cresciuta, Oona è ancora ossessionata dal luogo e dalle persone con cui è cresciuta: i ricordi d’infanzia, la gente del posto che cantava e raccontava storie sul fuoco del focolare, i campi di fiori selvatici, quella donna libera che nuotava nuda nel mare di notte, quella libertà che invidiava ai fratelli e ai figli maschi dell’isola. E inoltre quel legame così forte con il ricordo di sua madre. La madre Mary, fortemente religiosa e possessiva, la teneva nella loro piccola abitazione mentre i suoi fratelli maggiori potevano vagare liberi. Il confinamento è apparentemente per il bene di Oona, per salvarla da sè stessa e dalle tentazioni del mondo esterno. Ma era proprio così? O forse sua madre voleva rivivere le proprie delusioni attraverso la figlia?
L’isola di Inis non era un’isola felice. Era invece un luogo di annegamento per Oona ma anche per qualsiasi estraneo che ci mettesse piede, per qualsiasi persona che osava essere diversa soprattutto se donna. Se una donna sceglieva di vivere oltre determinati confini, veniva condannata e tormentata da pregiudizi e illazioni. E qui ovviamente la storia centrale è quella di Oona che fugge, dopo una grande trauma, da questa vita così chiusa mentalmente e fisicamente.
Da adulta, i segreti, la vergogna e lo stigma che l’isola ha trasmesso a Oona riaffiorano prepotentemente, minacciando di trascinarla di nuovo in quelle acque oscure sentite e percepite fortemente nell’infanzia e adolescenza. Soprattutto adesso nel momento in cui tutto questo inizia a logorare il rapporto, già difficile, con sua figlia Joyce.
La protagonista come affronterà i suoi demoni in Ritorno all’isola delle donne?
Ritorno all’isola delle donne è un romanzo che pone attenzione al mito e al folklore irlandese, alla mentalità degli isolani negli anni ’50. Inoltre ha un’impronta di formazione che risulta un po’ insolita. Questa sensazione deriva dal racconto di questo viaggio nella parte più oscura della protagonista attraverso lo stile dell’autrice che è, nella sua raffinatezza di scrittura, profondo e malinconico. Allo stesso tempo però si percepisce uno spiraglio di luce nonostante questa sofferenza che mette radici pagina dopo pagina. Piano piano Oona riuscirà a superare i suoi fantasmi. Questo avverrà soprattutto nel momento in cui scoprirà quale terribile verità si cela dietro al trauma subìto da adolescente.
Ritorno all’isola delle donne non è un libro leggero ma forte, ricco di phatos ed introspettivo, un libro che fa riflettere su un modo diverso di uscire dai propri tormenti e sofferenze.
Se hai letto questo articolo potrebbe interessarti anche: Ti regalo le stelle di JoJo Moyes
Buona lettura!
Francesca Cirianni