Alfabeto N’Ko, ideato da Solomana Kanté
Alfabeto N’Ko, ideato nel 1949 da Solomana Kanté , scrittore ed educatore guineano, come sistema di scrittura per le lingue mandé dell’Africa Occidentale.
Il termine N’Ko in tutte le lingue mandé ha il significato di Io dico.
Le lingue mande
Il gruppo di lingue mande, identificato per la prima volta nel Polyglotta Africana di S.W. Koelle del 1854.
Koelle identificò all’interno della famiglia sudanese nord-occidentale, o famiglia Mandega, un gruppo di 13 idiomi correlati.
Nel 1901 Maurice Delafosse nell’Essai de manuel pratique de la langue mandé ou mandingue suddivise queste lingue in due sottogruppi, uno meridionale, mandé-fu, e uno settentrionale, manda-tan.
L. Tauxier nel 1924 mise in dubbio la distinzione fatta da Maurice Delafosse e fece emergere l’esistenza di almeno un terzo gruppo, da lui definito mandè-bu.
A partire dagli anni ’50, studi più accurati sull’argomento identificarono tre sottogruppi, quelli nordoccidentale, meridionale e orientale. Questi tre sottogruppi, ripresi da Joseph Greenberg, linguista e antropologo statunitense, con The Languages of Africa del 1963.
Solomana Kante sviluppò l’N’Ko, un alfabeto specifico per le lingue mandè, nel 1949.
Le lingue mande, dette anche mandé o manden, sono una famiglia di lingue parlate in diversi paesi dell’Africa Occidentale sub-sahariana: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Mauritania, Nigeria, Senegal e Sierra Leone.
Le popolazioni che parlano una delle lingue appartenenti alla famiglia mande sono chiamati popoli mandé, come: Bambara, Bissa, Bozo, Dioula, Kagoro, Ligbi, Mandinka, Mende, Soninke, Susu, Vai, Yacouba e altri meno numerosi.
Queste lingue vengono considerate un braccio divergente della più ampia famiglia linguistica niger-kordofaniana, una delle più ampie del mondo.
Le lingue mande non vanno confuse con le più diffuse lingua mende, parlata inSierra Leone sopratutto dall’etnia Mende, e lingua mandinga, parlata in Africa Occidentale dal popolo Mandingo.
Storicamente in questi popoli erano i Griot, cantori e poeti itineranti, ad avere il ruolo di tramandare la tradizione orale degli avi e, in alcuni contesti storici pre-coloniali, avevano anche il compito d’interpreti e ambasciatori.
Nonostante la ricchissima tradizione orale di questi popoli, non è mai esistita una forma scritta per queste lingue e perciò trascritte principalmente in caratteri arabi o latini, dopo la conquista europea dell’Africa.
Solomana Kante decise quindi di creare il sistema di scrittura N’Ko per contrastare l’idea, secondo lui molto diffusa, che il popolo africano fosse senza cultura.
L’alfabeto N’Ko
Lo N’Ko ha alcuni punti in comune con l’alfabeto arabo, come la direzione da destra a sinistra e la legatura tra i grafemi. In questa lingua toni e le vocali sono obbligatoriamente segnati.
L’Associazione Kurukan fuwa gbara è il suo organismo normativo.
A volte l’N’Ko è trascritta anche in caratteri latini o arabi, con alcune lettere aggiunte derivanti dall’Alfabeto Fonetico Internazionale, che è un sistema di scrittura alfabetico utilizzato per rappresentare i suoni delle lingue nelle tradizioni fonetiche ed è nato nel 1886 per volere dell’Associazione Fonetica Internazionale, che aveva lo scopo di creare uno standard con il quale trascrivere in maniera univoca i suoni linguistici, i foni, di tutte le lingue; non è possibile sbagliarsi perché ad ogni simbolo dell’AFI corrisponde uno e un solo suono.
Il 14 aprile 1949 data convenzionalmente scelta come quella della nascita dell’alfabeto N’Ko, inizialmente usato per la lingua Maninka a KanKan, città della Guinea.
Da quel momento l’N’Ko si è diffuso ed hanno iniziato ad utilizzarlo anche per le altre lingue mande.
Con l’introduzione dell’alfabeto N’Ko è nato anche un movimento teso a promuovere l’alfabetizzazione tra i popoli dell’Africa Occidentale.
Grazie all’N’Ko l’identità mande si è rinforzata sia in Guinea che in altre parti dell’Africa Occidentale.